In una piovosa giornata novembrina si consumò il fattaccio.
Madre e figlia si dirigono verso il centro commerciale per rifornire le dispense casalinghe; piove a dirotto, scendono dalla macchina e aprono il grande ombrello rosso a pois bianchi. Un breve tratto a piedi e sono dentro, è caldo. Il carrello corre veloce tra gli scaffali: pasta, legumi, farina, zucchero, uova (le galline della famiglia sono in sciopero: eggs strike), agar agar per la panna cotta, peperoni, zucchine: il carrello è pieno a metà. Le donne, svelte, si dirigono verso il reparto frigo, la temperatura si abbassa preparando il terreno per l’avvenimento. I prezzi sugli scaffali son alti, l’inflazione uccide l’Italia, la crisi l’annienta ma da un ventennio la famiglia, composta da persone coerenti, non ha voluto cambiare le abitudini: il prodotto costa ma è di qualità! La mamma afferra un panetto di burro da 250 grammi, un panetto avvolto da una carta particolarmente colorata, e rivolgendosi alla figlia con sguardo fiero e felice le dice: “Guarda, ho preso il burro light per te!”, la figlia con aria costernata risponde: “Mamma, cosa devo farci con il burro light? Non sono a dieta”. La tensione è palpabile, le donne si guardano ma la mamma mantiene un’espressione affabile e risponde: “Figlia ma non ci sono i grassi, sei o non sei vegetariana?”, parole seguite da un lungo, lunghissimo, momento di silenzio; ad un’affermazione di questo tipo è necessario rispondere con diplomazia ma è davvero difficile, nella sua mente la ragazza pensa a quale collegamento la mamma possa essersi ispirata per queste perle di saggezza popolare. La mamma poggia il panetto nel carrello e riprende la sua corsa. “Figlia mia lo dicono anche in televisione, in vista dell’expo di Milano, che è bene mangiare meno grassi: io sono un genitore giudizioso, sai?!”
Vegetariani VS il mondo del light: le battaglie ideologiche non sono più quelle di una volta.
Viviana Minori