Eugenio Müntz, Firenze – Passeggiata d’orientamento

Da Paolorossi

La cornice in cui sta Firenze è degna del quadro. Non v'ha nulla che eguagli la bellezza e la varietà del sito ; è un misto insuperabile di fierezza e di grazia, un contrasto de' più pittoreschi tra la pianura e la montagna, tra il marmo bianco di Carrara e la pietra turchina particolare alle cave di Fiesole.

Ovunque, sulle rive dell'Arno, come sulle alture , delle ridenti ville dipinte di giallo , con persiane verdi o grigie ; talora anche un monastero o un castello animano il paesaggio. Nelle belle sere d'estate, l'aria è d'una trasparenza che lascia indovinare sin le minime ondulazioni del terreno. Fra la Porta alla Croce e Campiobbi, la pianura, sia all'alba, sia al tramonto, disegna un vasto giardino, un vero paradiso terrestre. Più lontano, dal lato d'Arezzo, il velo d'acqua formato dall'Arno (che si divide qui in due braccia), la riva e le colline che lo coronano possono gareggiare coi punti più pittoreschi del lago di Zurigo.

E' necessaria una passeggiata d'orientamento prima di varcare la soglia di tante chiese, o di tanti celebri palazzi.

Firenze forma un poligono che l'Arno taglia in due parti disuguali. Sulla riva destra, la parte antica, sulla riva sinistra una specie di sobborgo, ma un sobborgo che conta monumenti quali il palazzo Pitti, le chiese di Santo Spirito e Santa Maria del Carmine. Le strade, anche le più antiche, colpiscono per la loro estrema regolarità: egli è che in queste città italiane l' edilizia , compenetrata dei veri metodi scientifici, s'era molto presto dedicata a rendere le comunicazioni facili quant'era possibile. Eppoi, non dimentichiamolo, siamo in pianura ; nessuna irregolarità di terreno avrebbe giustificato i giri ed i dedali tanto soliti nel medio evo e nelle città di montagna.

Per fortuna, anche restando sulla riva destra soltanto, una quantità di strade offre magnifiche viste sulle alture di Fiesole, che, nonostante la distanza, concorrono non poco alla bellezza di Firenze.

L'arteria principale, che divide Firenze in due metà quasi eguali, parte dalla Porta San Gallo, per metter capo alla piazza della Signoria, ed è la via Cavour, 1'antica via Larga, che dopo la piazza del Duomo prende il nome di via Calzajoli. Dei viali si stendono sul posto dell'antica cinta e disegnano a perdita d'occhio le loro larghe ed elegantissime curve. Sulle due rive dell'Arno si stendono degli ampi Lungarni; questi non vengono interrotti sulla riva destra che dal lato del palazzo degli Uffizi, ove sono sostituiti da una via parallela ; il fiume, e sulla riva sinistra tra il Ponte Vecchio e il Ponte Santa Trinità. Una mezza dozzina di ponti, dei quali quattro di pietra, due di ferro, congiungono le due rive.

Firenze è anzi tutto città moderna, piena di luce e di comodità, e il forestiero, ordinariamente frettoloso e perciò molto spesso superficiale nelle sue osservazioni, può persino ritenerla una città eminentemente internazionale, il che è quanto dire volgare; ma s'egli volesse darsi la pena d'investigare, di approfondire meglio le cose, quante rispettabili tradizioni, quanti pietosi costumi non vi incontrerebbe !

Egli è che Firenze ha risolto il problema dell'architettura moderna : s'è attenuta cioè alle tradizioni locali, adattandola ai nuovi bisogni. Le sue costruzioni sono leggiere, fiere e graziose ad un tempo ; le costruzioni più moderne hanno conservato lo stile antico, tranne che nella Banca Toscana, a Poggio Imperiale, e in qualche altro edifizio, in modo che 1'armonia generale non n'è distrutta. Nulla di pesante nè di massiccio, ovunque un'idea chiara e arrendevole. Percorrete un po' i quartieri nuovi che trovansi dal lato del corso Vittorio Emanuele, o dal lato del viale Principe Amedeo; essi sono stupendi, quali nessun'altra città moderna possiede gli uguali ; in mezzo ai giardini stanno dei monumentali palazzi di pietra grigia o gialla con sobria e ben intesa decorazione.

Per evitare le ripetizioni, definirò, una volta per sempre, il sistema delle strade fiorentine: cioè quelle vie rettilinee, uniformi, lastricate invece che selciate, coi loro stretti marciapiedi, colle case giallognole a persiane verdi. I materiali di costruzione sono magnifici ; nulla di più decorativo di questa bella pietra d'un grigio ferro, che si usa anche per le colonne, per gli stipiti delle porte e le cornici delle finestre. Le decorazioni interne, cominciando dal vestibolo, sono meno felici ; v'abbondano i verdi acqua, i turchini grigiastri, mentre il rosso pompeiano vi manca assolutamente : il che deriva dall'essere gli appartamenti in genere poco rischiarati, e perciò dal bisogno di ricorrere per maggior luce ai fondi chiari.

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( Eugenio Müntz, brano tratto da "Firenze e la Toscana", Fratelli Treves Editori, 1899 )

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