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Expo con Gipsy – ti racconto una favola

Creato il 23 luglio 2015 da Agipsyinthekitchen

Voglio raccontarvi una favola. Una di quelle belle, che finisce con un sorriso e sembra di aver appena mangiato zucchero filato.
Voglio raccontarvi una storia di quelle che rincrescono in un giorno di Sole troppo caldo per pensare, troppo caldo per dormire, troppo caldo per fare tutto.

Mi piace pensare alla bambina che trovò la spiaggia e la fece diventare la sua migliore amica. Ma questa non è nemmeno una storia sulla bambina. E’ una storia sulla spiaggia. Su ogni miliardo di granellini che la compongono  e le danno forma e materia. Quindi: c’era una volta, ma forse c’è ancora, perché è così che ogni favola comincia.

C’era una volta un lembo di terra battuto dal mare proprio dietro una pineta. Era un po’ difficile da raggiungere, si trovava esattamente a metà tra l’oceano e la terra ferma. Abbracciata da onde piene di stelle marine, coccolata da un vento che sembrava voler asciugare ogni lacrima.
La spiaggia si chiama Dunin, in onore di un pescatore dal cuore nobile, che veniva sempre qui con la sua nipotina, che per l’appunto, soprannominava Dunin. E per la legge della transitorietà e qualche altro avvenimento magico, la spiaggia stessa si legò così tanto a quel nome, che lo sussurrò ad ogni orecchia umana che con piedi felici correva su di lei. Ed è così che gli abitanti della zona, la chiamarono. La spiaggia del Dunin.

D’estate la spiaggia scottava, ma grazie agli amici pini accanto a lei, riusciva a catturare un po’ di freschezza, così che le mani paffute dei bambini che costruivano castelli di sabbia o le mani innamorate di giovani coppie, potevano sempre accarezzarla facendo scorrere i suoi granelli tra le dita e nei pensieri.

I tramonti, oh i tramonti erano bellissimi e d’autunno l’aria fresca regalava promesse di nuvole rosa all’orizzonte, con la leggerezza che solo il giusto connubio tra mare e terra riesce a regalare agli avventori.

D’inverno invece, era uao. Si perché la trasparenza delle acque e la limpidezza della spiaggia si fondevano in un abbraccio protettivo che lasciava trasparire solo effluvi sinceri di paesaggi incontaminati.
Un bel giorno d’ inverno, circa 6 gradi C, subito dopo pranzo, una ragazza dai capelli rossicci di nome Angelica pose il suo sguardo sulla nostra spiaggia. Era con il suo cane e aveva deciso di portarlo a correre, dopo aver studiato la lezione di geografia del giorno dopo. Si comprò una cioccolata e con le mani ingolfate in guanti e il viso protetto da un cappello di lana e da una sciarpona fatta a mano dalla sua nonna, si diresse verso Dunin. Aveva voglia di stare un po’ con Burro, il suo golden retrivier, e parlare con i suoi sogni, perché era stufa di lasciarli nel cassetto.

Si erano appena trasferiti in quella città. La sua mamma aveva un ristorante e il suo papà fabbricava oggetti che i turisti, di anno in anno, portavano via come souvenir di vacanza.Erano un po’ gitani e cambiavano spesso casa, ma adesso avevano deciso d fermarsi vicino al mare, perché il suo papà era  il mare e non poteva più stare lontano da lui per i mesi freddi. Lei stava cercando il suo posto nel mondo, ed era una bella ragazzina di 12 anni, con le lentiggini e capelli di un ricciolo perfetto, sembravano quasi delle molle. Aiutava la sua mamma in cucina e le piaceva cucinare dolci, motivo per il quale profumava sempre di vaniglia e cannella, che andavano a incrostarsi nelle dita.
Amava il suo mare, e sentiva quella spiaggia come sua, nonostante fosse la prima volta che la visitò.

