Domani è la solennità del Corpus Domini, una festa importantissima per i cattolici. Il perno principale su cui verte la vita spirituale del cattolico, è proprio la Santissima Eucaristia. Sapientemente la Chiesa l'ha collocata dopo la solennità della Pentecoste. È lo Spirito Santo che agisce nel momento dell'epiclesi, cioè nell'istante in cui il Sacerdote, durante la Santa Messa, invoca lo Spirito Santo per tramutare il pane e il vino in Corpo e Sangue di Cristo. Perché Gesù è voluto rimanere in mezzo a noi? Non è infatti semplicemente un simbolo, è il Corpo reale di Cristo presente nell'ostia. È legato alla Risurrezione: la dimensione della Chiesa è eterna, non può essere legata al tempo, perciò Gesù doveva rimanere nel mondo per testimoniare, tramite lo Spirito Santo la sua Risurrezione. Penso che talvolta noi cristiani non meditiamo mai abbastanza su questa realtà: andiamo a messa per adempiere a un dovere, oppure per possedere un tornaconto personale, anche spirituale. Non dovrebbe essere così: il momento della santa Messa deve essere un bisogno per il Cristiano, il bisogno di incontrare Cristo e altri fratelli in Cristo. Spesso invece si va a messa con il muso, sperando che il prete faccia in fretta a terminare per poter essere fuori al più presto possibile. Si è dimenticata la dimensione della festa della messa e così si è perso tutto. Non siamo noi che in quel momento adempiamo un dovere nei confronti del Signore, ma è Lui stesso che ci ha chiamato a partecipare al suo banchetto. Particolarmente eloquente a tal proposito è il libro del Cantico dei Cantici. Come dice il suo nome stesso, è il cantico per eccellenza e sembra descrivere perfettamente lo stato d'animo di colui che partecipa alla santa messa, all'incontro con il Signore. È il Signore che si rivolge alla Chiesa dicendole: “Vieni, amica mia, mia bella... l'inverno è già passato, i fiori sono apparsi nei campi”. Quale sublime quadro! Quel vieni è un imperativo esortativo, Dio non costringe nessuno. Come sarebbe bello possedere pienamente questi sentimenti! L'inverno è già passato! La morte dello spirito è una cosa passata! Adesso deve predisporsi a fiorire, non il caldo devastante dell'estate, ma la rinascita della primavera. Partecipare con questo stato d'animo alla santa Messa farebbe fiorire la nostra anima!
Domani è la solennità del Corpus Domini, una festa importantissima per i cattolici. Il perno principale su cui verte la vita spirituale del cattolico, è proprio la Santissima Eucaristia. Sapientemente la Chiesa l'ha collocata dopo la solennità della Pentecoste. È lo Spirito Santo che agisce nel momento dell'epiclesi, cioè nell'istante in cui il Sacerdote, durante la Santa Messa, invoca lo Spirito Santo per tramutare il pane e il vino in Corpo e Sangue di Cristo. Perché Gesù è voluto rimanere in mezzo a noi? Non è infatti semplicemente un simbolo, è il Corpo reale di Cristo presente nell'ostia. È legato alla Risurrezione: la dimensione della Chiesa è eterna, non può essere legata al tempo, perciò Gesù doveva rimanere nel mondo per testimoniare, tramite lo Spirito Santo la sua Risurrezione. Penso che talvolta noi cristiani non meditiamo mai abbastanza su questa realtà: andiamo a messa per adempiere a un dovere, oppure per possedere un tornaconto personale, anche spirituale. Non dovrebbe essere così: il momento della santa Messa deve essere un bisogno per il Cristiano, il bisogno di incontrare Cristo e altri fratelli in Cristo. Spesso invece si va a messa con il muso, sperando che il prete faccia in fretta a terminare per poter essere fuori al più presto possibile. Si è dimenticata la dimensione della festa della messa e così si è perso tutto. Non siamo noi che in quel momento adempiamo un dovere nei confronti del Signore, ma è Lui stesso che ci ha chiamato a partecipare al suo banchetto. Particolarmente eloquente a tal proposito è il libro del Cantico dei Cantici. Come dice il suo nome stesso, è il cantico per eccellenza e sembra descrivere perfettamente lo stato d'animo di colui che partecipa alla santa messa, all'incontro con il Signore. È il Signore che si rivolge alla Chiesa dicendole: “Vieni, amica mia, mia bella... l'inverno è già passato, i fiori sono apparsi nei campi”. Quale sublime quadro! Quel vieni è un imperativo esortativo, Dio non costringe nessuno. Come sarebbe bello possedere pienamente questi sentimenti! L'inverno è già passato! La morte dello spirito è una cosa passata! Adesso deve predisporsi a fiorire, non il caldo devastante dell'estate, ma la rinascita della primavera. Partecipare con questo stato d'animo alla santa Messa farebbe fiorire la nostra anima!
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