Arte e moda. Due ambiti creativi che spesso sembrano essere strettamente legati e proseguire di pari passo. Altre sembrano respingersi e andare ognuno per la sua strada, lontano.
Prima degli anni 70 le relazioni tra i due campi erano molto rari e limitati nell'ambito dell'alta moda. Ne sono un valido esempio gli abiti Mondrian di Saint-Laurent, il look futuristico fatto di fibre sintetiche sperimentali di André Courrèges, il movimento punk ideato da Vivienne Westwood da cui trae lo spirito surrealista, sdrucito e ribelle.
Al di là dei singoli esempi, basta sfogliare libri e riviste per cogliere continui richiami che l'Haute Couture ha rivolto e continua a rivolgere al mondo dell'arte, regalandoci abiti da museo. E infatti negli ultimi anni l'attenzione si è spostata in tal senso regalandoci molte straordinarie exhibition, una su tutte 45 Years of Style dedicata al lavoro di Valentino, allestimento spettacolare realizzato all'Ara Pacis.
Sembra quindi impossibile tracciare un confine netto tra arte e moda, anche se quest'ultima, resta perfettamente conscia del proprio ruolo di indicatore socio-culturale, pur restando alla ricerca di una legittimazione in quanto forma d'arte.
Gli scettici al riguardo sono molti e continuano a considerare un abito solo un ammasso inutile di tessuto, gli eventi che vedono abbinati i due ambiti continuano a susseguirsi.
Accade a Napoli al museo MADRE che dopo la recente chiusura di gennaio, riapre i battenti agli studenti dell'Accademia della Moda per celebrare il connubio attraverso 40 abiti. Traggono ispirazione proprio dall'arte contemporanea di cui è intriso in museo tessnedo intrecci inediti e proponendo soluzioni stilistiche nuova di impronta artistica.