F1 Scintille tra finzione e realtà

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

21 aprile 2015 – Dall’inizio della stagione, abbiamo assistito ad un vero boom di scintille provenienti dal fondo vettura. In molti hanno elogiato questo “amarcord” della Formula 1 ma, ahimè, non è tutto oro ciò che scintilla.

Tra la metà degli anni ’80 e la prima metà degli anni ’90, il fenomeno delle scintille in Formula 1 era, praticamente, una prassi. A causa di assetti molto bassi, le vetture toccavano col fondo sull’asfalto, creando esplosioni scintillanti, appunto, manco fossero fuochi d’artificio. Successivamente, le scintille venivano provocate da “bandelle” in titanio poste sotto l’alettone anteriore montate onde evitare che l’ala si danneggiasse al contatto con l’asfalto. Bene, signori, quelle erano scintille vere, nate da un fondo che per scelta tecnica era vicinissimo all’asfalto e ad ogni minimo avvallamento o passaggio di carico aerodinamico sfregava con il terreno. Sfregamenti che veniva spesso definiti “stelaiate” ma che erano tutt’altro che gradite dai piloti. Immaginate di andare a 330 Kmh con solo una lamella in carbonio che vi separa dall’aria, e ricevere un bel calcio sul posteriore (non della macchina ma del pilota) che viaggia a 3/4 cm da terra da un piede che pare un cannone. Ecco l’effetto dev’essere stato più o meno questo.

Quelle viste in questo ad inizio 2015, sono invece scintille volute: ovvero nate da una piastra in titanio montata sul fondo della vettura per creare lapilli incandescenti anche nei gran premi diurni. Si, perchè nei notturni qualcosa si vedeva, ma solo per il fatto che l’assenza di luce accentua altri fenomeni che col sole rimangono nascosti ( parti roventi, luci nel cockpit, ecc). Ora, non si vuole in questa sede fare la parte del nostalgico cronico recalcitrante al pensiero di sentir nominare la parola “evoluzione”. Sarebbe inutile urlare demagogicamente: “Ridateci le vecchie macchine!”, ma si vuole semplicemente portare ad un ragionamento.

La Formula 1, ha bisogno di piastre in titanio per creare uno spettacolo tarocco ad occhi attenti? No, chiaramente. Avrebbe invece bisogno di essere se stessa, senza cercare arcani fittizzi per raggranellare qualche click di telecomando in più. L’evoluzione e i regolamenti hanno portato al lento sparire di scintille? Pace sia per tutti, ma non che si attacca sul fondo di una monoposto una placca dall’utilità nulla se non, appunto, quella di creare due o tre scintillate. Sarebbe un pò come dire “Ehi! Ma nel calcio non ci sono più gol in rovesciata!”; e allora la Fifa dichiara che al trentesimo del secondo tempo la squadra ospite deve segnare un gol a porta vuota in rovesciata. Sarebbe uno spettacolo ridicolo e finto, una sorta di reality show nello sport. Ma da quando in qua sport e show devono per forza essere un tutt’uno? Da quando è arrivata la televisione, certo, ma anche da quando si è andati alla ricerca di mercati redditizi e carichi di dollari, ma che con la Formula 1 non avevano nulla a che spartire prima. Mercati che se un domani vedessero le griglie di partenza designate da sorteggio (si faceva quando i nostri nonni manco erano ancora iscritti all’anagrafe) non batterebbero ciglio ma, anzi, urlerebbero all’amarcord perchè questo accadeva secoli fa. Non immaginiamoci se si decidesse di scrivere la griglia di partenza con un ashtag.

Segnali di una F1 che sta morendo? Forse, ma sicuramente una F1 che meriterebbe una guida che la riporti sulla giusta strada.

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