Foto di una TALEBANFEMMINISTA (vestita).
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Un giorno puoi svegliarti e scoprirti un brufolo sul naso. Un giorno puoi scoprire che ti piace un sacco la cioccolata al peperoncino. Un giorno puoi scoprire di essere TALEBANFEMMINISTA. La vita è fatta di scoperte.
Così, ho scoperto di essere TALEBANFEMMINISTA.
Me l’hanno fatto capire – indirettamente – PAOLA BACCHIDDU (giornalista, responsabile comunicazione della Lista Tsipras, come ormai sanno tutt*) e ANNALISA CHIRICO (giornalista, autrice del libro “SIAMO TUTTI PUTTANE“, uscito or ora in libreria).
Non ho voglia di ripetere qui tutti i fatti, dal bikini bianco al libro, perché tanto sappiamo tutto, abbiamo letto tutto, abbiamo visto tutto. E diventerei molto noiosa a ripetere il “già scritto e già detto” da altri.
Quindi, esprimo solo la mia modesta opinione sul concetto di TALEBANFEMMINISMO.
Le TALEBANFEMMINISTE, secondo le vere donne libere-liberate (?), sarebbero le femministe integraliste, quelle che non amano il nudo del corpo della donna, quelle che sono sinistroidi-bacchettone. E magari sono quelle – aggiungo io – che non si depilano, hanno la cellulite e taglia 50 per cui il bikini bianco lo odiano proprio.
ERRORE.
Care le mie signore di ampio pensiero e di ampia veduta, noi c.d. TALEBANFEMMINISTE amiamo molto, ma davvero molto il corpo nudo della donna. Niente di più bello al mondo. Niente di più armonico. Il fatto è che siamo contro il diktat socio-culturale “CORPO DELLA DONNA = STRUMENTO AD USO E CONSUMO DI QUALCOSA-QUALCUNO“. E non parlatemi di Femen, perché quello è un movimento di femministe che usano il seno scoperto per protestare contro delle vere sopraffazioni e prevaricazioni sociali e politiche.
Il corpo “libero-liberato” che voi intendete proporre non è il CORPO SINGOLO DI UNA DONNA SINGOLA che manifesta la propria AUTODETERMINAZIONE.
Il corpo “libero-liberato” che voi intendete proporre è in realtà un CORPO LEVIATANICO dove noi tutte dovremmo fonderci-omologarci, per renderlo strumento di qualcosa di più grande, di un messaggio politico, di un messaggio sociale.
Io non ci sto ad essere inglobata nel vostro MESSAGGIO TOTALE, nella vs battaglia del SIAMO TUTTE UGUALI.
“IO SONO MIA” non significa solo che io sono libera di vivere un sesso libero e un’autodeterminazione a 360°, di fronte ad una società patriarcale e maschilista.
“IO SONO MIA” significa anche che io NON sono disposta a farmi inglobare in CORPI LEVIATANICI dove intende imperare il PENSIERO UNICO.
Questo è il vecchio metodo del sistema patriarcale: il PENSIERO UNICO OMOLOGATO e IMPERANTE.
QUINDI.
NESSUNA PARLI A NOME MIO.
NESSUNA PARLI A NOME DI TUTTE.
E per concludere: con tutto il rispetto per le scelte altrui, IO NON SONO PUTTANA.
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CONTATTI 16 maggio 2014: 26.332
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