Titolo: Everyman
Titolo originale: Everyman
Genere: romanzo
Autore: Philip Milton Roth (The Philip Roth Society – Wikipedia)
Nazionalità: statunitense
Anno prima pubblicazione: 2006
Ambientazione: Elizabeth (New Jersey), Starfish Beach (New Jersey), dal 1933 al 2004
Personaggi: il protagonista senza nome, Nancy, Howie, Phoebe
Casa Editrice: Einaudi
Traduzione: Vincenzo Mantovani
Pagine: 123
Provenienza: Biblioteca
Link al libro: IN LETTURA – ANOBII – GOODREADS
inizio lettura: 18 febbraio 2014
fine lettura: 23 febbraio 2014
Voto: 8/10
Ma come si fa a scegliere volontariamente di lasciare la nostra pienezza per quel nulla sconfinato? Come avrebbe fatto, lui?
(Pagina 112)
E’ la prima volta che leggo Philip Roth, dopo aver tanto sentito parlare di questo autore. Il romanzo non è stato quello che mi aspettavo, ma mi ha sicuramente colpito molto. Anche troppo, forse.
Siamo al funerale del protagonista, di cui non conosciamo il nome. Amici e parenti lo ricordano, e da qui partono una serie di flashback che ci raccontano tutta la sua vita per arrivare poi, come ogni uomo, alla fine, alla morte.
Mi sono approcciata a questo libro perché tra quelli di Roth rimasti da leggere nella Gara d’Autore questo qui era breve, era presente nella mia Biblioteca e ce l’avevo in wishlist. A parte questo, non avevo idea di cosa aspettarmi, se non per il fatto di aver sempre sentito parlare bene di Roth. Durante la lettura ho faticato a capire se il libro mi stava piacendo o no, e anche a fine lettura c’ho dovuto pensare, perché questo romanzo mi ha colpito in modo particolare.
everyman by cenevols on deviantART
L’ambientazione varia, tra Elizabeth, città Natale del protagonista, New York, le spiagge del New Jersey. Non è mai preponderante, però: tutta l’attenzione è sui personaggi. All’inizio sono gli altri a parlare, a raccontare qualcosa del protagonista, poi la palla passa a lui, con svariati flashback, e tutti gli altri li vediamo tramite i suoi occhi, quindi in funzione di lui, ma non per questo sono meno vividi ed efficaci.
Lo stile è sempre la cosa che faccio più fatica ad analizzare in un romanzo, perché di solito mi colpisce più facilmente in negativo, ovvero se non ho niente da dire al riguardo è perché mi è piaciuto da leggere ma non ci ho fatto particolarmente caso. Questo libro è uno di questi ultimi casi.
Veniamo infine alla trama, che ripercorre, con flashback e salti temporali, tutta la vita di un uomo. Un uomo nato nel 1933, come l’autore, e morto, suppongo, l’anno in cui Roth stava scrivendo questo libro. Questo senso “autobiografico” (che, mi hanno detto, è tipico degli scritti di Roth), a lettura ultimata, mi ha quasi, in un certo senso, riconciliato con la profonda impressione che il libro ha avuto su di me.
Commento generale.
Valar Morghulis by inactivista on deviantART
Il titolo di questo romanzo si rifà a un dramma del 1400 con lo stesso titolo, e col significato di “ogni uomo deve morire”. Non ho potuto fare a meno di pensare al Valar morghulis di Games of Throns aka Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. In antico valyriano significa proprio “tutti gli uomini devono morire”.
Innanzi tutto, questo libro ha colpito fortemente la mia ipocondria. Ad ogni nuova operazione del protagonista, che ha sempre vissuto una vita sana, fatto sport, eccetera, io lo trovavo sempre più difficile da sopportare. Perché sentivo troppo mie tutte le sue sensazioni, dalla più banale paura all’assurdo odio per i sani. Per non parlare poi del pensiero della morte, e del modo in cui prende il protagonista. Onestamente parlando, mi ha fatto male questo libro. A lettura ultimata non sapevo se alzargli o abbassargli il voto per questo motivo, visto che mi ha depresso, o meglio, ha fomentato le mie paure, ma proprio per questo mi ha coinvolto come non mai. Alla fine quindi ho deciso di aumentarglielo il voto, perché a distanza di alcuni giorni sento ancora forte l’impressione che questo libro ha prodotto in me, e non smetto di pensarci. In più, quando ripenso al titolo lo trovo ancora più geniale. Everyman’s Jewelry Store (la gioielleria di tutti) è il nome del negozio del padre del protagonista ma, leggo nel risvolto di copertina, Everyman è anche il titolo di un anonimo dramma del Quattrocento inglese che ha come tema la chiamata di tutti gli uomini alla morte. Personalmente, ignorando questo particolare che ho letto solo dopo, io avevo inteso quell’”everyman” come “questa è la storia di ogni uomo”, come a dire di qualunque uomo, ma anche di un uomo qualunque. Magari anche la mia.
Ultimo commento sulla copertina: mi è piaciuta fin da subito, da quando h preso il libro in Biblioteca: completamente nera, senza immagini, senza neanche un riquadro. Perfetta.
Grazie a…
…Miss Piggy, il cui commento mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro (QUI la sua recensione).
Sfide
Una sfida semplice: tutti diversi (2014)La sfida grammaticale 2014
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GARA D’AUTORE 5
I Love Library Books (2014)
Mini recensione in 3 parole
Just like everymanUn po’ di frasi
Intorno alla fossa, nel cimitero in rovina, c’erano alcuni dei suoi ex colleghi pubblicitari di New York che ricordavano la sua energia e la sua originalità e che dissero alla figlia, Nancy, che era stato un piacere lavorare con lui. C’erano anche delle persone venute su in macchina da Starfish Beach, il villaggio residenziale di pensionati sulla costa del New Jersey dove si era trasferito dal Giorno del Ringraziamento del 2001: gli anziani ai quali fino a poco tempo prima aveva dato lezioni di pittura. [incipit] È impossibile rifare la realtà. Devi prendere le cose come vengono. Tener duro e prendere le cose come vengono. (Pagina 7) Ma la cosa più straziante è sempre la normalità, il constatare ancora una volta che la realtà della morte schiaccia ogni cosa. (Pagina 14) - Detesto le lacrime. - Tutti noi, ma piangiamo lo stesso. (Pagina 63) Ma quanto tempo poteva passare un uomo ricordando i momenti più belli dell’infanzia? Perché invece non godersi i momenti più belli della vecchiaia? O i momenti più belli della vecchiaia erano proprio questi, la nostalgia per i momenti più belli dell’infanzia… (Pagina 86) Perché la più inquietante intensità della vita è la morte. (Pagina 115)explicit Leggi
Perse conoscenza sentendosi tutt’altro che abbattuto, tutt’altro che condannato, ancora una volta impaziente di realizzare i propri sogni, ma ciò nonostante non si svegliò più. Arresto cardiaco. Non esisteva più, era stato liberato dal peso di esistere, era entrato nel nulla senza nemmeno saperlo. Proprio come aveva temuto dal principio.
Argomenti
4 stelline, ambientati negli Stati Uniti, ambientati nel 20° secolo, ambientati nel 21° secolo, autori del 21° secolo, autori statunitensi, explicit, frasi dai libri, GARA D’AUTORE 5, I Love Library Books (2014), incipit, La sfida grammaticale 2014, La sfida infinita 2014, Mini Recensioni 2014, segnalibri, Tutti diversi 2014, voto 8