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Melbourne, 13 Marzo 2013 – Ettore Giovannelli è dal 1999 l’inviato della RAI che cura i collegamenti dal box e dalla griglia di partenza. I suoi puntuali interventi e la sua professionalità lo hanno reso, tra il pubblico appassionato di motori, uno dei giornalisti più amati ed apprezzati dell’intero panorama. Noi di F1Sport.it abbiamo avuto l’occasione, grazie alla sua disponibilità, di potergli fare qualche domanda.
Dopo tutto questi anni da inviato RAI in pit lane, come ha visto cambiare la F1?
Il mio primo campionato completo di F1 è stato quello del 1999. Ho avuto così la fortuna di poter vivere direttamente, negli anni seguenti, l’era Schumacher. Il dominio Ferrari ha caratterizzato i miei primi cinque anni nel circo iridato. Dopo un lungo digiuno, la scorpacciata di vittorie e titoli iridati, costruttori e piloti, della Ferrari e di Schumi mi ha regalato una certa ebbrezza, giustificata soprattutto per un giornalista italiano ai box per la RAI. Ho sempre cercato, però, di non trascurare gli altri team, inglesi e tedeschi, e di mantenere contatti stretti con piloti e ingegneri, che dal 2005 in poi sono tornati protagonisti. Nei (quasi) 15 anni di frequentazione di piste e box sono cambiate molte cose, anche nei regolamenti tecnici e sportivi. Una volta c’erano, fra l’altro, le ” qualifiche” tiratissime, il warm up, la “guerra” delle gomme con infiniti test dopo ogni GP, i rifornimenti in gara, oggi ci sono i motori congelati, il parco chiuso, i pit stop fulminei, le strategie sofisticate e il DRS. E nel 2014 cambierà di nuovo moltissimo, a partire dai propulsori…..forse la Formula 1 ha perso per strada qualcosa del suo fascino, ma ogni novità ha stimolato la creatività di ingeneri e piloti che permette a questa categoria di restare all’avanguardia.
Qual’è il GP, fra tutti quelli che ha seguito, che più l’ha emozionato e ricorda maggiormente?
Il GP del Brasile del 2008, con la sconfitta di Massa e la vittoria di Hamilton sotto il diluvio negli ultimi secondi, è fra le corse che maggiormente sono rimaste impresse nella mia memoria sotto il profilo emotivo. Ma da un punto di visto meno spettacolare e più professionale, non scorderò l’Indianapolis dello scandalo Michelin, con quasi tutti i piloti che si sono ritirati e riversati nel paddock contemporaneamente dopo solo un giro costringendo i reporter ad affrontare una situazione delicata mai vissuta prima. il Canada di due anni fa, sotto la pioggia e con continui rinvii, è stata un’altra sfida memorabile, per tenere legato il pubblico al televisore anche se in pista per ore non succedeva nulla.
Come è cambiato in questi anni l’uomo pilota di F1?
Ezio Zermiani mi ha raccontato a lungo del carisma e dello spessore umano di Senna e di altri “grandi” del passato. Inutile tentare di paragonare i piloti che sono seguiti a queste figure di un’altra epoca. Lo stesso Schumacher non riusciva a “comunicare” e anche Alonso spesso non riesce ad “esprimersi”. In generale le ultime generazioni di piloti, a prescindere dall’abilità al volante, non riescono a fare breccia e a penetrare nei cuori. Si tratta di professionisti imbrigliati spesso da esigenze politiche o di marketing delle squadre e degli sponsor. Si tratta di “ragazzi” che vogliono andare forte, vincere e basta e che non inseriscono la “simpatia” fra le loro priorità.
Detto questo è anche vero che i tifosi e gli appassionati non riescono ad avvicinarsi ai loro “miti”, che per questa lontananza, a volte, risultano freddi e incolori.
Passando all’attualità; Avendo seguito direttamente i test invernali, quali secondo Lei sono i team favoriti per il prossimo campionato. Rispecchieranno i valori del 2012 o potranno esserci sorprese?
Nel 2009 i test invernali avevano chiarito da subito che la Brawn GP avrebbe vinto il campionato. Nel 2011, in Spagna a febbraio, era evidente che la Mclaren era in difficoltà così come avvenne nel 2012 alla Ferrari, “nata male”. Insomma, a volte si può dire qualcosa di relativamente certo, prima dell’inizio di una stagione. Non quest’anno. Non ci sono favoriti, non ci sono team in crisi. Il quadro dei rapporti di forza è confuso. Senza pronosticare gerarchie, si può però affermare quanto segue: la Ferrari ha buone “speranze” con una monoposto più competitiva da subito, la Mercedes ha ottenuto buoni tempi sul giro singolo a Barcellona e potrebbe essere protagonista in qualifica a Melbourne, la Lotus ha impressionato per la stabilità in curva e la costanza nei long-run, la Red Bull ha un potenziale indiscutibile e per ora si è nascosta, la Mclaren è stata altalenante,con qualche problema di affidabilità e di gestione delle gomme. Per sapere però chi è davanti e con quali distacchi, non resta altro che aspettare il verdetto delle qualifiche e della gara di Melbourne.
Molti cronisti hanno raccontato di come Fernando Alonso, in questa fase di pre campionato, sia apparso turbato e infastidito. Ha avuto anche lei questa impressione? Come le è apparso il pilota spagnolo?
Fernando Alonso non è preoccupato o infastidito alla vigilia di questa stagione. E’ solo molto concentrato e determinato. Non ride molto, non scherza….e a volte trasmette un’impressione sbagliata. Ma la sua mente e il suo cuore sono fissati all’obbiettivo unico che si è posto. La serenità e la forza psicologica e mentale di Alonso sono una certezza per la Ferrari e per i suoi tifosi
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