Quando Angelica si sedette su Dunin, si instaurò subito un legame magico. E bastò poco, perché la camminata, la corsa con il suo Butter, su Dunin, divenne un appuntamento fisso, giornaliero. Si sedeva su quella spiaggia, e non importava se era inverno o pioveva, lei era sempre lì, magari a piedi nudi a giocare con le onde, che tanto poi ci sarebbe stata la doccia calda e i tè bollenti a casa ad aspettarla.

Passò un anno, 4 stagioni e Dunin rideva nel cuore quando sentiva il tocco soffice di Angelica. Angelica parlava e si confidava, affidando i suoi pensieri al vento che a sua volta li sussurrava alla spiaggia, che innalzandoli andava ad accarezzarle le lacrime, quasi a farle capire che non doveva avere timore di nulla, perché lì era protetta dallo splendido potere di Madre Natura.

Purtroppo un giorno, di primavera, mentre Angelica correva con un abito bianco leggero e un maglione di lana aperto davanti verso la sua Dunin, con Butter sempre più felice di queste corse scanzonate, si vide davanti trattori e costruttori che impedivano l’accesso alla sua amata spiaggia. Corse a chiedere informazioni e venne liquidata da un brusco uomo d’affari con ” Ci costruiamo hotel e resort di lusso, che qui dobbiamo monetizzare”.

Come?Angelica prima pianse, non capiì come si poteva distruggere tale meraviglia, ma poi decise che le azioni sarebbero state più forte delle lacrime o delle parole. Con la sua mamma decise di radunare l’intero villaggio. Stampò manifesti e con la su classe organizzò un night camp sulla spiaggia, per proteggerla da quell’invasione bellica che l’avrebbe solo distrutta. Parlò con il giornale locale e riuscì anche a far arrivare la TV nazionale.
Disegnò magliette e chiese a tutti i suoi compagni di indossarle.
Gli amici vanno difesi, soprattutto quando ci regalano vita e protezione. Come appunto la Spiaggia Dunin, così come il nostro mare.

Soffio nel vento e cuori sparsi.Ci vuole coerenza per affrontare le battaglie più importanti e Angelica lo     sapeva bene. sapeva anche che se non avesse difeso quel terreno, la sua anima avrebbe perso un pezzo importante di cuore, e non poteva permetterselo.

Adesso, se fossimo al cinema, questa scena si concluderebbe con una bambina che piange e che viene portata via a forza dalle braccia forti del suo papà, fiero della sua piccola lottatrice. Un close up sull’insegna del loro ristornare ed un fast forward.
Si perchè Angelica la sua spiaggia Dunin l’ha salvata. Non solo: gli anni passano e con l’aiuto di un fast forward, troviamo Dunin piena di fiori bianchi portati per l’occasione e poche persone, durante un tramonto, ad aspettare una sposa bellissima, con i soliti riccioli rossi che cadono leggeri sulle spalle, mano nella mano del suo papà. Il sorriso della sua mamma che si commuove a vederla così bella. E un uomo che la attende all’altare. Anche bitter c’è ma è diventato polvere magica di Dunin, perché si sa, purtroppo i nostri adorati cani hanno una vita più corta della nostra – vita nella quale ci regalano il dono più immenso: la fedeltà incondizionata.

E quindi ecco: immaginate una cesta piena di ciliegie rosse e dolci. Immaginate il primo bagno el mare, in un mare cristallino e fresco. Immaginate l’albero di natale e le luci che si accendono intorno. Immaginate il bacio del vostro compagno e il caffè del mattino. Latte di mandorla fresco e le canzoni alla radio che più ci piacciono. Il finestrino abbassato in una notte di primavera. La polvere di brillantini sull’asfalto in città d’estate. La sensazione dopo una giornata in piscina. I biscotti appena sfornati. Il segno del costume.

Spero di avervi regalato questa sensazione, con questa favola.
Il mondo è nostro. Ed è la nostra favola. Ricordiamocelo ogni volta che decidiamo di mancare di rispetto, anche solo gettando un chewing-gum per terra. Le favole le scrivimi noi, facciamo si che ci siano sempre scenari perfetti.

