Euro o non Euro?

Creato il 19 marzo 2013 da Anticasta


Non credo che ci appassionerebbe molto discutere se è meglio o no rimettere il tappeto in una stanza perché così possiamo scoparci sotto la polvere, ci sembrerebbe più sensato pensare a come fare per avere una stanza senza polvere, sia che si veda o che sia nascosta. Eppure di questi tempi il dibattito economico si è incentrato esclusivamente proprio sulla scelta fra il rimanere nell'euro o il ritornare alla lira, e gli economisti si sono trasformati in tifosi da stadio insultandosi fra loro e magnificando la propria squadra senza vederne alcun lato negativo:. Significativo a tale proposito il video che ha fatto il giro della rete dello scontro a Piazza Pulita fra Loretta Napoleoni e Michele Boldrin [https://www.youtube.com/watch?v=dou18Mec9Rk&playnext=1&list=PLiQIVn97oFi5vHMoRog7vJA_ZA-fVnHlI&feature=results_video a partire dal minuto7] dove una prende il picco di svalutazione rispetto all'ECU e l'altro la svalutazione media rispetto al dollaro.

Sin dall'inizio si è detto che con la sua introduzione si sollevava il tappeto, sotto cui si nascondeva l'inadeguatezza del nostro paese ad affrontare il mercato e che questo avrebbe costretto il governo a prendere i provvedimenti necessari, cioè i padroni di casa a provvedere al necessario per le pulizie.

E così, dopo dieci anni di governi legaberlusconiani più qualche spicciolo di altri, dove si è fatto di tutto perché le persone alzassero gli occhi al cielo e non guardassero il pavimento oggi si è accumulata tanta di quella polvere che rimettere il tappeto potrebbe non bastare per nasconderla.

Ma su cosa allora vale la pena di dibattere? Svanita ormai (almeno si spera) l'illusione della crescita, grazie all'analisi di parametri quali l'impronta ecologica dal punto di vista teorico, e sperimentalmente dall'analisi dell'andamento dell'economia negli ultimi anni, sarebbe bene concentrarsi sulla scelta fra le due restanti alternative: Decrescita Infelice (non per tutti) o decrescita Felice.

La Decrescita Infelice è l'unica alternativa che hanno a disposizione gli animali: quando le risorse dell'ambiente dove vivono diminuiscono, i più forti continuano a mangiare come prima, i più deboli muoiono; se ciò non basta i più forti invadono i territori dei vicini, e se non basta ancora si emigra, se infine tutto ciò non è sufficiente, avviene l'estinzione.

E' tutto quello che ha fatto finora l'uomo: i più deboli sono morti di denutrizione o, come sta avvenendo oggi, si suicidano, le guerre predatorie del colonialismo, lo sterminio degli indiani d'America nel passato, l'aggressione oggi ai palestinesi,gli emigranti italiani nel passato ed i migranti verso l'Italia oggi, sono tutte forme di decrescita infelice, sia per i vincitori che per i vinti (come già detto non per tutti).

Ma la miglior descrizione degli effetti futuri della Decrescita Infelice è contenuta nel video “Gaia, il futuro della politica” http://www.casaleggio.it/media/video/gaia-il-futuro-della-politica-1.php. Anche se per condividere l'ottimistico finale (si fa per dire, visto la riduzione della popolazione mondiale a circa un decimo), vale a dire una democrazia diretta mondiale basata sulla rete, viste le attuali situazioni, dobbiamo non pensare a chi gestirebbe la rete.

L'uomo, però, essendo dotato di intelligenza e cultura, ha la possibilità di trovare strategie alternative, quale appunto è la Decrescita Felice, per tener pulita la casa senza eliminare la maggior parte di coloro che ci abitano.

Difficile sintetizzare un concetto complesso in poche parole, si corre sempre il rischio di travisamento, come tentativo si potrebbe dire che si tratta di una decrescita controllata e non lasciata libera a sé stessa dove la “felicità” data dal consumo viene sostituita da quella data dalle relazioni sociali. La conseguenza non è un rifiuto della tecnologia, è il rifiuto del PIL come parametro di “felicità” dei cittadini, è l'invito all'incremento dell'autoproduzione, al risparmio energetico, al dono,...tutte attività che riducono la quantità di lavoro salariato, a favore di quello non salariato, e dell'incremento della cultura.

Per approfondire il vero significato della Decrescita Felice rimando al sito del Movimento per la Decrescita Felice, fondato da Maurizio Pallante. http://decrescitafelice.it/ .

 di Penta


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :