Dopo la piazza della Signoria, tra le piazze di Firenze quella di Santa Croce offre maggior carattere. Se la parte centrale coperta di ghiaia e guernita di banchine di pietra non ha altro ornamento che una fontana di marmo e il monumento di Dante, se il lato sinistro non è occupato che da costruzioni piccolissime e senz'apparenza alcuna, il lato destro colle sue case antiche e la facciata adorna di pitture, e i piani sostenuti da enormi mensole di legno, ha davvero un aspetto imponente.
Gli affreschi del palazzo dell'Antella, eseguiti in venti giorni alla fine del secolo XVI o al principio del XVII, da tredici pittori di talento, offrono in uno stile brillante delle allegorie o dei soggetti d'ornato.
Tutto sulla piazza di Santa Croce parla del passato, quantunque poche vestigia sieno rimaste. Di quante feste, di quanti tornei non fu essa il teatro. Qui l'eloquente predicatore popolare san Bernardino da Siena teneva tutta Firenze sospesa alle sue labbra; qui Giuliano e Lorenzo dei Medici uscirono vincitori dal torneo del 1468, la "Giostra" immortalata dal Poliziano, che gli ispirò un bellissimo poema, ove egli però ci parla di tutto tranne che dei suoi eroi; qui molte generazioni di giuocatori di palla diedero prova della loro destrezza.
Parecchie case che fiancheggiano la piazza evocano pure dei ricordi simpatici: una ha servito di culla ad uno scrittore ed artista celebre del secolo XVI, Raffaello Borghini, 1′ amico di Michelangelo e del Vasari, e autore del Riposo ; un'altra, ad un poeta che salì sul trono pontificio, Urbano VIlI (Maffeo Barberini).
Quante altre città possono vantar sì copiose memorie storiche ed artistiche ad ogni passo come Firenze?
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( Eugenio Müntz, brano tratto da "Firenze e la Toscana", Fratelli Treves Editori, 1899 )Categories Tags