Extracomunitari e lavoro. L'integrazione deve essere bidirezionale.

Creato il 15 maggio 2011 da Laperonza
 

Onestamente sono molto preoccupato. La situazione economica cittadina è estremamente grave e, come già trattato precedentemente (http://blognew.aruba.it/blog.laperonza.it/Crisi_del_lavoro__pensare_positivo_non_basta_48795.shtml), foriero di conseguenze sociali inimmaginabili. La comunità cittadina sta già evidentemente soffrendo del contesto economico che da qualche anno si sta concretizzando. Molti sono gli operai cassintegrati, molti in mobilità, molti quelli che vivono la propria precarietà con contratti a tempo determinato dei quali non hanno la certezza del rinnovo. Lo stesso precariato è vissuto da lavoratori in forza da anni presso aziende che però danno importanti segnali di crisi. In tutto questo mancano le risposte da parte della politica.

In questa particolare e grave contingenza che comunque, anche se non con questi requisiti di drammaticità, non è del tutto nuova al nostro mercato del lavoro, si inserisce una variabile che rappresenta elemento di novità e preoccupazione ulteriore:la massiccia presenza di cittadini e lavoratori extracomunitari.Se l'italiano vive con particolare ansia la situazione riesce però, in qualche modo,a sopperire all'ammanco di reddito non solo per mezzo degli ammortizzatori sociali ma anche grazie a meccanismi di mutuo soccorso familiari consolidati nel tempo. Il lavoratore straniero non può giovarsi di questo aiuto e, una volta esaurite le assistenze sociali, si trova solo ad affrontare le difficoltà.Come può far fronte agli impegni se privo di reddito?

Il problema aggiunge gravità alla gravità e, a quanto abbiamo modo di vedere, non è adeguatamente affrontato da chi di dovere. Il sindacato, che pure ha dato fin'ora supporto e assistenza agli stranieri, non sembra si sia ancora posto il problema. Idem dicasi per la politica. Dal canto loro gli stessi extracomunitari non danno segnali. D'altra parte va detto che gli stessi non partecipano quasi affatto alla vita cittadina. E' molto difficile vederli partecipi di qualsiasi iniziativa sia culturale che ricreativa.

In effetti esiste un problema di integrazione fondamentale che è dato dalla scarsissima partecipazione dello straniero alla vita sociale. E' vero che non si riscontrano iniziative apprezzabili dirette al coinvolgimento degli extracomunitarialla vita pubblica. Ma è anche vero, e posso darne testimonianza diretta, che è molto difficile vederli spontaneamente partecipi di qualsivoglia proposta. Città Vecchia, l'associazione che presiedo e che ho fondato ne è prova: non abbiamo alcuna partecipazione di cittadini stranieri, seppur cercata.

Lo sforzo di integrazione deve essere bidirezionale: se univoco rimane sterile. Lo straniero che voglia integrarsi deve fare lo sforzo di rendersi parte attiva e non può soltanto attendere di essere coinvolto.L'atteggiamento deve essere costruttivo e propositivo.E' necessario uno sforzo maggiore sia da parte delle forze sociali italiane che da parte dei cittadini immigrati per scongiurare ogni forma di strumentalizzazione del problema. La politica deve adoperarsi per favorire l'integrazione e lo straniero deve rendersi assolutamente disponibile. Ciò è fondamentale in una fase economica come quella che stiamo vivendo per evitare di alimentare le ben note pulsioni razziste e xenofobe.

Luca Craia


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