03 novembre 2014 – Il GP degli Stati Uniti ha segnato una tappa importantissima del mondiale anche se non si è rivelata decisiva. La lezione data da Hamilton al suo compagno di squadra è stata netta, decisa, come se l’inglese avesse voluto mettere in chiaro una volta per tutte chi comanda in Mercedes. Agli altri resta, ancora una volta, ben poco.
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TOP
Bei duelli in pista: a dispetto di una prima parte di gara abbastanza statica (a parte lo scempio strategico Red Bull di cui parliamo più in giù), c’è da dire che la spettacolarità della gara si è innalzata moltissimo intorno al 30esimo giro. A parte il “sorpasso mondiale” di Hamilton, sicuramente degna di nota è la lotta che ha visto protagonisti Alonso e Button, e lo stesso Alonso, poco dopo, contro Vettel. Si tratta di piloti d’esperienza, che hanno fatto vedere quanto siano belli i duelli corretti in pista anche se è un peccato non gustarli per le primissime posizioni.
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FLOP
La penalizzazione di Vergne: a parer nostro il momento di spettacolo più esaltante in pista: quella frenata (che tanto frenata non era) del francese della STR ai danni del suo connazionale, frutto di coraggio e ambizione, forse non doveva essere penalizzata. Peccato però che il regolamento della F1 vieti la cosiddetta “sportellata” anche quando la stessa non provoca alcuna conseguenza negativa per i protagonisti, peccato davvero. Il contatto ai danni della Lotus di Grosjean, seppur lieve, c’è stato e le regole sono regole. Ad ogni modo JEV sta provando a tirare fuori quanto di meglio abbia nel cilindro, sperando che tutto possa concorrere ad una sua conferma il prossimo anno in Toro Rosso. Le possibilità aumentano!
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