Epilogo più emozionante non sarebbe potuto esserci per Roberto Mancini, che ha conquistato la Premier League grazie ad una rimonta incredibile negli ultimi 4’ del suo Manchester City in casa contro il Qpr. Nella consueta rubrica dedicata alle gesta degli azzurri impegnati nei principali campionati europei di calcio, dunque, grande spazio al successo dei Citizens.
Un successo storico, il primo dopo 44 anni di lunghissima assenza e per l’ex Inter in panchina, un anno dopo la conquista della FA Cup contro lo Stoke City. Con lo United in vantaggio a Sunderland, al City servivano i tre punti per laurearsi campione. Ma il Qpr, in lotta per non retrocedere (alla fine la spunterà ai danni del Bolton), si è dimostrato un osso duro, andando addirittura sull’1-2 in inferiorità numerica. E così, con i minuti che passavano veloci come non mai, ormai in pochi ci speravano. Fino al 2-2 di Edin Dzeko al 91’ e al gol decisivo di Aguero (su assist magico di Mario Balotelli), che fa esplodere l’intero Ethiad Stadium, Mancio compreso. Un capolavoro all’italiana, come quello che sogna Roberto Di Matteo, atteso sabato prossimo dalla finale di Champions League contro il Bayern Monaco dopo poco più di 70 giorni da tecnico del Chelsea (e già un trofeo in bacheca). Chi l’ha detto che per vincere serve tempo?
In Francia, invece, Carlo Ancelotti rischia di non emulare i colleghi “inglesi” Mancini, Di Matteo e Di Canio, nonché Luciano Spalletti campione russo, consegnando la Ligue1 alla rivelazione Montpellier. A 90’ dal termine, a Giroud e compagni basta un punto sul campo dell’Auxerre già retrocesso per aggiudicarsi il titolo e per riempire di delusione Salvatore Sirigu, Thiago Motta e compagni, destinati ormai ad un secondo posto dal sapore fallimentare. La Premier, domenica, ha insegnato che tutto è possibile, ma la situazione per i parigini è davvero compromessa. Ma chissà di cosa staremmo parlando ora se Carletto fosse stato assunto a settembre e non a gennaio…
Un altro caso eclatante è avvenuto nella Liga, dove il Real Saragozza di Maurizio Lanzaro (capitano nell’ultimo incontro) si è incredibilmente salvato ai danni del Villareal, orfano da ottobre di Giuseppe Rossi. Per gli spagnoli, a -8 dal traguardo appena due mesi fa, si tratta di un vero proprio miracolo, come anche l’accesso alla Champions League del Malaga di Enzo Maresca: storico quarto posto che significa preliminari.
A fronte di emozioni come queste, l’ultimo successo dello Zenit di Spalletti e Criscito (che chiude il campionato a +13 sulla seconda) passa quasi in secondo piano, mentre non va dimenticato ciò che di buono sta mostrando Dario Bonetti alla guida della Dinamo Bucarest, attualmente quarta a cinque sole lunghezze dalla zona Champions League. Infine, last but non least, Salvatore Bocchetti ha alzato, l’8 maggio, la prima Coppa di Russia della storia del Rubin Kazan, superando di misura la Dinamo Mosca.
In un periodo in cui il calcio italiano sembra in crisi, fortunatamente i fatti smentiscono le dicerie popolari: lunga vita al made in Italy.
Francesco Caligaris