Il conflitto in Libia, iniziato qualche giorno fa apre scenari tutt’altro che chiari anche per il nostro paese. Due le questioni su cui riflettere: l’emergenza immigrati a Lampedusa, che in poche settimane ha praticamente raddoppiato i suoi abitanti e la possibile via di ingresso degli estremisti islamici;
Mentre piovono bombe sulla Libia a Lampedusa continuano gli arrivi dei barconi e la corsa contro il tempo per i trasferimenti. “Qualcuno” invece, prevede una nuova ondata di terrorismo islamico. “No alle violenze ingiustificate e alle derive del fondamentalismo islamico” dice il premier Berlusconi che ha dichiarato di essere “molto preoccupato”. Quello che sicuramente desta preoccupazione è che nonostante la collaborazione generosa degli isolani la situazione sta sfuggendo di mano. In aumento il rischio di un’epidemia che non e’ poi un’ipotesi remota perche’ non hanno acqua per lavarsi e vestiti per cambiarsi. Trascorrono la giornata all’aperto e di notte dormono all’addiaccio.
Non dobbiamo più scegliere fra guerra e pace (oramai è guerra), ma fra una politica consapevole, con scelte ragionate e un’accozzaglia di propagandisti guidati dal caso. I movimenti spontanei del Nord Africa sono moti per la libertà che non credo c’entrino nulla con il terrorismo, sono la reazione alla disperazione e all’esasperazione di un prolungato periodo di dittatura. I libici non sono contro l’Occidente che guardano come esempio di speranza. In Libia è in atto un processo di destabilizzazione che crea preoccupazione ma non è collegabile al terrorismo. Gli insorti reclamano solo la libertà. Finita la guerra, poi, quale sarà il ruolo dell’Italia al tavolo dell’energia, ora che la catastrofe giapponese ha messo in ginocchio il progetto del nucleare? La crisi libica scompagina la politica italiana, tra un interesse nazionale messo in crisi dal protagonismo francese e le paure dei cittadini di un’invasione di profughi.
Mentre scende la notte su Lampedusa e si dorme all’aperto. Il mare è calmo sotto il cielo aperto della Sicilia. Degli uomini attendono di sapere quale sarà il loro destino.
Sono tanti, e chi decide del loro futuro è seduto dietro ad una scrivania. Che fine faranno tutti questi sbarcati e gli altri che sbarcheranno a Lampedusa?