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F1 | Imola ’94 ep. 4: la straordinaria pole di Senna a Monaco 1988

Da Tony77g @antoniogranato

Cristian ButtazzoniF1Sport.it

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28 aprile 2014 – Ayrton Senna ha fatto della pole position, della sfida con il cronometro, la sua religione di vita; 65 sono le partenze al palo fatte registrare dall’asso brasiliano, che in questa continua ricerca del limite ha regalato prestazioni spettacolari, a volte persino sbalorditive, frutto della volontà di ferro di cercare sempre il limite dalla sua monoposto, anche quando sembra essere inferiore.

Un concentrato di tecnica nella messa a punto passando ore nel motorhome, di studio del circuito (che andava a esaminare a piedi), reattività… e non solo. Questa pole position contiene qualcosa di speciale, forse anche di surreale, mistico, di certo non è la “solita” pole position. Infatti, questo racconto parte da un vero mito, l’invincibile McLaren MP4/4, capace di vincere 15 gare su 16 e di conquistare 15 pole su 16; un vero rullo compressore lasciato nelle mani del duo più forte di sempre, formato da Prost e Senna.

Ayrton infila le prime due partenze al palo stagionali e sul circuito che lo proclamerà re incontrastato, quello del Principato di Monaco, Ayrton vuole dimostrare ancora una volta di essere il più forte. Si infila nell’abitacolo della sua McLaren, studia la piantina del circuito, si concentra, trattiene il respiro e… via, si lancia! Sainte-Dévote, Beau Rivage, Massenet, Casino, Mirabeau, Loews, Portier, il Tunnel, Porto, Tabaccaio, Piscine, Rascasse e Anthony Noguess… quasi fosse una sequenza da recitare a memoria, una danza da eseguire alla perfeazione, senza commettere la minima sbavatura. E Ayrton non lo fa, anzi.  Si getta nelle qualifiche con le gomme da gara, “così posso fare molti giri”

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Il risultato è sbalorditivo, Senna rifila a Prost un distacco pesantissimo a Prost, di 1″427, che usa la stessa monoposto; il francese è senza parole: “Fantastico! Non si può descrivere in altro modo! In queste circostanze ci si assume un rischio, una cosa che poi più avanti non si ripete”  E Senna spiega tutto in modo abbastanza semplice: “In determinati giorni e in certe circostanze pensi di avere un limite e cerchi di raggiungerlo; quando ci arrivi dici: “Okay, questo è il limite”. Appena pensi di averlo raggiunto accade qualcosa che ti fa pensare di andare un po’ oltre. Con il potere della mente, la determinazione, l’istinto e l’esperienza si può volare molto in alto“.  Ecco come in modo anche abbastanza banale vengono spiegate le 65 pole position ottenute da Senna, che a lungo rimarrà record imbattuto in Formula 1.

Quando corro contro il cronometro e contro gli altri piloti questo mi dà un senso di aspettativa, di dare il mio meglio ed essere il migliore, un’energia che in alcuni momenti, quando guido, mi distacca completamente da qualsiasi altra cosa. E questo è esattamente accaduto a Montecarlo”. Qualcosa di inspiegabile accade nella mente del pilota brasiiliano, che sembra poter contare su una forza superiore che lo fa entrare in un tunnel mentale che lo fa uscire da tutto: c’è solo lui, la sua McLaren e la pista di Montecarlo e inizia un giro ai limiti dell’incredfibile, selvaggio, istintivo. “Sicuramente ho guidato solo secondo il mio istinto, ero semplicemente in un’altra dimensione. Era come se mi trovassi in un tunnel, non solo in un tunnel sotto l’Hotel, ma la stessa pista era un tunnel per me. Ho semplicemente guidato e continuato a guidare veloce, sempre più verloce. Ero di molto oltre il limite e certamente potevo oltrepassarlo ancora.” “Improvvisamente qualcosa mi ha sferrato un colpo. Era come se mi fossi svegliato e mi fossi accorto di essemi trovato in un’altra dimensione. La mia reazxione immediata era quella di abbandonare tutto e limitare la velocità. Sono rientrato lentamente ai box e quel giorno non volli più uscire. Ho avuto paura quando ho notato di essere andato ben oltre le mie capacità. Succede raramente, ma faccio queste esperienze chiaramente consapevole e mi mantengono vivo, perchè sono importanti per l’autostima. Il pericolo di infortunarsi o di trovare la morte c’è, ogni pilota vive eternamente con quersto pericolo. E’ importante sapere cos’è la paura perchè ti tiene sveglio, tu fa stare attento. Spesso questo rende i tuoi limiti solidi.” E ogni limite è fatto per essere superato


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