Eugenio Müntz, Firenze – Piazza della Signoria

Da Paolorossi

La piazza della Signoria, nella quale da seicento anni si svolsero tutti i drammi di cui si compone la storia interna di Firenze, è grandiosa, ammirabile, pure sfidando tutte le leggi della simmetria, e quasi tutte le leggi della verosimiglianza. Fra gli edilìzi che la circondano, non ve n'è alcuno che brilli per maestà e nobiltà; la stessa Loggia dei Lanzi s' impone anzitutto pel suo interesse storico. Ma ci sono delle audacie trionfanti, innanzi alle quali la critica non può che inchinarsi: tanto di giorno quando è inondato di sole, come di notte quando la "vaga luna" discretamente lo rischiara, l'effetto che produce questo insieme, unico anche in Italia, è addirittura straordinario : vi induce a porre in non reale tutte le regole dell' estetica, per abbandonarvi ad impressioni che non si potrebbero concepire maggiori.

Era scritto che la Piazza della Signoria sarebbe stata pittoresca ed imponente ad onta della violazione di tutti i principii decorativi, o forse in ragione stessa di tale violazione. (Michelangelo, consultato da Cosimo I dei Medici, espresse un'idea che doveva dare alla Loggia dei Lanzi, oltre al necessario sviluppo, la sua giusta importanza; egli propose di continuarla anche agli altri lati della piazza, in modo da formarne una specie di porticato continuo. Ma la spesa spaventò il granduca, e l'idea fu abbandonata). [...]

( Eugenio Müntz, brano tratto da "Firenze e la Toscana", Fratelli Treves Editori, 1899 )

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