"Extra large" è titolo troppo intrigante per passare inosservato e mi è venuta subito la voglia di andare a vedere al Forum Grimaldi di Montecarlo, che organizza sempre mostre di qualità, di cosa si tratta. Il gigantismo in arte mi ha offerto una recente occasione di riflessione nella mostra sul realismo socialista a Villa Manin, gigantografia di personaggi, opere e manifesti a fini propagandistici, ma questo uso "politico" dell'arte non viene proposto nella selezione delle opere monumentali del Centro Pompidou in trasferta sulla costa azzurra.
opera di Anish Kapoor
Qui la scelta delle creazioni più smisurate fra le collezioni del museo parigino, come quell'immenso ippopotamo dell'artista Xavier Veilhan che troneggia sul tetto del Forum, ha l'obbiettivo di sottolineare il rapporto fra l'opera, lo spazio espositivo e il visitatore stesso. In un'epoca di sovresposizione visiva dove la pubblicità o il cinema fanno ricorso al grande formato per colpire l'immaginazione, anche gli artisti hanno raccolto la sfida adottando gli stessi mezzi, in particolare quello delle proporzioni fra l'oggetto e il suo fruitore.opera di Franck Scurti
L'articolata presentazione alla mostra sottolinea: " la stranezza della dismisura. Ingigantita, sproporzionata, distorta, la rappresentazione di esseri e oggetti assume per numerosi artisti una valenza al tempo stesso meravigliosa e inquietante. Il gioco di scala, il passaggio dal piccolo al grande, modifica profondamente l'aspetto del soggetto rappresentato. Il grande formato, tradizionalmente associato a valori di ordine e di edificazione morale, nell'era moderna determina una sovversione dei generi e suscita fascino e al tempo stesso perplessità".
" Round Table" di Chen Zhen.
Di fronte invece al Forum, completamente soffocata dal mare di cemento dei palazzoni monegaschi, la bellissima Villa Sauber, un tempo Museo delle Bambole e degli Automi e chissà dov'è andata a finire quella particolare collezione. Da tre anni Villa Sauber è stata ristrutturata e organizza mostre esigue, per quantità di opere, ma con allestimenti ricercati.
Attualmente e fino al 25 novembre si può ammirare "Kees Van Dongen, l'Atelier", dipinti, disegni e i suoi diversi atelier attraverso fotografie e interviste del pittore olandese vissuto nel Principato fra il 1949 e il 1968, anno della sua morte. Ho sempre amato questo artista che ha messo la donna al centro del suo universo pittorico.
Acrobata di circo, ballerina o vedette di cabaret, carni rosa e sensuali che si possono ammirare al circo Medrano o alle Folies-Bergère, prostituta, dama di mondo o aristocratica dell'alta società passando per la prima moglie Augusta, Fernande Olivier, compagna per un certo tempo dello "sciupafemmine" Picasso o l'universo della moda incontrato grazie all'amicizia col mitico Paul Poiret è sempre lui, l'eterno femminino il protagonista assoluto delle sue tele.
Tango ou Le Tango de l'Archange 1922
Con i suoi iniziali disegni pungenti e apertamente anarchici per i giornali satirici, cronista dell'ingiustizia sociale nei primissimi anni del '900, Kees diventerà l'acclamato ritrattista mondano del bel mondo, dello sfavillio e dell'artificio nella Parigi degli anni folli, ambitissimi i balli nel suo grande atelier, quante famose, da Mistinguett fino a Brigitte Bardot faranno la coda per un suo ritratto. E chi non vorrebbe essere oniricamente immortalata in quel tango assolutamente straordinario da un artista che afferma: " La donna è il paesaggio più bello" ?