Martedì 3 luglio 2012 ho chiuso un ciclo iniziato tanti anni fa, una sera di agosto del 1976. Erano i giorni in cui noi ventenni ascoltavamo e suonavamo molto Eugenio Finardi, e ritrovarlo sotto casa - Vado Ligure - sembrò un segno del destino. A lui ho dedicato molte delle mie riflessioni, ma … ritorno al 3 luglio. Eugenio è di scena ad Albissola Marina per la presentazione del suo libro uscito lo scorso anno, “Spostare l’Orizzonte….”(scritto in collaborazione con Antonio G. D’Errico), all’interno della rassegna letteraria “Parole Ubikate in Mare”, e in tutto questo ho una piccola parte, se è vero che ho favorito l’incontro tra la libreria Ubik o meglio, Stefano Milano, e il management di Eugenio. Di ciò sono felice. Stefano mi chiede di affiancare Finardi sul palco, per “condurre” la serata attraverso qualche domanda, e io, sebbene timoroso, accetto la sfida e… provo a chiudere il cerchio a cui ho accennato. In oltre trentacinque anni di vita ho accumulato un bel po’ di domande, ma la sola lettura del libro fornirebbe a chiunque curiosità da soddisfare in quantità industriale. Esprimo qualche timore a Eugenio, via mail, e lui risponde: “… non ti preoccupare, improvvisiamo, è più divertente…”. Sarà così, ma la mia scaletta mentale e fisica mi accompagnerà sul palco… inutilmente. Quella che pensavo fosse una serata di parole si trasforma in “parole e musica… acustica”. Fantastico, e fantastico si dimostrerà anche il polistrumentista Claudio Rossi, accompagnato nell’occasione dai suoi “cagnolini”, come li chiama Eugenio: mandolino, ukulele, bouzouki e violino. Nel tragitto dal residence al luogo del concerto, provo a osare e a capire come imposteremo la serata, come si intercaleranno suoni e pensieri, ma la risposta non cambia, sarà il feeling del momento a guidarci. Quando lo spettacolo inizia la piazza e gremita, e oltre alle sedie poste di fronte al palco, anche le gradinate della chiesa sono colme di anime.
Prima di mostrare stralci di serata, vorrei aggiungere un’ultima considerazione. In fase di soundcheck, attorno alle 19.30, ci si è trovati ad affrontare la prima lamentela stagionale: troppo “rumore”. Rumore? Musica acustica? Alle 19.30? C’è spazio per ogni opinione e per ogni atteggiamento, ma è evidente il paradosso… il mitico Eugenio Finardi - ma poteva essere chiunque di pari valore e visibilità - suona sotto le tue finestre… devi solo sporgerti un po’ per ascoltarlo… non devi nemmeno pagare il biglietto … e ti lamenti? Fortunatamente i tanti presenti hanno avuto pensieri diversi, e la serata non sarà facilmente dimenticata.
E per aiutare nel ricordo ecco un filmato che testimonia la parte iniziale e tre link che conducono ad altri momenti significativi.
http://www.youtube.com/watch?v=82TS0F8s-aQ http://www.youtube.com/watch?v=4Ihn4RR43z8 http://www.youtube.com/watch?v=E-Nms9X8tNA