Stanchi del mondiale di F1 ormai giunto agli sgoccioli? Della solita scuderia a contendersi la vittoria di quasi ogni GP? Di una Ferrari così disastrosa? Di una regia spesso snervante, o di telecronache e commenti tecnici al limite del ridicolo? Tranquilli, il rimedio ad ogni vostro problema potrebbe essere F1 2014, quinto capitolo della serie targata Codemasters, che vi concederà la possibilità di riscrivere il corso di questa stagione – e non solo – a bordo della vostra monoposto preferita. Come analizzeremo a breve, questo videogioco si accoda a quanto visto nella Formula 1 attuale, e rimanerne delusi e scottati è piuttosto semplice viste le scorciatoie prese dal team di sviluppo, che da qualche anno sembra aver smarrito quasi del tutto la capacità di sviluppare un racing game completo ed appagante nel più piccolo dei dettagli. I difetti storici non sono affatto scomparsi, anzi ne sono sopraggiunti degli altri, e la piacevole sensazione d’esser dentro le nuove monoposto motorizzate turbo svanisce in un lampo, causa una carriera restia all’evoluzione, e un insieme di altre modalità minori che lasciano il tempo che trovano.
Come reagireste se – a circa un anno dal rilascio delle console next-gen – trovaste sugli scaffali del vostro negozio preferito dei nuovi titoli dedicati esclusivamente ai vecchi sistemi d’intrattenimento, ossia a PlayStation 3 e Xbox 360? Sia chiaro, non ci riferiamo a titoli dal passato particolare, produzioni nipponiche uscite anni fa in Sol Levante e giunte da noi soltanto recentemente (i titoli di NIS America, che trovate recensiti nelle nostre pagine, ne sono un esempio), ma a produzioni occidentali, magari di stampo annuale, che hanno già dato tutto su quei sistemi, e che necessitavano di quel quid in più possibile soltanto su hardware un po’ più performante. Ecco, F1 2014 è uno di questi, il quinto arrivato di una serie che non ha mai convinto appieno, ma che nel 2010 gettò delle basi importanti, da migliorare negli anni grazie al feedback dei videogiocatori e lavorando il possibile su un codice di gioco che richiedeva tempo, ma che le altre produzioni in lavorazione e la release annuale riducevano drasticamente. Onde evitare strane e dispendiose conversioni, il team inglese Codemasters ha così pensato di sviluppare un capitolo per i sistemi succitati, oltre che su PC (che gode solo ed esclusivamente di migliorie grafiche), e di rimandare il primo titolo “next-gen” agli inizi del 2015, quando arriverà – in concomitanza con l’inizio della stagione 2015 di Formula 1, finalmente – F1 2015 per PC, PlayStation 4 e Xbox One. Ci si è quindi preparati e rodati nel riprodurre le nuove monoposto, ma soprattutto si è intervenuti sugli effetti motoristici, cambiati del tutto per via dei motori turbo reintrodotti a partire da questa edizione. Le novità del prodotto son quasi finite, perché a parte l’aggiornamento dei piloti che hanno optato per il cambio di scuderia, troviamo poc’altro di fresco: il GP di Russia nel Sochi Autodrom (avrebbero dovuto chiamarlo ‘inutilità e noia’, NdR) e il GP del Bahrain sul quale potrete girare, per la prima volta, in notturna. Potremmo quasi farla finita qui, ma per bontà di spirito analizzeremo più approfonditamente dove questo F1 2014 ha steccato.
