Amy Winehouse aveva una dote, una sola, che la rendeva unica: la voce. E la sua voce ieri si è spezzata una volta per tutte. Non mi và di addentrarmi in discorsi moralisti, se devo giudicare Amy la giudico per il suo lato artistico, non certo per le sue scorribande o per le sue disavventure. Quello che interessa al sottoscritto sono le emozioni che riusciva a suscitare con la sua “black voice”. Voce d’altri tempi, un po’ come il suo stile così retrò, ma così originale. Aveva fatto irruzione nel mondo della musica mescolando black music, al pop, al jazz e al blues, aveva creato scompiglio e si era attirata la giusta attenzione mediatica, che gli avrebbe dato una mano ad amplificare le sue debolezze…..
Ok, questo rischierebbe di diventare uno dei tanti “pezzi” come se ne leggono e leggeranno tanti in questi giorni. Lo finisco qui, in anticipo, come Amy ha deciso di andarsene.
Buon “ultimo” viaggio Amy.
Ah, mi va di salutarla con questo pezzo, Pete Doherty, suo amico, che canta Neil Young in The Needle and the Demage Done….perchè “Every junkie’s like a settin’ sun!”