Externsteine, la Stonehenge tedesca

Creato il 06 settembre 2012 da Mcnab75

Externsteine è uno dei luoghi più sacri della Germania ma nonostante questo non è molto conosciuto, specialmente fuori dai suoi confini, se non da persone che si documentano in questo specifico campo. Sì, ma di quale campo si tratta? Lo vedremo a breve.
Situato in prossimità di Detmold, nella bassa Sassonia, viene chiamata la “Stonehenge tedesca” sia perché è il più importante sito megalitico, sia per la sua imponenza.
Arrivare a Externsteine è già di per sé un’esperienza particolare: bisogna infatti addentrarsi nel profondo della maestosa foresta di Teutoburg, anticamente reputato un luogo sacro, nonché teatro della battaglia tra le tribù germaniche di Arminio e tre legioni romane comandate da Publio Quintilio Vario (anno 9 d.c.). Arminio vinse a mani basse, approfittando proprio del vantaggio territoriale. Oggi la foresta è un parco nazionale, tenuto in maniera esemplare (l’efficienza teutonica!), senza alterarne l’arcano fascino. Querce secolari oscurano il cielo, lasciando passare dei tenui raggi di sole quasi a voler custodire gelosamente la sacralità del luogo. Finalmente il sentiero sbocca in una grossa radura dove si apre uno scenario veramente spettacolare: Externsteine.
Cinque maestose rocce che si ergono fino ad un’altezza di quasi 40 metri, formando un affascinante allineamento. La loro formazione è di origine naturale e risale più o meno al periodo del cretaceo (da 130 a 70 milioni di anni fa) dovuta a stratificazioni di detriti avvenute durante quel periodo. Tuttavia la particolarità di questo luogo sta nel fatto di essere stato un centro sacro di antichissime tradizioni e di esserlo rimasto attraverso i secoli, fino ai nostri giorni.
Le tracce di mano umana sono evidentissime anche al primo sguardo: scale di pietra intagliate nella roccia percorrono gli enormi megaliti fino alla loro cima e si intravedono grotte scavate in profondità al loro interno. Superato il primo impatto visivo ci si rende subito conto di essere in un luogo con un’atmosfera molto strana, quasi onirica.
Quello che colpisce immediatamente il visitatore è un bassorilievo medioevale intagliato nella roccia che raffigura S. Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea mentre tolgono dalla croce Gesù Cristo calpestando e piegando l’albero sacro delle tradizioni Nordiche, l’Irminsul, la sacra quercia considerata dai Celti la colonna portante dell’universo: una evidente testimonianza della eliminazione da parte del Cristianesimo dell’antico culto pagano.
Difatti Carlo Magno, fervido cattolico, quando conquistò queste terre durante la guerra contro i Sassoni, si rese immediatamente conto di quanto fosse grande l’energia ed il potere spirituale presente ad Externsteine, arrivando non solo a cercare di distruggere tutte le tracce degli antichi culti qui praticati, ma vietandone qualsiasi uso a carattere sacro avendo paura che la sua enorme influenza mistica potesse far risorgere l’antica religione.

Non a caso Externsteine è stato utilizzato dai Druidi, dai sacerdoti degli antichi culti nordici, e molto prima ancora dal popolo mitico che eresse i megaliti su tutto il pianeta. Alcuni studiosi ipotizzano anche che potesse essere praticato il culto di Mitra. Sembra quindi che la Tradizione abbia segnato questo luogo per millenni; la paura di Carlo Magno era dunque giustificata? I luoghi sacri, vere e proprie porte sul mistero, sono, da sempre, giudicate pericolose dal Cristianesimo, con conseguenze che ben si sanno.
Di sicuro l’influenza di Externsteine è rimasta inalterata nel tempo dato che addirittura durante la seconda guerra mondiale questo luogo è stato utilizzato da Himmler per officiare i riti di iniziazione degli ufficiali delle SS. Il corpo delle Schutzstaffel, da sempre molto interessato all’esoterismo, effettuò qui una imponente serie di scavi archeologici il cui scopo è rimasto un mistero dato che i lavori sono stati bruscamente interrotti e tutte le carte riguardanti il progetto distrutte e disperse. In particolare l’Ahnenerbe, il dipartimento delle SS deputato allo studio delle tradizioni germaniche (e più in generale all’antropologia e alla mistica nazista), svolse diverse ricerche sul posto.

Anche se ormai si parla di Externsteine come di un luogo di culto dei monaci cistercensi (non a caso l’ordine monastico che fondò i cavalieri Templari), moltissime sono le testimonianze di un passato spirituale ben diverso; a partire da una delle grotte scavate all’interno dei giganteschi megaliti, chiamata ora “bassa cappella”, una stanza piuttosto grande che veniva probabilmente adibita ad uso meditativo dove sulla parete sono incise e chiaramente visibili delle rune. Questa stanza è collegata ad altre stanze di dimensioni minori, anch’esse con segni oscuri incisi sulle pareti e dove si respira un’atmosfera magica e suggestiva.

Poco più in là, fuori da queste stanze ai margini di un laghetto che lambisce le rocce l’ennesimo segreto rimasto irrisolto: scavata in una roccia, anch’essa con una runa incisa sopra, si trova una sorta di sarcofago il cui uso è rimasto inspiegato sebbene alcuni storiografi abbiano cercato di trovare una risposta, sostenendo che fosse la riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme; ma, dato che pare essere molto più antico, è un’ipotesi che non è sostenuta da molti e che sembra essere un ripiego fatto in mancanza di risposte più convincenti.Salendo su una impervia scaletta scolpita nella roccia, all’esterno di una delle pietre, si arriva forse nella parte più impressionante: il santuario, posto sulla cima di un megalite; una stanza ora rimasta senza tetto, ma anticamente completamente chiusa nella roccia, dove su una parete c’è un’apertura circolare con sotto una colonna con le funzioni probabilmente di altare. Qui, al solstizio d’estate il primo raggio di sole passa attraverso il buco illuminando l’altare e la parete dietro che reca misteriosi segni. La celebrazione di questo magico momento annuale, non a caso, accomuna Externsteine ai grandi templi megalitici, quali Stonehenge, Newgrange e molti altri sparsi su tutto il pianeta.

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