Exploring Oceans è il rinnovato appuntamento del blog interamente dedicato al mare e alle tematiche ambientali connesse, pensato per offrire una panoramica aggiornata sulle principali notizie ed iniziative del settore, per un amore ed un rispetto più consapevoli.
In questo numero:
- In Toscana un vivaio unico in Europa per la riforestazione dei fondali marini;
- Un maglione di pile può rovinare gli oceani;
- Maldive: SOS rifiuti per arcipelago-paradiso. Hotel e resort sotto accusa;
- Marina militare: dvd racconta nave scuola Vespucci;
- In Arsenale Spezia modelli storici e schede tecniche di 140 anni di storia navale.
In Toscana un vivaio unico in Europa per la riforestazione dei fondali marini
Un vivaio, unico in Europa, per produrre nuove esemplari di Posidonia oceanica e in qualche modo ricollocarli sul fondale marino per rinfoltire le praterie di questa alga tipica del Mediterraneo. E’ il risultato di una ricerca condotta da un team di biologi dell’Università di Pisa nel laboratorio di biologia marina di Villa Celestina a Castiglioncello (Livorno).
I ricercatori hanno anche brevettato il nuovo metodo realizzato anche grazie al contributo di Solvay e della Provincia di Livorno. ”Il sistema – spiega la biologa Elena Balestri – è in grado di fornire consistenti quantità di piante a partire dai frutti e dai frammenti di rizoma che si distaccano naturalmente dalle praterie e si depositano sulle spiagge con le mareggiate. Il nostro vivaio può ospitare centinaia di esemplari di Posidonia oceanica e di Cymodocea nodosa e gli studi dimostrano che gli esemplari prodotti hanno la capacità di riadattarsi all’ambiente naturale, anche dopo anni di permanenza in vivaio, e quindi possono essere effettivamente impiegati per la riforestazione di fondali marini degradati”.
Un maglione di pile può rovinare gli oceani
Scatta un nuovo allarme per l’equilibrio della vita negli oceani e questa volta il pericolo arriva dai capi di abbigliamento in pile, che si tratti di un maglione, di una sciarpa o di un berretto.
Secondo infatti un recente studio pubblicato sulla rivista Science, che ha coinvolto scienziati ambientali di sei continenti, durante ogni lavaggio in lavatrice possono staccarsi fino a 2.000 fibre di poliestere e acrilico dai capi di abbigliamento. Queste fibre poi finiscono nelle acque di scarico e quindi negli oceani di tutto il mondo. Le conseguenze della ricerca sono ancora piuttosto nebulose, ma i ricercatori sono convinti che le microscopiche particelle di plastica siano in grado di danneggiare l’equilibrio ambientale.
“L’esistenza di questi componenti in ambienti marini non è una novità assoluta, ma è la prima volta che la questione viene esaminata su scala globale“, ha detto l’ecologo Mark Browne dell’University College di Dublino, che ha coordinato il team di esperti e raccolto campioni di sabbia da diciotto spiagge. In ognuna di queste c’erano residui di fibre sintetiche colorate – filamenti di poliestere o acrilico – utilizzate per i maglioni in pile. I campioni più contaminati erano quelli provenienti dalle aree a maggiore densità abitativa.
Insomma per gli scienziati le particelle di tessuto sintetico “sono colpevoli fino a prova contraria”, e hanno invitato le aziende produttrici di abbigliamento, di lavatrici e di depuratori a individuare nuove tecniche in grado di salvaguardare gli oceani.
Maldive: SOS rifiuti per arcipelago-paradiso. Hotel e resort sotto accusa
Le Maldive hanno temporaneamente sospeso lo smaltimento dei rifiuti in un’isola artificiale nei pressi della capitale Malè perché la spazzatura sta debordando nelle acque cristalline del famoso arcipelago dell’Oceano Indiano. Lo rivela il quotidiano on line Haveeru.
L’isola di Thilafushi, nota anche come ”l’atollo dell’immondizia”, è usata dai lussuosi hotel per eliminare i rifiuti lasciati dai turisti stranieri. Secondo la fonte, le autorità locali hanno deciso di vietare l’attracco alle barche cariche di spazzatura provenienti dai resort ”fino a quando sarà emanato un nuovo regolamento per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani’‘.
