28 Aprile 2014 – Seconda puntata della collana “Speciale Imola 1994″ nella quale la redazione storica di F1Sport.it ricorda uno dei più tragici week end nella storia della Formula 1. Nella seconda uscita ricordiamo il Gran Premio del Portogallo del 1985, gara che sancì la consacrazione per Ayrton Senna e le donò la prima vittoria in carriera.
Parliamoci chiaro e limpido. Nelle paludi dominano i coccodrilli, gli abissi sono i regni degli squali e i diluvi sono i terreni di caccia preferiti per Senna. Un triplice paragone tra i dominatori dell’accadueo che regge eccome. Senna aveva già fatto sapere a chi di dovere che in mezzo a cattedrali d’acqua spray sollevate dalle F1, si trova che è una meraviglia. Monaco 1984 docet.
Che quel week end sarebbe stato un’affare interno Lotus, lo si era capito già dal venerdì nel corso delle libere. Senna ottiene la miglior prestazione, staccando il nostro Elio De Angelis di più di mezzo secondo. Gli inseguitori, con distacchi oltre i 2 secondi, sono già nelle canne. Si mormora che tale dominio delle Lotus sia da attribuirsi alle nuove gomme Good Year, montate in esclusiva dalle vetture nero-oro, che si trovano a meraviglia con lo schema delle sospensione della Lotus 97T.
A mezz’ora dal via, sull’Estoril si abbatte un nubifragio. Tecnici, meccanici e ingegneri corrono al lavoro per modificare gli assetti delle vetture in quanto le nuvole in cielo fanno presagire che quello appena abbattutosi, non sia stato un semplice acquazzone. Per molti questa è la chances per rimescolare le carte in tavola che Senna e la Lotus avevano ordinatamente distribuito. A qualcuno quel Montecarlo 1984 era troppo presto passato di mente. La pioggia cala di intensità fino a cessare, ma la pista è ancora abbondantemente bagnata.
Al via Senna scatta come una molla e si invola. Dopo un giro ha già accumulato sul suo compagno De Angelis un distacco di quasi tre secondi. Dopo 3 giri, la pioggia ricomincia in maniere sottile ma fastidiosa per aumentare gradatamente, fino a trasformarsi in un acquazzone proprio come prima del via.Per testimoniare le condizioni avverse del tracciato, basta guardare Rosberg che, dopo esser rimasto fermo al via, si gira alla terza curva. Keke passerà il resto della gara a bisticciare con l’elettronica della sua Williams, fino al ritiro nel corso del 20esimo passaggio a causa di un’incidente (con tanto di ferita alla mano).
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Tutti arrancano. Senna no. Alliot, Patrese, Martini, Berger, Rosberg e Baldi infangano le proprie carene nelle vie di fuga portoghesi. Laffite si ritirerà dopo 20 giri, ufficialmente a causa di un problema ad una ruota, ma in realtà, pare, avesse ritenuto troppo pericoloso proseguire. Al trentesimo giro, alza bandiera bianca anche quello che sarebbe diventato il suo più grande rivale. Prost entra in acquaplanning in pieno rettilineo mentre insidia il secondo posto di De Angelis “leader dei piloti terreni”, e finisce contro il guard rail ritirandosi.
A essere onesti, comparirà sulla tabella tempi di Senna improvvisamente un tempo alto. Sarà una lieve escursione sull’erba a causarla ma il futuro asso della Formula 1, sarà magistrale nel recuperare la vettura e non perdere eccessivo tempo. Salvo qualche giro di relax, magari anche per calmare il sangue dopo questo spavento, Senna tornerà ad essere il martello che era prima, e dopo 60 giri di gara dei 70 previsti, ma col limite delle 2 ore raggiunto, taglierà il traguardo davanti ad Alboreto, staccato a più di un minuto, ma unico pilota non doppiato.
Quel giorno in tutti intuirono che qualcosa di speciale era accaduto. Senna aveva dato prova del suo talento puro e cristallino come l’acqua che cadeva dal cielo. In condizioni così proibitive vedere qualcuno vincere è già di per se speciale. Vedere Senna dominare in maniera così autoritaria, non si può definire solo speciale; lo si può solo definire magico.
F1 | Imola ’94 ep. 2: Estoril 85 e il primo trionfo di SennaF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi