Autore: Honoré de Balzac
Pubblicazione: Dicembre 1833
Trama
Dalla nostra amata Inghilterra ci spostiamo oggi verso la provincia francese post-Rivoluzionaria; in particolar modo ci lasciamo trasportare dall'abile penna di Honoré de Balzac a Saumur, un piccolo centro della campagna francese, che come tutti i piccoli centri chiacchera e mormora, mi viene in mente Cranford, che tuttavia non ci è descritta affatto con la simpatia e la leggerezza con cui l'altra ci viene presentata. Altrettanto poco cari sono i suoi abitanti, non solamente rispetto all'altra ma in assoluto, e specialmente la famiglia che fa da protagonista al romanzo, i Grandet. Composta da un padre avaro e grezzo, una madre succube e pia, una figlia reclusa e sensibile e una serva fedelissima e forte come una roccia, la famiglia è ricchissima e vive in povertà, è fra le più importanti del paese e ha connessioni sociali eppure è isolata. Non vi narrerò la trama, che in realtà ha ben poco di entusiasmante, bensì vi parlerò brevemente dell'opera nel suo insieme e della sua protagonista.
In provincia non si agisce d'istinto ma si pensaso bene le proprie mosse. Gli istinti ed i colpi di testa sono per i cittadini, che pensano a divertirsi e spendere i loro capitali. In provincia si ha poco, e quel che si ha in termini di denaro, posizioni sociali, figli da maritare, filari di viti o mucche...si devono ben amministrare perché il Cielo non ce ne concederà un'altra razione. Tutti i nostri personaggi agiscono attraverso la pianificazione: papà Grandet, i Des Essein e i Cruchot cioè le due famiglie in lotta per la mano di Eugénie, lo stesso Charles imparerà, da Parigino qual era, a cedere al calcolo.
Le uniche che non pianificano con fini empi sono le tre donne di casa Grandet: Eugénie, la madre e Nanon.
Nanon perché è buona e fedele ma non particolarmente intelligente ( e non si può dire che fare la serva stimolasse le facoltà mentali di quelle povere giovani ) che si accontenta di servire il suo adorato padrone e di aiutare le padrone quando questo non mette in discussione la sua fedeltà a Grandet.
Madame Grandet perché è praticamente incapace di proprie iniziative, totalmente soggiogata emotivamente dal marito, e troppo pia e religiosa per far del male a chicchessia.
Film omonimo con Alida Valli e Gualtiero Tumiati
Eugénie perché non ha mai avuto necessità e libertà di pianificare alcun ché, in senso negativo come in senso positivo. Suo padre le da dei soldi, pochi, ma non ne può fare l'uso che desidera, ed è libera solo di andare in Chiesa.D'altronde non conosce altro che la Chiesa e casa sua, almeno fino all'arrivo di Charles, e le sta bene così. E' un'anima buona, come la madre, e solo l'amore che racchiude nel suo cuore le da la forza di ribellarsi al padre che fino a quel momento ha lasciato tiranneggiare su di sé a proprio piacimento. Il suo amore non andrà a buon fine, ma opererà una doppia svolta nella sua vita che la porterà a maturare e a cambiare. Alla nascita quell'amore le dona coraggio, forza, speranza e bellezza, alla sua morte la porta a desiderare un'esistenza superiore, la avvicina a Dio e le fa aspettare una nuova vita, diversa da quella terrena in cui ha sofferto tanto per aver gioito poco, in cui ha fatto sacrifici per amore e sacrifici per dolore.
Non è un romanzo da spiaggia, quello di Eugénie, ma è un capolavoro di letteratura, i cui personaggi sono molto ben delineati e le situazioni fin troppo realistiche ( dettagli tragicomici a parte ). Davvero un bel romanzo, che consiglio a tutti/e voi.
A breve sarà aggiunto in un sondaggio che vi proporremo a lato della colonna dei post...speriamo che aderirete numerose! Abbiamo bisogno di voi.
Con affetto, Irene