Eugenio Müntz, Firenze – Il Mercato Vecchio

Da Paolorossi

Il passato non s' impone che in due luoghi : il Mercato Vecchio, col Ghetto e il Ponte Vecchio. Intraprendiamo un'escursione in queste venerabili regioni di cui una, mentre scrivo, non è già più che una memoria.

Il Mercato Vecchio si stende (o meglio si stendeva) nel cuore stesso di Firenze, a due passi dal Battistero e dalla piazza della Signoria. Dietro ad un tal movimento tutto moderno, dietro a tali preoccupazioni d'ordine il meno elevato ed essenzialmente d'attualità, dietro ad un simile paravento di materialismo, si nascondono i ricordi storici che formano la gloria della città. Se non si considerano che i poponi ed i finocchi, potete credervi nell'Italia contemporanea; ma scavate un po' il terreno e vi ritroverete le rovine del Campidoglio e del Foro.

Più tardi il Mercato Vecchio servì di asilo agli Ebrei e formò un Ghetto analogo a quelli di Venezia e di Roma. L'associazione israelitica che ne prese possesso riunì le une alle altre tutte le parti del quartiere, per mezzo di corridoi interni, in modo che in caso d'assalto gli abitanti potessero rifugiarsi da un punto all'altro, all'insaputa degli assalitori. In seguito, molti ladri profittarono di tale disposizione per sottrarsi alle ricerche della polizia.

La sera il mercato è fantastico e spaventoso ; quelle vie strette, dai lumi scarsi e fumosi, con taverne profonde, formano uno spettacolo impressionante. Però rassicuratevi : ognuno può aggirarvisi a qualunque ora del giorno e della notte senza nessun timore e pericolo di venir disturbato.

Il Ghetto e il Mercato Vecchio "furono" ; da dieci anni se ne intraprese la demolizione per causa di insalubrità. Un nuovo quartiere ne ha preso il posto !

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( Eugenio Müntz, brano tratto da "Firenze e la Toscana", Fratelli Treves Editori, 1899 )

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