Dire che i numeri dell’ Expo’ di Milano non siano stati una sorpresa sarebbe ipocrita. Quasi 22 milioni visitatori … mica cotica? Comunque lontani dai 24 milioni stimati per raggiungere il pareggio di bilancio ma pur sempre un risultato.
Certo, a questi 21 milioni e mezzo di ingressi dovremmo sottrarre tutte le volte che sono stati calcolati anche gli ingressi degli addetti – molti dei quali giovani stagisti non pagati -, gli ingressi gratuiti o ridotti e quelli delle istituzioni.
Va anche fatto notare che il prezzo del biglietto è sceso vertiginosamente, raggiungendo la cifra di 19 euro di media rispetto ai 30 circa ipotizzati, non dimentichiamo tutte le offerte speciali e la scontistica da rottamazione sui vari Deal in rete ai quali si è presto ricorsi per evitare almeno il flop di visite. I numeri, purtroppo, non parlano da soli in questo caso.
Infatti, nonostante tutti gli entusiasmi filogovernativi e la pompa magna della cerimonia finale, l’Expo’ ha chiuso in rosso.
Stimando che le spese per la sola organizzazione sono ammontate a circa 960 milioni di euro, e tenendo presente che di questi 380 sono stati coperti dagli sponsor, ce ne sarebbero voluti altri 580 per pareggiare i conti. Ma i 21 milioni e rotti di ingressi a 19 euro l’uno di media arrivano a coprire l’investimento iniziale per soli 390 milioni circa, lasciando, quindi, un buco di 190 milioni di euro.
Ovviamente parliamo delle sole spese di gestione dell’evento, non certo di quelle “misteriose” e astronomiche della realizzazione, realizzazione, che è bene ricordare, è stata “italiotamente” costellata da mazzette, scandali e arresti; accadimenti finiti troppo presto nel dimenticatoio in nome della “Ragion di Propaganda”.
Ora veniamo alla storia delle esposizioni universali: dal 1851 ad oggi le varie esposizioni hanno registrato una media di 31,8 milioni visitatori; alla luce di questo dato l’Expo’ Milano va a collocarsi molto più vicino ai 18 milioni del Grande Flop di Hannover 2000 che al record di 73 milioni di presenze di Shangai 2010.
Il bilancio di Expo’ 2015 è dunque poco più che mediocre e di molto al di sotto della media storica registrata dall’evento. Però è cosa nota che al nostro governo piace strafare …. ci siamo abituati.
Ma ora basta coi numeri! A bocce ferme e a propaganda finita sicuramente avremo delle belle sorprese a riguardo. Ci vuole solo un po’ di pazienza.
Veniamo al messaggio di Expo’, alla sua intima ragion d’essere. Expo’ 2015 doveva sensibilizzare i popoli sul grande tema dell’alimentazione e proiettarli verso un futuro alimentare sostenibile. A Milano si voleva sognare un mondo senza fame. Expo’, per sua stessa ammissione, voleva “nutrire il pianeta”. Ebbene, questo nobile e impegnativo obiettivo si è poi ridotto a una enorme e costosissima “sagra planetaria” dei vari paesi partecipanti. Insomma, di nutrire il pianeta neanche a parlarne perchè è cattiva educazione parlare a bocca piena.
Dunque sotto l’albero della vita il nulla! E la grande festa della vita tradottasi in una triste fiera della globalizzazione alimentare non ha neanche coperto i costi di organizzazione.
Però Milano un merito ce l’ha, ed è quello di aver ridotto ai minimi termini i danni di immagine.
Sia ben chiaro, solo in Italia l’Expo’ è considerata un successone, ma rispetto alle funeste premesse con cui l’evento si stava presentando al mondo alla vigilia dell’inaugurazione va detto che è stato fatto un piccolo miracolo.
Un Prodigio della finzione fatto di padiglioni camuffati, di eventi di sensibilizzazione sull’equo e giusto sfruttamento del risorse del pianeta e di dibattiti sul come affrontare la fame nel mondo che infine si sono tramutati in costosissimi ristoranti etnici e spettacolini da circo, ma pur sempre un prodigio. Un vero e proprio miracolo all’italiana.
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Vignetta di Mario Airaghi