F1 Storia : 400 gare per la Sauber

Da Tony77g @antoniogranato

Luca SarperoF1Sport.it

21 ottobre 2015 – Il Gran Premio degli Usa sarà il numero quattrocento per il team Sauber . Un traguardo prestigioso per la squadra del grande Peter Sauber raggiunto tra risultati alterni, un rapporto strettissimo con la Ferrari e anche una cessione al colosso BMW. 

Svizzera e motorsport non sono mai andati d’accordo. Dopo la tragedia di Le Mans del 1955, le autorità svizzere vietarono ogni manifestazione sportiva a livello motoristico. Se volevi correre in auto, o facevi le cose illegalmente oppure andavi in montagna, dove le autorità qualche gara in salita la lasciavano correre.

Dagli inizi fino alla F1: In questo territorio così arido nasce e cresce Peter Sauber. Malato di corse, che dopo il grande divieto cercava giornali esteri per informarsi e leggere sul motorsport, e che aveva davvero tutti contro. Istituzioni e pure una famiglia che per lui aveva deciso che la carriera migliore da seguire era quella di erede di un’azienda costruttrice di impianti semaforici. Oddio, con in semafori ci ha sempre avuto a che fare, ma in modo nettamente diverso. Prima inizia come venditore di auto poi inizia a lavorare su un Maggiolone della Volkswagen da impiegare in gare di cronoscalata. Da li, il ventisettenne Sauber, costruisce la Sauber C1 in un magazzino in disuso di proprietà della stessa famiglia Sauber. Impegnata nelle corse in salita, la C1 otterrà svariati successi lungo tutto gli anni ’70 e le successive C2 e C3 verranno vendute a clienti in giro per l’Europa. Tenta anche l’avventura della Formula 2, ma è con gli Sport Prototipi che Sauber accresce la sua notorietà. Appoggiato dal colosso tedesco BASF, la nuova Sauber C6 diventa la prima vettura svizzera costruita in galleria del vento. Dal 1985 inizia una fortissima unione con la Mercedes che porterà alla vittoria del mondiale prototipi 1989 e 1990 e la vittoria della 24 ore di Le Mans. Da sempre attento ai giovani, Sauber affida al trio Schumacher – Wendlinger – Frentzen ( coadiovati dall’esperto Ludwig) una delle sue vetture. Sauber è ormai una garanzia nel mondo dei motori ma le Gruppo C , ormai vicine ad un lento declino, non rappresentano più un buon palcoscenico per lui.

L’arrivo in F1 e il sodalizio con Ferrari: Nell’estate del 1991, Sauber decide che è il momento buono per il grande salto in Formula 1. Contatta Harvey Postlethwaite per affidarli la parte tecnica, e la Mercedes (anch’essa assente da tempo immemore dall Formula 1) si dichiara interessata. I motori saranno progettati dalla Illmor di Mario Illen e Paul Morgan e il tutto sarà appoggiato dalla Mercedes. I piloti saranno Wendlinger e Lehto e il debutto arriva in Sudafrica nel 1993. Il primo anno, che doveva essere di rodaggio, è comunque positivo con 12 punti conquistati e il settimo posto nel mondiale costruttori. Nel 1994, la Sauber conferma Wendlinger e lancia Frentzen nel mondo della Formula 1 con la Mercedes che torna ufficialmente nelle corse che contano come fornitore di motori. La stagione però è tribulata. A Monaco, Wendlinger è vittima di uno spaventoso incidente alla Nouvelle Chicane e a De Cesaris tocca l’onere di sostituirlo. I problemi, però, non finiscono qui. La C13 non migliora rispetto alla C12 e gli sponsor fuggono. E’ la Mercedes stessa a salvare la Sauber dalla chiusura, ma a fine anno lascia la scuderia svizzera per passare alla Mclaren. Il team è allo sbando più totale ed è proprio qui che nasce il mito del grande Peter Sauber. La macchina, la C14, è già pronta ma senza motori ne sponsor. Sauber ottiene un contratto di fornitura biennale con la Ford e addocchia in un azienda produttrice di bevande austriaca in grande crescita un’ottimo partner per il futuro. Tale azienda si chiama Red Bull e se oggi Ricciardo e Kvyat hanno un posto in F1 un pò lo devono anche a Sauber. Lo svizzero rilancia ottenendo una sponsorizzazione dalla malese Petronas, sempre più attratta dal motorsport europeo. Il 1995 non è una grande stagione ma Frentzen si toglie il lusso di regalare a Monza il primo podio nella storia della Sauber. Nel 1996 la Sauber rafforza la partnership con i propri sponsor e ingaggia pure Herbert come compagno di Frentzen. La Sauber C14 però delude anche a causa di una Ford sempre meno interessata a restare in F1 come semplice fornitrice. Concluso il contratto con la casa dall’ovale blu, Sauber ottiene una fornitura niente poco di meno che dalla Ferrari che, però, vedrà i propri motori ribatezzati Petronas. E’ l’inizio di un dualismo che dura da quasi vent’anni; i motori saranno pur quelli della stagione precedente, ma per la Sauber rappresentano il miglior compromesso tra potenza e prezzo di fornitura.

