Expò Milano 2015 Secondo giorno

Da Fraviglio

Expò Milano 2015


Buon lunedì a tutti, oggi ricomincia la settimana lavorativa e così anch'io mi dedico alle mie ricette e ai miei racconti. Ci siamo lasciati - la scorsa settimana - con la mia personale visita e visione dell'esposizione universale milanese, ed oggi si continua con il secondo giorno di visita (Per la prima parte clicca di seguito: http://stunningcooking.blogspot.com/2015/07/visita-allexpo-2015-primo-giorno.html).Appena varcato l'ingresso la golosità ci ha fermati ai stand che esponevano nuovi prodotti, a breve sul mercato, da poter assaggiare. A causa dell'intolleranza al lattosio credevo di non poter assaggiare proprio nulla ma mi sono ricreduta al primo stand di OraSi che offriva latte di riso e di soia, prodotti nuovi con nuove formule che saranno sul mercato in autunno. Detto fra noi spero di ritrovare questo latte nel mio supermercato di fiducia, perchè molto corposo e con un ottimo sapore.Poi è stata la volta delle marmellate Rigoni di Asiago che conosco bene (in passato ho collaborato con loro) e che compro ad occhi chiusi perchè senza zuccheri.

Vi erano, inoltre, stand della mortadella igp (senza lattosio e senza glutine) di cui pultroppo non ricordo il marchio e il consorzio del Parmigiano Reggiano. Infine, esponevano la San Carlo (con il nuovo gusto menta e pepe rosa) e la Findus con la nuova linea da forno pronta in pochi minuti. Ho avuto modo di assaggiare i totani e le pipite di pollo (che ha assaggiato anche Francesco, 16 mesi) riscontrando un gusto invitante -come sempre nel cibo industriale già pronto - ma il mio principio è quello di preparare una semplice cotoletta di pollo in casa ed evitare i prodotti industriali. Presso lo stand dell Findus c'era un ragazzo vestito di tutto punto, che impersonava Capitan Findus, chissà quanti bambini ha entusiasmato.

Lasciando gli stand, siamo entrati nel padiglione di CIBUSèITALIA, il padiglione dei prodotti alimentari italiani, dove attraverso 15 aree tematiche si incontrano circa 400 aziende italiane. Fra le cose viste all'Expò questo padiglione è tra quelli che mi ha reso orgogliosa di essere italiana, in quanto mostrava dall'alto al sud Italia le eccellenze gastronomiche che tutto il mondo ci invidia.



Questa parete illustra le qualità di riso coltivate in Italia

Lasciato alle nostre spalle, CIBUSèITALIA, ci siamo diretti verso il cluster delle zone aride. Come spiegavo la volta scorsa i cluster mi hanno lasciato nel cuore e nella memoria ben poco, per quanto riguarda quest'ultimo raccoglie i paesi che affontano le problematiche dell'aridità e del vivere ai confini o dentro un deserto. Per questa ragione, i pannelli illustravano come si può arginare le difficoltà vissute ogni giorno da chi vive in questa parte del pianeta Terra. Nel padiglione palestinese abbiamo comprato delle croci intagliate da legno di ulivo proveniente da Gerusalemme.





A questo punto, abbiamo deciso di visitare il simbolo di Expò Milano e cioè l'albero della vita. Davvero ci si emozioni davanti a quest'opera, che con giochi di luce, musiche, acqua, bolle di sapone ci fa sentire tutti un po' bambini. Ovviamente trovandosi di fronte ad un'opera d'arte è chiaro che ognuno ha una sua personale percezione di ciò che vede e sente.



Allontanatici dall'albero della vita, abbiamo deciso di visitare il Padiglione Italia. Le file erano molto lunghe, ma chi ha un bimbo con se (e i portatori di handicap) viene privilegiato nell'intero sito espositivo non essendo obbligato a fare file e seguendo un percorso diverso con ascensori che portano direttamente nel padiglione. Premetto che non abbiamo visitato l'intera area dedicata all'Italia, un po' pensando di avere nel corso della vita la possibilità di conoscere le eccellenze regionali, un po' perchè non ho apprezzato la scelta di far esporre solo alcune regioni (che probabilmente avevano la possibilità di pagare per essere presenti) e quindi ho deciso di boicottare.All'interno del padiglione Italia una serie di pareti e pavimenti a led mostravano i monumenti, le piazze, le opere d'arte, insomma le bellezze paesaggistiche e architettoniche italiane. Non ho vissuto con entusiasmo neanche questa parte, perchè l'organizzazione per entrare nelle varie stanze era pessima. Rispetto agli altri padiglioni, ho avuto la sensazione che gli italiani fossero un po' confusionari, ma ci tengo a sottolineare che è stata una mia impressione. In realtà anche l'ingresso con il passeggino cioè il percorso alternativo era poco chiaro.


Come saprete, in vista dell'Expò, è stato firmato un accordo dai paesi partecipanti che si impegnavano a dare il giusto peso alla problematica del cibo intesa come "fame", "malnutrizione", "deforestazione", "obesità", "spreco alimentare" e che si chiama Carta di Milano. Ebbene è stata data la possibilità ai visitatori di firmare questo accordo e di partecipare così a quello che dovrebbe essere un nuovo inizio.

A questo punto della giornata, ci siamo diretti al padiglione brasiliano, caratterizzato dalla possibilità di accedervi camminando su una rete sospesa (noi l'abbiamo evitata avendo il passeggino) che materializza il tema scelto da Brasile, cioè "Sfamare il mondo con soluzioni". La rete è la metafora della flessibilità e della fluidità di argomenti e attori che dovrebbero soddisfare la domanda globale in modo tecnologico e sostenibile. Al di sotto della rete è possibile osservare le colture tipiche brasiliane (dove per la prima volta ho visto la pianta di ananas) mentre al primo piano è possibile vedere un filmato che racconta delle materie prime e delle tecniche per aumentare e diversificare le stesse.

Vicino al padiglione brasiliano vi è quello cinese, che mi ha colpito per la grandezza e varietà di temi trattati, ma in realtà non ricordo alcuna proposta in tema expò, forse perchè la Cina non ha una politica votata al verde  e all'attenzione all'ambiente ed è la prima volta che partecipa ad un'esposizione universale fuori dalla Cina.


Giunti nel padiglione colombiano - la giornata volgeva quasi al termine - ci siamo divertiti. La Colombia sceglie il "Naturalmente sostenibile" come tema e mostra al visitatore le bellezze del paese attraverso le cinque fasce climatiche che attraversano il paese, illustrate in maniera davvero singolare e impressiva. Sapevo della Colombia come paese ricco di contraddizioni interne e la visita al padiglione mi ha confermato questa informazione. Mi spiego meglio: nonostante le guerre intestine e l'imponente problema del narcotraffico il padiglione mostra una Colombia sorridente, florida, che invita i visitatori a fare visita al loro paese e che non mi ha lasciato affatto nessun messaggio a riguardo del tema dell'expò.

A fine giornata abbiamo visitato il Future Food District, realizzato da Coop (Official Food Distribution Premium Partner) un vero e proprio punto vendita. La novità principale è "l'etichetta aumentata". Toccando un prodotto con la mano, nel monitor in alto compiaiono tutte le informazioni su di esso come la provenienza e la presenza di allergeni.


Alla prossima e ultima giornata presso il sito espostivo.