Eugenio e Drusilla

Da Silviagriff
Il 12 settembre prossimo, non sarà solo il giorno del mio compleanno, ma anche il 30ennale della morte di Eugenio Montale, grandissimo uomo e poeta. E' curiosa questa cosa, sul giorno e suoi trentennali che per me segnano sempre qualche epico evento... Curioso è anche che Eugenio nella sua vita ebbe un unico grande amore Drusilla Tanzi, amorevolmente soprannominata "Mosca" per le spesse lenti degli occhiali da vista.Io porto spesse lenti nei miei occhiali da vista, e "mosca" mi hanno sempre soprannominato fin da piccola, fosse anche per un altra ragione...Eugenio conosce Drusilla nel1929, quando viene nominato direttore del Gabinetto G.P. Vieusseux (nota istituzione culturale fiorentina ), lei era sposata con il critico d'arte Matteo Marangoni, ma diviene ben presto la sua compagna. Durante la loro relazione Eugenio conoscerà e frequenterà altre donne (Irma Brandeis e Maria Luisa Spaziani ) alle quali dedicherà alcuni suoi versi, ma la relazione con Drusilla non sarà mai interrotta. Si sposano nel 1962 e lei muore l'anno seguente.Dopo la morte di Drusilla, Eugenio le scrisse una bellissima poesia che vi riporto:
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scalee ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.Il mio dura tuttora, né più mi occorronole coincidenze, le prenotazioni,le trappole, gli scorni di chi credeche la realtà sia quella che si vede.Ho sceso milioni di scale dandoti il braccionon già perché con quattr'occhi forse si vede di più.Con te le ho scese perché sapevo che di noi duele sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,erano le tue.

[da Satura] Nel 1954 Eugenio scrive gli ultimi versi che entreranno a far parte del suo terzo libro, La bufera e altro, quindi smette di scrivere poesie. Il suo silenzio sarà lunghissimo, durerà circa dieci anni. L'occasione per interromperlo è data dalla morte di Drusilla: nascono così due serie di poesie a lei dedicate, intitolate Xenia, il nome che i Latini davano agli omaggi offerti agli ospiti quando lasciavano la dimora che li aveva accolti.Gli Xenia, pubblicati dapprima in forma privata, confluiranno poi nel quarto libro Satura, contribuendo al cospicuo choc che esso provocò nei lettori, ribadito dalla successiva, copiosa produzione senile del poeta.
a nuova poesia di Eugenio abbandona il linguaggio e lo stile alto, arduo, che l'aveva caratterizzata dagli anni '30 in poi: assume una forma quasi diaristica, accoglie largamente spunti tematici e linguaggio dalla "prosa" della vita quotidiana; ironia e satira vi trovano ampio spazio.
È l'unica possibile, sembra voler dire il poeta, nella nostra società massificata, nell'epoca del "trionfo della spazzatura". Di Drusilla, ricorda di lei la capacità istintiva di vivere senza troppo farsi ingannare da valori, intellettuali e sociali, più appariscenti che autentici:

Non ho mai capito se io fossiil tuo cane fedele e incimurrito o tu lo fossi per me.Per gli altri no, eri un insetto miopesmarrito nel blabladell'alta società. Erano ingenuiquei furbi e non sapevanodi essere loro il tuo zimbello:di essere visti anche al buio e smascheratidal tuo senso infallibile, dal tuoradar di pipistrello.

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