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Europa League: Pirlo e Marchisio domano il Lione, Juve in semifinale

Creato il 11 aprile 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
Europa League: Pirlo e Marchisio domano il Lione, Juve in semifinale apr 11, 2014    Scritto da Edoardo Schiesari    Calcio, Sport 0

Europa League: Pirlo e Marchisio domano il Lione, Juve in semifinale

È andata. Si è conclusa la sfida di ritorno dei quarti di finale di Europa League tra la Juventus e il Lione. Un match che teoricamente la Juve avrebbe dovuto gestire con tranquillità: forte della vittoria in extremis rimediata in trasferta e del fattore Stadium (sedici vittorie su sedici in campionato), i bianconeri sono entrati in campo sapendo di dover mantenere la concentrazione ma consapevoli che senza particolari incidenti sarebbe filato tutto liscio. Il discorso qualificazione sembrava definitivamente chiuso al 4’, con il goal messo a segno da Pirlo, con il suo solito magico tocco su calcio di punizione. Ma non sono nemmeno passati i venti minuti quando allo Stadium arriva la doccia fredda: Briand di testa mette fortunosamente in rete un pallone insidioso, sfruttando una disattenzione di Marchisio. Sull’ 1-1 l’equilibrio è molto sottile e il Lione sa di poter ribaltare i pronostici: man mano che passano i minuti cresce di consapevolezza e diventa sempre più pericoloso. Ma, si sa, la fortuna gira e, nel momento di massimo pericolo per i bianconeri, Marchisio risolve la partita: al 67’ va a segno con un tiro potente dai 25 metri che termina sul difensore Umtiti, spiazzando il portiere e portando i bianconeri sul 2-1.

Scudetto ed Europa League: per vincere entrambe ci vuole equilibrio. Se non si pianifica con attenzione ogni minimo dettaglio, si rischia di arrivare al fondo nella corsa senza benzina. E con la Roma che non molla, Antonio Conte ha deciso con maestria di lasciar spazio alle riserve per conservare le energie in caso di passi falsi nelle prossime partite: bisogna essere pronti ad un eventuale sprint finale.
In difesa il tecnico non ha molta scelta, considerando gli infortuni e le drammatiche prestazioni di Ogbonna: dentro i soliti Bonucci, Chiellini e Caceres. A centrocampo fuori Pogba per Marchisio (particolarmente in forma in quest’ultimo periodo) e Lichtsteiner per Isla, affiancati da Vidal e Pirlo, e sulla sinistra Asamoah. In avanti il solito Tévez, affiancato da Mirko Vucinic, che parte da titolare per la prima volta dopo l’infortunio di inizio stagione.

La Juve parte subito aggressiva: a Tévez bastano due minuti per perforare le retroguardie avversarie e arrivare alla conclusione, poco alta sopra la traversa. Ed è proprio da un incursione di Tévez che nasce il primo goal: l’Apache ringhia e morde al limite dell’area, deciso a mettere fine al tabù delle coppe europee che non lo vedono andare in rete dal 2009. Ai difensori avversari per fermarlo non resta che abbatterlo. E per Pirlo, un calcio piazzato da quella posizione è come un calcio di rigore: difficilmente lo sbaglia. Destro tagliato, pallone a giro ed è 1-0. Sull’esultanza perfino Buffon sorride: la partita sembra essere in discesa, e la tensione cala. Errore madornale. Il Lione non ha nulla da perdere, e col coltello tra i denti inizia ad alzare il baricentro dell’azione. Prima si procura un rigore (non fischiato dall’arbitro) per fallo di mano su Bonucci, poi agguanta un pareggio quasi improbabile: Briand anticipa Marchisio sugli sviluppi del calcio d’angolo, e con una conclusione platealmente sbagliata riesce comunque a battere Buffon. Da quel momento in campo aleggia il panico: lo Stadium ammutolisce, si teme la beffa. In campo domina il disordine, le manovre sono poco precise e imprevedibili: prima dell’intervallo è il Lione a rendersi più pericoloso, con una conclusione potente di Gonalons dalla distanza, ben respinta da Buffon. I bianconeri fanno fatica a ripartire, Isla è impreciso sulla fascia, Pirlo come all’andata è marcato troppo stretto per poter impostare l’azione, Bonucci tenta di vestire il ruolo di regista ma i suoi lanci sono inguardabili, e Vucinc sembra essere sceso in campo con pigiama e pantofole. All’intervallo il risultato è ancora in parità, ma nell’area la tensione è palpabile.

Nel secondo tempo, i bianconeri tentano di ripetersi e arrivare al goal già nel primo quarto d’ora, ma il Lione è attento. Conte percepisce l’importanza del momento e dopo una manciata di minti sostituisce Vucinic, questa sera totalmente invisibile, per Llorente. Al 16’ lo Stadium esplode per un grandissimo stacco di testa di Tévez, ma la rete viene annullata per fuorigioco: per l’Apache sembra una maledizione. Non passano cinque minuti che le parti si invertono: su punizione dal limite, per un fallo di Chiellini su Lacazette, Mvuemba è pericolosissimo, ma sulla conclusione il portierone azzurro non si fa trovare impreparato.
Al 23’, Claudio Marchisio scaccia i fantasmi e allo Stadium torna l’entusiasmo: il “Principino“, il bianconero doc, una bandiera della squadra indipendentemente dallo (scarso) utilizzo in campo prova la conclusione con una bomba dalla lunga distanza e la palla termina in rete, grazie alla deviazione di Umtiti che beffa il portiere. Nel finale, si vede solo la Juve, con Giovinco protagonista: col risultato in cassaforte, l’ex parmigiano sostituisce Tévez e con grande personalità cerca più volte la conclusione, prendendosi anche qualche calcio gratuito dagli avversari. Il match termina sul punteggio di 2-1.

La Juve si è così aggiudicata l’accesso alle semifinali: l’ultima volta che una squadra italiana compì una simile impresa si parlava ancora di Coppa Uefa. Qualificazione conquistata con maestria e con una discreta dose di fortuna, ma anche con qualche patema più del previsto: e in finale, black out simili potrebbero risultare fatali. Per ora i bianconeri possono festeggiare, in attesa di scoprire chi tenterà di separarli dalla finale “casalinga”, tra Benfica, Valencia e Siviglia. Ma per la vittoria in finale la strada è tutta in salita.

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