In fase di anteprima avevamo palesato i nostri dubbi riguardo la gestione del carburante in gara e il sistema di recupero di energia, questo perché lo stesso sviluppatore non ne accennò minimamente e nei video gameplay rilasciati in quel periodo sembrava non essercene traccia. Dopo aver testato per oltre venti ore il titolo, possiamo dirvi che ognuno di quei dubbi e di quelle parziali perplessità si è tramutato in realtà e stato dei fatti. E questo, per una serie che vuole strizzare l’occhio alla simulazione – proponendo un sistema di guida ibrido, tra arcade e simulazione, per l’appunto – provando a tirare fuori il meglio di ogni pilota ai livelli di difficoltà più elevati, nei quali i meno avvezzi al genere non riuscirebbero a compiere un sol giro pulito, è un grave difetto strutturale. Sistema di recupero energetico che va ad alimentare le batterie? Mai pervenuto. Batterie? Non le sentirete mai nominare in F1 2014. Motore elettrico? Cos’è?Però almeno è rimasto il KERS, anzi no: ora la sua attivazione è del tutto automatica… Potrete intervenire soltanto sul DRS, nelle tratte stabilite e quando il distacco dall’avversario dinnanzi a voi sarà di massimo un secondo, e poc’altro: gestire l’assetto dai box, o impostare la ripartizione di frenata in-game nei tre soliti setting (anteriore, neutrale, posteriore), e il consumo di carburante (modalità alta, normale, bassa) a seconda delle fasi di gara, secondo quanto già visto in passato. È qui che si apre l’ennesima discussione, visto che proprio nell’edizione 2014 della Formula 1 è stato posto un limite al consumo di carburante, che dev’essere di 100 chilogrammi, con un afflusso non superiore ai 100 kg/h sopra i 10500 giri motore, dimostrazione ulteriore di come questo titolo non sia altro che un copia/incolla dell’edizione precedente; una mera operazione commerciale per tenere impegnati i fan della F1 ancora per qualche mese, prima del capitolo pensato per console next-gen. La sintesi è presto fatta: eccezion fatta per i rombi dei motori ben diversi da quelli degli anni passati, e per le nuove monoposto, vi sembrerà d’essere nello stesso titolo di sempre, anzi, di trovarvi limitati dalle scorciatoie di cui sopra, prima tra tutte dall’impossibilità di agire manualmente sul KERS. Tutto ciò si traduce in un calo vertiginoso di realismo, confermato da un’IA come sempre traballante, che fa apparire perfino lo strepitoso meteo dinamico (anche questo, lo stesso di sempre) una feature a conti fatti inutile, visto che non sussistono elementi di base solidi e credibili nell’esperienza di guida; lo testimoniano gli assetti, anche un videogiocatore alle prime armi – toccando parametri a lui sconosciuti – si accorgerebbe di come le cose non cambino quasi per niente dal setting base, quello che la scuderia “curerà” per voi ad ogni GP, o di come l’usura degli pneumatici sia un fattore riguardante solo ed esclusivamente la nostra vettura, con monoposto avversarie spesso meno performanti ma più veloci nel finale di gara, nonostante la guida oculata e conservatrice adottata, che i piloti gestiti dalla CPU di certo non hanno, in nessun frangente di gara; aspetti che vengono messi in chiara evidenza nei livelli di gioco più avanzati e con una lunghezza degli eventi tarata verso l’alto, quando insomma ogni gara vi richiederà di compiere almeno venti giri. Perlomeno, abbiamo avvertito un piccolo miglioramento sull’handling delle vetture, seppur minimo, ma anche in questo caso, le prime impressioni ci hanno ingannato…
C’ERA UNA VOLTA… CODEMASTERS!Ad un’analisi più approfondita, le monoposto del 2014 non convincono affatto. Nonostante i piccoli propulsori turbo di cui sono provvisti, anche se “aiutati” dal motore elettrico, le impressioni volante in mano – condizione necessaria e sufficiente per poter apprezzare nel dettaglio il sistema di guida – sono controverse. Sovente ci è capitato di sentire le vetture eccessivamente nervose, con forti carenze di trazione anche a marce alte e a velocità sostenute, e la situazione non è affatto migliore quando deciderete di mettervi alla prova senza alcun aiuto alla guida. Sorvolando sui limiti sopra descritti