Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un viaggio americano – di Stefano Cecchetto, Skira

Creato il 29 gennaio 2012 da Milanoartexpo @MilanoArteExpo

Stefano Cecchetto, Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Cronaca di un viaggio americano, introduzione di Enrico Crispolti, Milano, Skira, 2011 (click: pagina SKIRA) – recensione di Luca Pietro Nicoletti >  Sebbene sia stato già scritto moltissimo su di lui, nonostante sia stato oggetto di studi monografici, di mostre importanti e anche di più di un catalogo ragionato, la galassia Lucio Fontana continua a riservare sorprese e, nonostante i fiumi di inchiostro che vi sono stati spesi, offre ancora occasione di approfondimenti non esornativi. Il versante archivistico-documentario, in particolare, riserva ancora (e riserverà ancora per qualche tempo) qualche sorpresa. In tal senso, due libri hanno fatto da apripista: Carriera barocca di Fontana di Enrico Crispolti e Lettere 1919-1968 a cura di Paolo Campiglio. >

In questi due volumi per la prima volta si proponevano delle storie particolari del pittore da ottiche precise, ma con la qualità dell’affondo critico. Nel primo caso, in particolare, la lunga frequentazione di Crispolti prima con l’artista, poi la sua opera, prima di approdare ai due cataloghi ragionati del 1986 e del 2007, sono ripercorsi sul doppio binario della fitta corrispondenza intercorsa fra i due e della riunione dei contributi critici sull’opera di Fontana scritti da Crispolti in oltre un cinquantennio. Quel libro indicava una traccia per aprire un’indagine storica e filologica sull’opera di Fontana, in cui singoli gruppi di documenti consentono di raccontare storie più o meno piccole, che integrino e precisino la vita dell’artista e la rete di relazioni che da questo si dipanano.

È in quest’ottica che si deve leggere l’agile ma documentato libretto voluto da Ezio Gribaudo e pubblicato da Skira, dedicato appunto a Ezio Gribaudo e Lucio Fontana. Un viaggio americano. Il fulcro della storia, come dichiara il titolo, è il viaggio di quindici giorni in cui Gribaudo accompagna Fontana negli Stati Uniti in occasione di una mostra di questi, nel 1960 alla Galleria Martha Jackson di New York: un episodio fino ad ora poco studiato, che sancisce la fortuna americana dell’artista. Quel viaggio, però, è il pretesto per una ricostruzione più ampia, operata dall’agile saggio di Stefano Cecchetto, sulla scorta di lettere e documenti, dei rapporti fra Fontana e Gribaudo, a cui si deve il merito, proprio in quel cruciale giro di anni fra fine anni Cinquanta e inizio Sessanta, di aver traghettato le edizioni Pozza di Torino verso l’editoria d’arte. Quel passo avrebbe offerto poi l’occasione di dar vita, fra numerosi e prestigiosi progetti editoriali, a un libro fondamentale della critica fontaniana come Devenir de Fontana di Michel Tapiè. Il critico francese, trasferitosi a Torino alla fine degli anni Cinquanta, aveva consentito ai due di conoscersi, all’inaugurazione dell’ICAR, nel capoluogo torinese, nel 1960. Da lì sarebbe nata una collaborazione intensa, fatta non solo di stima professionale ma anche di amicizia reciproca. Il piano lavorativo e quello privato, come Cecchetto sottolinea efficacemente, si mischiano continuamente, e la confidenza si insinua anche nella corrispondenza strettamente lavorativa. Così, sullo sfondo della meta americana, nella pagine del libretto si seguono le fasi di realizzazione e traduzione del libro di Tapiè, che Fontana desidera presentare sia nella sua mostra di New York, sia in quelle da Stadler e Iris Clert a Parigi. Le lettere a Gribaudo, quindi, chiamano in causa comprimari e protagonisti della storia di Fontana, da Tapiè a Iris Clert, a Stadler, fino al mercante londinese di Fontana, Robert Tunnard, il solo che sembra esser riuscito a strappare al maestro un contratto di esclusiva che nemmeno Carlo Cardazzo, a suo tempo, era riuscito a ottenere. Così, di passaggio, si vede nascere anche la famosa serie di quadri dedicati a Venezia.

C’è però un ulteriore piano di lettura di questo libro. Dal viaggio americano, infatti, Fontana riporta delle annotazioni visive che daranno vita a nuovi quadri influenzati dai grattacieli e dagli spazi smisurati della città. Gribaudo, invece, dedicherà a New York una serie di tele proprio in ricordo di quel viaggio. Il volumetto, infatti, ci ricorda che Gribaudo, oltre che un editore attento e lungimirante, è stato anche pittore, e sembra anzi il coronamento ideale di questa storia ricordare che proprio lui ricevette il premio per la grafica alla Biennale di Venezia, nell’anno in cui Fontana riceve quello per la pittura: era il 1964, l’anno del celebre allestimento di Scarpa per le tele bianche di Fontana. Ma anche le incisioni di Gribaudo, a quella Biennale, erano variazioni sul tema del bianco.

Luca Pietro Nicoletti

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Il Museo di Arte Contemporanea Lu.C.C.A. (Lucca Center of Contemporary Art) ha dedicato nel 2011 a  Ezio Gribaudo – dal 11 giugno al 28 agosto – la mostra VIAGGI DELLA MEMORIA – MIRO, SAVINIO, DE CHIRICO, FONTANA, LA BIENNALE DI VENEZIA DEL 1966 E I TEATRI SENZA TEMPO (http://www.luccamuseum.com/ezio_gribaudo.php)


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