Nella suggestiva struttura della Fabbrica del Vapore a Milano, Dom Pérignon ha organizzato la cena di fine anno per tutti i soci dell’esclusivo club Cercle. Quest’anno l’idea della maison è stata di declinare l’incontro all’eleganza, proponendo un nutrito gruppo di realtà che sapessero trasmettere l’idea di gusto e ricercatezza a cui si anela in questo nostro periodo storico fatto di troppe incomprensioni sul tema
Per essere ancora più incisiva in tal senso, la squadra di Dom Pérignon ha stampato in edizione limitata e di lusso il “Trattato della vita Elegante” di Honoré de Balzac (curato da Alex Pietrogiacomi e pubblicato quest’anno dalla Piano B Edizione, con i disegni di Massimiliano Mocchia di Coggiola, l’intervento di Tiziana Goruppi e la postfazione di Salvatore Parisi), rendendo omaggio non solo al grande scrittore francese ma anche a una filosofia di vita che si sta riproponendo in maniera decisa nel quotidiano vivere, quella della bellezza e del gusto nella loro originalità e eternità.
Gli intenti sono stati chiari fin da subito e scritti sul bel libretto che accompagnava l’incontro, come in una serata all’Opera:
Lo stile Dom Pérignon, da sempre unico nella Champagne, si basa su un manifesto che si compone di dieci principi inderogabili enunciati dallo Chef de Cave, Richard Goeffrey.
Questo manifesto, immutabile nel tempo, permette allo Champagne Dom Pérignon di mantenere vendemmia dopo vendemmia un carattere perfettamente riconoscibile anche alla luce delle peculiarità specifiche di ogni annata. Ogni Vintage Dom Pérignon nasce dal bilanciamento tra lo stile della Maison e l’espressione dell’annata. Questo principio porta però con sé il rischio che in alcune annate Dom Pérignon possa non essere prodotto.
La precisione è una delle caratteristiche fondamentali di Dom Pérignon, ciò che permette a questi vini di esprimersi con intensità eccezionale. A questo proposito lo stile Dom Pérignon può essere paragonato a quello degli artigiani che la Maison ha invitato a questo “appuntamento di vita elegante” dedicato ai soci CERCLE. L’invito a entrare a far parte di CERCLE è rivolto dalla Maison a un numero ristretto di persone che condividono con Dom Pérignon la filosofia dell’eccellenza e dell’eleganza che può prendere di volta in volta la forma di una bottiglia di prezioso
Champagne, di un paio di guanti tagliati ad hoc, un ombrello completamente realizzato a mano, un vestito che esalta le qualità di ogni persona, una camicia curata elegantemente in ogni singolo dettaglio, un sigaro arrotolato da mani esperte... realizzati da sapienti artigiani che da generazioni di dedicano a questa arte. Dom Pérignon vi accompagnerà questa sera in questo viaggio nel mondo dell’eleganza, un viaggio che siamo sicuri vi lascerà ammaliati.
Ogni artigiano infatti si incastonava nell’enorme salone con dei mobili e degli oggetti d’epoca che regalavano un gusto tradizionalista all’insieme creando dei piccoli dagherrotipi che congelavano lo spazio e il tempo.
L’avo Francesco Maglia inizia l’attività quale apprendista ombrellaio nel 1850 in una fabbrica di ombrelli a Montechiari (BS) all’età di 14 anni. Quattro anni dopo entra come socio in una piccola fabbrica di ombrelli a Verolanuova (BS) e successivamente, trasferitosi a Pavia, avvia l’attività in conto proprio. Nel 1876 la ditta si trasferisce a Milano. Per tradizione un figlio è sempre stato chiamato Francesco, uno degli attuali titolari è il quinto Francesco e dirige con il fratello Giorgio l’azienda di famiglia.
Da sempre la ditta Maglia rispetta la filosofia del lavoro ben eseguito e perpetua la manifattura artigianale e l’antica perizia manuale, utilizzando solo materiali in ottone, legno e ferro; ogni fase
Lo stile della ditta è classico secondo i dettami della linea inglese anche se l’azienda è in costante ricerca di nuovi tessuti, offrendo così una vasta gamma di tessuti.
In questi ultimi anni su pressante richiesta del mercato giapponese e americano la ditta ha ripreso la confezione di raffinati parasoli in pizzo, fibre naturali, con impugnature pregiate dal bamboo al corno, all’argento ornati di rouche, chinesino, o passamaneria.
Nel 1958, dopo una lunga collaborazione con Dante Trussardi, Valentino Mazzoleni decide di mettere a frutto la grande esperienza acquisita negli anni e di aprire un proprio laboratorio artigianale.
L’arte del guanto è un’arte di altissimo artigianato, poiché la produzione di un guanto richiede somme di competenze complesse e una grande precisione di esecuzione.
La mano è la sede del tatto e quindi straordinario veicolo di piacere, conoscenza ed esperienza. Per questo motivo va protetta dagli agenti esterni, senza privarla però della sua sensibilità.
Valentino ha continuato per decenni a servire tutte le migliori griffe dell’alta moda, lasciando oggi nelle mani del figlio Luigi e del nipote Valentino un vero e proprio marchio “Mazzoleni Gloves” riconosciuto in tutto il mondo come sinonimo di irraggiungibile qualità nel mondo del guanto.
La cura dei metodi di produzione, la sapiente selezione delle pelli, la profonda conoscenza del rendimento della materia usata, la pazienza dell’artista, sono i mezzi con cui i Mazzoleni danno corpo alla loro fama Pelli e cachemire morbidissimi sono i materiali scelti da Mazzoleni per gli innumerevoli modelli di guanti che escono dall’affascinante atelier.
Anche loro infatti figuravano tra gli ospiti nell’elegante libretto di benvenuto:
L’azienda punta oggi a coniugare al valore della propria tradizione storica la volontà di’innovare, affacciandosi sui mercati internazionali. I capi vengono realizzati rigorosamente su misura, nel tentativo di unire allo stile e all’eleganza classica della tradizione un nuovo modo di concepire il taglio di una camicia.
Il tempo e la precisione sono i valori che consentono a un pezzo di stoffa di diventare una camicia perfetta, che favorisce gli amanti dell’individualità e della fantasia.
Un abito deve essere innanzitutto comodo e corretto, il che lo rende bello e armonico.
Inoltre, occorre saper tradurre nella pratica il dettaglio personale, il guizzo, la fantasia, lo stile individuale.
Taglio, lavorazione, stile, tradizione, attenzione e tante ore di lavoro, questi sono gli ingredienti di un abito Pirozzi. Lo stile napoletano è sobrio ed elegante in qualsiasi momento ma ha dei canoni estetici inequivocabili; si devono scegliere modelli e tessuti adatti a ogni esigenza e a ogni tempo. Perché il vestito è lo specchio dell’uomo che lo indossa.
L’unione di queste realtà con l’ineguagliabile champagne servito e gli aperitivi di grande gusto hanno portato gli ospiti verso la cena e i ringraziamenti.
Buona scelta
IBD
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