Coach Robinson rimane comunque in panchina e d'altronde gli accordi con la federazione erano stati presi prima ancora che partisse la spedizione in Nuova Zelanda. In teoria, il nuovo contratto con la SRU scade dopo il 2015 e il tecnico non ha alcuna voglia di fare un passo indietro, puntando dritto al 6 Nations 2012.
Intanto prova a fare il punto della situazione: "Obviously everybody's hugely disappointed with the way that we ended the tournament and with not qualifying for the quarter-final stages". Nello stesso tempo, "there's a lot of positives I'm going to take out of the tournament and for the squad it's important now we're able to start the planning now for the Six Nations".
Da una parte la frustrazione, dall'altra un bel gruppo di giocatori. "Winning and losing is about small margins; it's about the inches. That's what Test rugby's about. You've got to be able to finish teams off. We weren't able to do that". Una dura lezione da digerire ed imparare, per Robinson.
Nel gruppo delle escluse c'è ovviamente l'Italia. Dove in attesa che parli il nuoco ct Jacques Brunel, parla il solito presidente della Fir, Giancarlo Dondi. "S’era già visto con il Giappone, che qualcosa non funzionava. Tanti errori in attacco, la difesa che non avanzava", ha dichiarato in un'intervista rilasciata a Massimo Calindri de La Repubblica. Sarà per questo che il suo stato maggiore si è guardate bene dal prenotare i biglietti per andare al seguito degli Azzurri in terra neozelandese.
Dondi ribadisce che "bisogna mettere rimedio subito" dopo che l'Italia è scesa al 12° posto del ranking mondiale. Liquida quattro anni di gestione Nick Mallett con poche parole: "Credo di averlo messo nelle condizioni di lavorare al meglio". E annuncia la linea che adotterà con Brunel: "Saprà cosa fare. Io non ci metto becco". Al massimo si lamenterà se una delle due formazioni impegnate nel Pro12 vincerà mentre l'Italia sarà alle prese con il 6N."Bisogna cambiare programma. Subito", aggiunge. Ma non chi lo dirige, evidentemente. "Lavoriamo sui giovani dell’Accademia ('Bocchino? Doveva cogliere la sua occasione, non ha saputo placcare', Mallett dixit) e con le franchigie. Il rugby si gioca tutti insieme. Mi aspetto un bel Sei Nazioni. Ma questa volta attaccando l’avversario. Il catenaccio lasciamolo agli altri". A lui, tipo, così lo mette sulla porta del suo ufficio e nessuno può entrare a disturbarlo.