Questi nuovi sistemi consentono invece di pubblicare virtualmente qualunque cosa e di arricchire i cataloghi virtuali delle suddette editrici, certe che poi ognuno degli orgogliosi aspiranti letterati acquisterà qualche decina di copie da regalare tronfio a parenti e amici che, nascosti a stento i sorrisetti di compatimento, attenderanno che il detto si sia tolto dalla vista per infilare, nella migliore delle ipotesi in qualche tiroir, l'opera lungamente ponderata, quando non direttamente nel cassonetto, non essendo neppure possibile riciclarla. Quelle povere pagine non avranno nella generalità dei casi alcuna probabilità di essere lette da qualcuno, basteranno i grandi attestati di stima e di approvazione che non si negano a nessuno. Il responsabile di tanto imbarazzo, se mantiene un barlume di intelligenza non andrà mai ad indagare con domande specifiche negli incontri successivi, se non vorrà ottenere tortuosi giri di parole e disperati tentativi di uscire dalle panie in cui l'interrogato si è improvvidamente cacciato da solo. Poi passerà un po' di tempo e rimarranno due o tre copie che il maldestro non è riuscito a regalare a nessuno e che faranno da testimonianza imperitura della sua sciocca presunzione. Una cosa è comunque certa e innegabile, comunque ben prevista dagli esperti di cui vi dicevo e che, quindi hanno modulato il meccanismo per farlo comunque essere un grosso guadagno per la casa editrice: che di queste opere, sebbene diligentemente esposte nel sito prescelto e disperatamente propagandate tramite tutti gli account dei social network di cui l'aspirante si serve, non se ne venderà mai una copia.
Chi mai infatti vorrà tirar fuori qualche euro, gravato inoltre da pesanti spese di spedizione per ritrovarsi tra le mani altra inutile carta priva di valore e contenuti validi, quando si fatica già ad acquistare roba di autori interessanti e conosciuti. E' tragico destino scolpito nel marmo, per lo meno si evita lo sperpero di mandare al macero le copie inutilmente stampate, dove un tempo gli "autori a proprie spese", come ricorda Eco nel Pendolo, vedevano ingloriosamente finire la cifra irrazionalmente investita per conquistare l'impossibile immortalità. Perchè tutta questa chiacchierata? perché è accaduta appunto quella cosa impossibile ed imprevista che non avrebbe mai potuto accadere. Ebbene, sì! Qualcuno, un incredibile Innominato, ha acquistato una copia del mio libro, nel senso che ha tirato fuori denaro reale per trasformare l'immagine virtuale del Vento dell'Est in un volume vero. Questa cosa mi ha lasciato davvero incredulo ed emozionato, come per quegli accadimenti che neppure si immaginano come possibili. Però, ragazzi, se uno vende un libro, una copia dico, non andate subito a sindacare che a causa del numero ancora un po' basso, forse non riuscirà ad entrare nelle classifiche di vendite del mese, ma deve essere considerato a pieno titolo uno scrittore, non ci sono santi. Ci sarà un circolo degli scrittori in cui essere degnamente accolto da queste parti o toccherà aspettare un invito dall'Accademie Française?
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