Entrata da scettica preparata e essere delusa, sono rimasta piacevolmente sorpresa. Anzi, devo ammettere che sono uscita QUASI convertita. Certo, odio gli insetti e non sopporto la vista del sangue per cui ho sorvolato sulle cose più rivoltanti come quella (povera) mucca tagliata a metà o la disgustosa installazione piena di mosche ronzanti (che schifo!!! Il solo pensiero mi fa venire i brividi!), ma sono rimasta mio malgrado ad osservare affascinata l’incredibile, potente malinconia emanata dal famoso squalo The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living (1991), immobile nella sua bara di formaldeide, assolutamente terrificante da vivo e ugualmente terrificante anche da morto. Tanto che mi sono ritrovata a pensare che è una fortuna che non mi piaccia nuotare in mare aperto, così avrò meno possibilita di incontrare uno dei suoi parenti …
The Physical Impossibility of Death in the Mind of Someone Living 1991 © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved. DACS 2011. Photo: Photographed by Prudence Cuming Associates
Per un’ipocondriaca come me le vetrine con le medicine sono state una vera e propria calamita: da sempre le medicine mi affascinano (ognuno ha le proprie manie...) e mi sono ritrovata a studiare con attenzione i nomi di quelle contenute nelle installazioni per vedere se ce n’era quacluna che conoscevo, che avevo preso e, una volta trovatane una, ho cercato di ricordare perchè l'avevo usata e se mi aveva fatto stare meglio. Lì ho capito che era il caso di uscire dalla sala prima di servirmi dalla vetrina e andare a pagare l'acquisto alla cassa…
Ma sono stati i quadri con le farfalle a farmi restare completamente a bocca aperta (come lo squalo...) per la loro incredibile bellezza – una parola non avrei mai pensato di utilizzare in una frase riferita all’arte di Hirst…
All'uscita ho realizzato mio malgrado di essermi divertita. Che mi stia convertendo all'arte contemporanea??