L’era Ferrari con quel magico 2001: Dal 1997, le Sauber saranno spinte dai V10 made in Maranello. Dopo un debutto difficile (anche a causa di continui cambi di piloti), la Sauber spera di trovare in Alesi una valida prima guida. L’oriundo francese ci mette il cuore, ma la macchina non è un granchè e i motori Petronas saranno si affidabili, ma anche poco competitivi. L’unica gioia è il podio a Spa nel 1998, mentre nel 1999 Alesi viene pure battuto in classifica dal team mate brasiliano (ma con dote italiana) Diniz. Nel 2000 Alesi lascia la Sauber e al suo posto arriva Salo, spinto dalla Ferrari stessa dopo l’eccellente lavoro svolto come sostituto di Schumacher durante la sua convalescenza. La Sauber, però, non migliora e appare pure in caduta libera. Ad Interlagos sia Salo che Diniz verranno ritirati dal team per pericolosi cedimenti sull’ala posteriore. Il nuovo millennio si apre in maniera disastrosa e la Sauber è in serio pericolo. Per il 2001, Peter Sauber capisce che serve un colpo di spugna e affina tutte le sue doti di grande talent scout. Ingaggia Nick Heidfeld suscitando stupore e clamore. Il tedeschino (all’epoca ventitreenne) veniva da una difficile stagione di debutto costellata da incidenti ed era stato abbandonato da tutti. Sauber punta tutto su di lui. Non pago, Peter rilancia dicendo no ad un comodo assegno firmato Red Bull in cambio dell’ingaggio di Bernoldi e da un volante ad un ventenne fortissimo in Formula Renault: Kimi Raikkonen. A rendere tutto più bello ci pensa la nuova sponsorizzazione by Credit Suisse che segna una sorte di riappacificazione tra il motorsport e la nazione del cioccolato, degli orologi e delle banche. Il 2001 è un trionfo con la Sauber (ne abbiamo parlato anche ieri a Pit Talk: Link qui ) che chiude quarta nei costruttori (suo miglior risultato di sempre come team indipendente) e Raikkonen che viene venduto ad una cifra astronomica alla Mclaren. Quella fornitura motori Mercedes di sei anni prima, non fu soffiata ma il pagamento fu soltanto rimandato . Dal 2002 in poi, la Sauber torna ad occupare le posizioni di centro classifica senza più competere ai livelli di quel magico 2001. Arriva Massa, altra scoperta di Peter Sauber, che verrà anche messo un anno in castigo per un comportamento ben lontano dal professionista che è oggi. Sauber si affida anche agli esperti Fisichella e Villeneuve, ma senza ottenere risultati di rilievo.

La cessione alla BMW prima del ritorno: Nel 2005, la Sauber è schiacciata dai debiti. Senza ormai più possibilità, Peter Sauber cede alla Bmw il suo team rimanendo, però, come consulente. A lui si deve il debutto di Kubica, mentre Mario Theissen, Team Principal della neonata BMW – Sauber, non terrà conto delle forti pressioni che l’ex team manager svizzero farà per soffiare alla Red Bull (nel frattempo diventata team) il giovane Sebastian Vettel che alla Bmw Sauber ricopriva il ruolo di terzo pilota. In quattro stagioni arriveranno una pole e una vittoria (entrambe in Canada nel 2008) ad opera di Kubica. Dopo un 2009 carico di delusioni, la Bmw decide di abbandonare e cede di nuovo tutto a Peter Sauber che, però, non riesce ad ottenere i motori per la stagione 2010. Pressato dalla stessa BMW , che lo ha obbligato a correre nel 2010, Sauber si affida nuovamente alla Ferrari dando così vita alla BMW Sauber Ferrari con come piloti l’esperto De La Rosa e il giovane ed esplosivo Kobayashi. Dopo un’anno di apprendistato, Sauber lascia andare De la Rosa ed ingaggia il giovane talentuoso Perez. Nel 2012 la Sauber ottiene il record di quattro podi (tre con Perez e uno con Kobayashi). Nel 2013, entrambi lasciano la sede di Hinwill e al loro posto arrivano Hulkenberg e Gutierrez (come Perez appoggiato da ingenti sponsor messicani). Il 2014, però, è l’hannus horribilis. Con Sauber che dopo aver nuovamente rilevato il team tende sempre più ad uscir di scena, la nuova team principal Monisha Kalterborn dimostra di non avere esperienza in Formula 1. Complici anche i V6 turbo ibridi Ferrari tutt’altro che competitivi, non arriva neanche un punto in casa Sauber, e neanche Sutil (esperto ma mai concreto) riuscirà a portare risultati in quel di Hinwill.

Questa è la storia della Sauber. Uno dei team più nostalgici della Formula 1, unico superstite degli anni ’90 insieme a Ferrari, Williams e Mclaren. La storia di Peter Sauber, uomo capace di lanciare nell’olimpo piloti come Raikkonen, Massa, Frentzen e che ha avuto a che fare con Micheal Schumacher, Robert Kubica e Sebastian Vettel. Un uomo, Sauber, che in puro stile svizzero (preciso ma mai sopra le righe) ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della Formula 1.

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