Si chiama Ifo ed è uno
Il presidente del prestigioso istituto, Hans Werner Sinn, ben conosciuto come uno dei contestatori più violenti degli aiuti alla Grecia e naturalmente agli altri Piigs sostiene che “le istituzioni europee stanno perseguendo la strategia di edulcorare la situazione finanziaria dei paesi in crisi poco prima delle elezioni per il Parlamento Europeo. In realtà la Grecia è ben distante dall’aver recuperato la salute finanziaria” E accusa la commissione Ue. di voler fuorviare l’opinione pubblica.
Ha toccato un tasto dolente e ambiguo che tuttavia i media maistream tacciono completamente: il portavoce della Commissione sulle questioni economiche e finanziarie Simon O’Connor ha dovuto ammettere che l’Ifo ha ragione e che il deficit greco è effettivamente all’ 8,7%. Tuttavia nel tentare di giustificare il gioco di prestigio dei dati, ha anche aperto un vaso di pandora ancora più grottesco sui trucchi della governance contintentale per far quadrare i conti. Ha infatti sostenuto che i criteri di calcolo sono cambiati per escludere le enormi risorse pubbliche utilizzate al fine di accorrere in aiuto del sistema bancario: dal 2008 4900 miliardi di euro, un terzo dell’intero pil continentale sono stati mesi a disposizione al fine di salvare gli istituti di credito in difficoltà. Così alla fine del 2013 si è pensato, con l’attiva partecipazione all’inganno di Olli Rehn, di enucleare queste spese dal patto di stabilità e dal calcolo del deficit, per “evitare distorsioni”
Come è possibile che il nuovo calcolo sia divenuto attivo solo a 0 giorni dalle elezioni è un elemento che supera ogni immaginazione. Ma se lo stratagemma può soddisfare i bugiardi della ragioneria fasulla e gli illusi lascia scoperte tutte le piaghe politiche dell’europa bancaria e liberista: a fronte di somme colossali che i cittadini europei hanno dovuto versare per salvare manager, assicuratori e azionisti delle banche, ci sono gli spiccioli destinati al lavoro, alle pensioni e al welfare, vergognosamente pochi e mai stornati dai conti, compresi quelli dell’impoverimento e dell’inciviltà.
Quindi quando sentite che stiamo uscendo dal tunnel, sappiate che invece sta arrivando il treno.