riguardo l’intelligenza artificiale, che rende la situazione troppo semplice al minimo livello di difficoltà e troppo ardua – se non impossibile – a quello massimo, in assenza di aiuti alla trazione la velocità sul giro si ridurrà drasticamente, e questo stona con quanto tutti gli altri piloti avversari faranno in pista: se, quindi, in tal modo imparerete a dosare l’acceleratore a marce basse, non senza evitare alcune scodate, tutti gli altri piloti procederanno come se la trazione sulle loro monoposto fosse legata ad un concetto fisico totalmente sballato. Belli dritti in ogni accelerazione forzata e spaventosa, sempre nella giusta traiettoria in condizioni di bagnato – che aggravano ulteriormente le impressioni di guida, senza aiuti alla guida e alla massima difficoltà possibile. Insomma, un titolo che si porta appresso i difetti di sempre e che non ha proposto alcun miglioramento, anzi, il contrario. Il lavoro di riciclo lo si avverte anche nelle modalità di gioco, le stesse di sempre, ma con qualche (giusta) mancanza: Gran Premio veloce per chi volesse gettarsi subito in mischia, le classiche Sfide Campionato e la modalità Carriera – soporifera come sempre, nessuna novità portata in anni di sviluppo – le modalità Scenario, Controtempo, Prova a tempo e modalità online fino a 16 giocatori, competitive e cooperative (fino a 2 giocatori), oltre alla possibilità di giocare a schermo condiviso o in LAN. Niente di nuovo, insomma, e si nota la mancanza della ‘Scuola per giovani piloti’, inserita con F1 2012, che s’era resa interessante da principio, per poi sprofondare nella sua inutilità più totale vista la sola funzione da tutorial, ma sarebbe servito ben altro in termini di profondità – giusto quindi escluderla a questo giro – e la modalità Classics, più indicata in F1 2014 – per via del ritorno ai motori turbo – che nell’edizione precedente; poco male in ogni caso, il feeling di guida di quelle vetture denotava superficialità, visto che il sistema di guida era pressapoco identico a quello delle monoposto dell’annata 2013 e non c’era la possibilità di utilizzarle in tutte le modalità di gioco. Ci sarebbe tanto altro da dire, come per la solita formula online, con server pieni zeppi di utenti scorretti intenti all’autoscontro, più che a superarsi giro dopo giro con fair play, o sul sistema dei danni relegato ai soli alettoni e pneumatici, ma ci rendiamo conto che in quest’ultimo caso sarebbe davvero troppo dispendioso (e forse controproducente) riprodurne uno veritiero, ma che spesso siano le stesse collisioni, seppur minime, a destare sospetti e a far storcere il naso, allora no: non ci siamo.
Non solo, un problema comunissimo a un po’ tutti i giocatori che hanno messo le mani sul titolo è la perdita dei salvataggi, o meglio, la corruzione degli stessi in seguito a crash di un’applicazione tutt’altro che esente da bug di questo genere. Come la storia ci ha insegnato, e chi ha memoria ferrea a riguardo provi a dire il contrario, è da F1 2010 che questa situazione va avanti. Personalmente, l’abbiamo vissuta su Xbox 360, col primo titolo – aspettammo una patch per circa sei settimane – e successivamente con F1 2011 in versione PC, quando era ancora Games for Windows Live ad associarsi al gioco targato Codemasters, e indovinate? Uno dei bug più frustranti di sempre ha rifatto capolino a fine 2014. Masochisti, noi e il team di sviluppo, perché a quanto pare ci piace soffrire e perder tempo per iniziare da zero carriere portate quasi a termine; nell’altro caso, nello spendere risorse per videogiochi che non han più nulla da dire, sebbene la resa grafica dell’Ego Engine 3.0 – almeno su computer – sia tutt’altro che scadente. I modelli delle monoposto sono ottimi (Martini Williams a parte, NdR), le piste come al solito sono riprodotte dettagliatamente, il sistema di illuminazione è egregio, così come il meteo dinamico. Peccato che manchi tutto il resto e dopo cinque anni, cinque edizioni, centinaia di ore accumulate in-game, beh, diventa impossibile perdonare o sorvolare: serve una nuova Formula 1 e per Codemasters è arrivata l’ora di fare sul serio, o di farsi da parte.