Ad essere sotto accusa sono gli hotel, che sono tenuti a eliminare in loco i propri rifiuti, ma che non lo fanno per non contaminare con cassonetti o, peggio, fumi maleodoranti i loro ”paradisi incontaminati”.
Nella discarica lavorano anche dei poveri immigrati dal Bangladesh che si occupano di separare i rifiuti e estrarre metalli e altri elementi che possono poi rivendere.
Ma a preoccupare di più gli ambientalisti è la presenza nel sottosuolo di sostanze nocive come asbesto, cadmio e altri veleni che si sono accumulati con gli anni e che ne fanno una potenziale ”bomba ecologica” per il fragilissimo ecosistema.
Come il resto del famoso arcipelago che emerge di appena un metro dal livello del mare, ”l’atollo della spazzatura” è a rischio inabissamento a causa del cambiamento climatico.
Marina militare: dvd racconta nave scuola Vespucci
La nave scuola della Marina Militare ‘Amerigo Vespucci‘ compie 80 anni e si racconta nel dvd ‘Quel che persevera’, realizzato dalla stessa forza armata e dalla Rai. Attraverso le parole del suo equipaggio, raccolte nel corso dell’ultima campagna di istruzione condotta nelle acque del Mediterraneo tra tra luglio e settembre scorsi, lo storico veliero ed il suo equipaggio si svelano.
“I volti, le voci di coloro che in questo dvd raccontano la oro nave – spiega Carlo Romeo, direttore Rai Segretariato sociale – rappresentano tutti gli uomini e tutte le donne della Marina Militare, senza alcun filtro o artificio mediatico. Le immagini sono state realizzate da personale della Marina, addestrato ad usare la telecamera e la macchina fotografica professionalmente. Soltanto dei marinai che fanno gli operatori possono raccogliere immagini come quelle che accompagnano queste parole e queste storie“.
“Sono molto colpito – osserva da parte sua l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, ispettore delle scuole della Marina Militare – dalla qualità e dall’autenticità di questo prodotto. Rispetto a molte operazioni di propaganda si ha la sensazione di spontaneità, grazie all’assenza di retorica e si ha l’idea di cosa accade sulla Vespucci che costituisce un rito di passaggio fondamentale: quando si scende da quella nave si entra a far parte di una comunità“.
In Arsenale Spezia modelli storici e schede tecniche di 140 anni di storia navale
L’Arsenale della Marina militare della Spezia è la location straordinaria della mostra sui 140 anni di storia dello sviluppo della tecnologia navale italiana.
La mostra, che si sviluppa su oltre 200 metri di fronte espositivo arricchito da modelli storici, disegni d’epoca, schede tecniche, macchinari originali, foto e filmati ha per titolo ‘Da Cavour alla Cavour‘ ed è stata organizzata dalla facoltà di ingegneria dell’ateneo di Genova in collaborazione con la Marina militare per celebrare i 140 anni dalla fondazione della storica Regia scuola superiore navale di Genova.
L’esposizione, curata dal capitano di vascello Marco Gargano e dagli ingegneri Rodolfo Tedeschi e Marco Prandoni, spazia tra i due momenti significativi della storia delle tecnologie navali che danno il nome alla manifestazione: la costruzione dell’Arsenale fortemente voluta da Cavour e l’entrata in servizio dell’imponente portaerei realizzata da Fincantieri.
“Un’iniziativa significativa – ha detto il contrammiraglio Marco Manfredini, direttore dell’arsenale spezzino – in una sede altrettanto significativa, che ha dato tanto alla città e al Paese: proprio qui nel 1887 fu realizzata la prima vasca navale in Italia”.
“In questa mostra – ha aggiunto Paola Girdinio, preside della facoltà di ingegneria dell’Università di Genova – viene riassunto lo sviluppo della tecnologia navale militare e di quella mercantile, nato dalla forte indole innovatrice di Cavour, e vuole essere anche uno stimolo a rivitalizzare un settore che puo’ offrire nuove occasioni di ripresa e di sviluppo”.
Un’opinione condivisa anche dal presidente dell’autorità portuale della Spezia, Lorenzo Forcieri: “In questo momento di crisi della cantieristica e dell’economia in generale, innovare puo’ essere la carta vincente per difendere il primato d’eccellenza conquistato con fatica. Il Distretto ligure delle tecnologie marine, valido contenitore di eccellenze, puo’ essere il ‘mezzo’ attraverso il quale sviluppare nuove tecnologie”.
Fonte: ANSA
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