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Siamo stati per il nostro fuori Expo a Verbania, sul Lago Maggiore . Qui la nostra gioca d’eccezione è stata Carla Maria Salamana. Posso solo dire che lei è un uragano di energie bellissime che ti travolge con amore in un caravan di cibo e delizie. Food Ambassador per Jamie Olivier, CEO di un’azienda di catering vegetariano e vegano, esperta di gusto e table design.
Siamo stati alla ricerca di luoghi preziosi e reità da tutelare. Abbiamo girato talmente tanto che il materiale video, essendo così corposo, è diviso in tre video e quello che vedete è solo il primo di un’avventura straordinaria alla scoperta di formaggi e sapori speciali.

Powered by TomTom
Il mio partner in crime di questo percorso eccezionale è stato TomTom Traffic che grazie alle nuove impostazioni del navigatore mi ha fatto arrivare a destinazione, guidandomi nelle strade meno trafficate, e segnalandomi ingorghi e incidenti.
Inoltre, alcune delle riprese sono state fatte con la nuovissima TomTom Bandit, che si tuffa persino nel mare con noi 

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Un po’ di indirizzi di questo straordinario luogo.

– ViWa abbigliamento (consigliato anche  da MONOCLE) negozio concept store antesignano di 10CorsoComo: amico della  mitica Carla Sozzani suggerì lui il negozio da fare, il Viky è anche gallerista d’arte, era amico e frequentava Andy Warhol e la Factory. shop piazza S.Vittore 4 Intra 0323 53190 – Polisportiva Verbano via Paolo Troubetzkoy, 1 Suna  fare canoa costeggiando il lago meraviglioso e spiaggia inclusa molto bella nel cuore di Suna  https://www.facebook.com/pages/Polisportiva-Verbano-sez-Canoa/1461203214144065?fref=nf Farmacia Dr.Nava: la farmacia con prodotti naturali, omeopatia, rimedi e consigli di personale molto competente, Silvio Nava,amico, è il titolare. Farmacista illuminato sempre cordiali e sorridenti anche aspetto estetica e nutraceutica innovativi nel settore naturale piazza Matteotti 25 0232 519181 Intra http://farmacianava.it/category/farmacia/
Food: 
EdeNatura -> ristorante veggie. – ristorante Montecimolo, in altura, si mangia anche pizza forno a legna ottima, con farine del territorio,  al fresco bordo piscina e quest’anno festeggiano i 40 anni di attività http://www.montecimolo.com/ – Generi Alimentari Silvia Podico via Umberto 1,  0323 551484 Vignone tradizionale piccolo negozietto di generi alimentari come non ce ne sono piu, con Silvia giovane sempre sorridente e tantissimi prodotti del territorio formaggi, salumi, e pane buonissimo – Formaggi da Eros. Il meglio. Abbiamo girato un’intervista meravigliosa. Che presto andrà online.
La Rampolina. Un ristorantino delizioso. Leggiadro , mi piacerebbe quasi definirlo. Tovaglie a scacchi e ingredienti a km0.
La ricetta – Il KaseKuchen
3 bicchieri di formaggio Gruyere o Emmenthal o qualsiasi a pasta morbida e filante 1 bicchiere di panna (anche Veg) 1 uovo intero bio 1/2 cipolla o cipollotto o scalogno sale pepe Pasta di pane per la base.
Per la pasta di pane:

350 g di farina tipo “0” o di grano duro bio
(anche farina integrale)
150 g di farina tipo “0” di manitoba bio
10 g di lievito madre
12 g di sale
15 ml di olio extravergine di oliva
25 cl d’acqua

Adagiate la pasta di pane su una tortiera circolare. Preparate il ripieno mischiando tutti gli ingredienti e colandoli poi sulla base, in modo da formare il ripieno. Tutto in forno a 180°C per 30/40 minuti.


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