Riccardo Borzatta 1975.
E’ l’anno in cui probabilmente ci siamo conosciuti a New York mentre suonava al pianoforte dell’hotel a Broadway e forse aveva un negroni..a portata di mano.
Avevamo fatto il volo tutti insieme organizzato dall’Istituto per il Commercio Estero per presentare agli americani le sete ed affini di Como,ad una mostra tessile in un hotel di fronte al Palazzo delle Nazioni Unite,ma come nessuno conosceva me,se pur lavoravo per un’azienda di Como,io altrettanto non conoscevo nessuno tra i miei concorrenti comaschi.
Ricordo che il nostro gruppo fu diviso tra due hotels,e dove dormivo io c’era pure il sig Borzatta che la sera stessa forse si mise al pianoforte,suonando e cantando pezzi di jazz,e divenimmo conoscenti.
Poi in un altro ricordo dello stesso viaggio lo intravedo in una serata brava al Club 54,dove per entrare,ti guardavano dalla testa ai piedi,se gli andavi a genio,entravi,se no,restavi fuori.Credo andammo in visita insieme.C’era anche,ma non con noi,Florinda Bolkan,un’attrice brasiliana.
Rividi Borzatta un’ultima volta a Fino Mornasco a casa sua,una sera dove andammo a trovarlo con un amico-collega ed una cliente neo-zelandese,suonò tutta la serata,se ben ricordo il suo repertorio moderno.Accompagnandosi con un negroni,uguale a quello chiesto in Germania,oggetto della poesia,intitolata Un Fiurèt..Un Fioretto..dove alla fine appare il titolare del Bar con le mani sui fianchi che gli impone di scegliersi da bere tra le proposte della carta,già che il negroni non sapevano che diavolo fosse.Terminò facendosi una..birretta..di consolazione..e via a letto.
Questa era la vita del venditore estero di tessuti.
Fine del capitolo.
La Provincia è il giornale più conosciuto di Como.