11 febbraio 2014 – Il mondo dello sport a motore si divide in due categorie ben distinte: quelli che vanno a due ruote e quelli che vanno a quattro. Due mondi diversi ma con tante analogie e dove solo un’uomo ha trionfato in entrambi: John Surtees.
Insomma, per farla breve, a 26 anni John Surtees è una leggenda su due gambe e su due ruote. Ha già guidato per marche come: Norton, NSU, MV Augusta e….. Tyrrell. Si, avete letto bene. Nell’estate del 1959, John Surtees ha corso un Gran Premio di F3 a bordo di una Cooper gestita dal team del boscaiolo Ken Tyrrell. Andò subito fortissimo e Colin Chapman, boss della sempre più crescente Lotus, decise di offrirgli un gettone di 4 gp per la stagione 1960 in F1. Mentre Surtees vinceva a mani bassissime e polsi piegati i suoi ultimi due titoli nelle moto, corse i Gp di Monaco, Inghilterra, Portogallo e USA. Dopo un ritiro per noie al cambio a Montecarlo, Surtees è sorprendentemente secondo a Silverstone e ad un passo dalla vittoria sul terribile cittadino di Oporto (pista da lui mai vista) dove, però, ottenne pole e giro più veloce.
Per il 1961, Joh Surtees è ricercatissimo. Si parla anche di un contatto con Enzo Ferrari, pronto anche a dare a “Big John” una Ferrari da F1 già per il 1961. Surtees ringrazia e rifiuta perchè si ritiene ancora troppo inesperto per guidare una macchina da mondiale dopo solo 4 Gp. Accetta, invece, l’offerta di Reg Parnell che lo invita a correre per il suo team: la Yeoman Credit Racing. Prima con una Cooper poi con una Lola, Surtees mette in tasca due podi pur con una vettura non particolarmente brillante. Dopo il Gp d’Italia, Enzo Ferrari si ripresenta di fronte a Surtees con un’altra offerta per il 1963 e stavolta la risposta è positiva.
Nell’anno del debutto con la Ferrari, John Surtees nulla può contro lo strapotere marcato Clark e Lotus. Il cappello di Colin Chapman vola a quasi ogni week-end, tranne che nel Gran Premio di Germania dove a vincere è proprio Surtees. Quel 4 agosto 1963, Surtees fu abilissimo ad approfittare della chances che Clark e Chapman diedero ai rivali, sfruttando un problema al motore che afflisse la Lotus 25 dell’asso scozzese. A fine campionato, Surtees è comunque ottimo quarto e lascia a tutti l’idea di essere all’inizio di una fantastica avventura.
Dopo un 1964 trionfale, Surtees vive un ’65 carico di delusioni. Non arriva nessuna vittoria e solamente qualche podio non è ciò che si addice ad un campione del mondo in carica. Inoltre, durante un test con una Lola CanAm, è pure protagonista di un terribile incidente che lo lascerà in pericolo di vita alcuni giorni. Salta le prove conclusive della stagione in USA e Messico e si concentra sul proprio recupero che arriva in tempi record. Surtees vince già in Belgio l’anno seguente, ma il suo carattere polemico lo porterà ad operare una scelta sbagliata. Per la 24 ore di Le Mans del 1966, la Ferrari può permettersi, a causa di scioperi in fabbrica, solamente due P3 che vengono destinate alle coppie: Parkes-Scarfiotti e Bandini-Guichet. Surtees venne estromesso perchè, secondo il Drake, non era ancora al top per affrontare una gara di durata come è la 24H di Le Mans. Surtees, profondamente offeso da tale scelta, molla immediatamente la Ferrari e firma per la Cooper con cui chiuderà la stagione con una vittoria in Messico che li valse il secondo posto a fine campionato.
Surtees si affida per il 1969 alla Owen Racing che li mette a disposizione una Mclaren e un telaio marchiato da Surtees stesso nel corso della stagione ma, podio a Watkins Glen a parte, non arrivano grandi soddisfazioni. Per il 1970, Surtees, ormai 36enne, non si sente affato vecchio, e trasferisce il proprio team, che già operava in F5000 e CanAm dal 1965, nel Kent per avviare un programma F1. Il “figlio del vento” chiude le sue ultime tre stagioni in F1 alla guida di una propria vettura senza però ottenere particolari risultati e così decide di dedicarsi al ruolo di team manager affidando le proprie vetture a gente come: Brambilla, de Adamich, Pace, Jones e anche a Mike Hailwood che come lui veniva da una gloriosa carriera nel motociclismo. Fu proprio “Mike the Bike” a regalare al Team Surtees l’unico podio della sua storia a Monza nel 1972. La storia senza gloria del team Surtees va avanti fino al 1978, quando John Surtees si ritira definitivamente dal mondo delle corse.
Veniva definito un pilota dalla guida “feroce” e competitiva, capace di mangiarsi i rivali come le curve che gli si ponevano davanti. La sua guida era versatile e sprezzante del pericolo come poche nella storia delle corse, ma anche lui era permaloso come forse nessuno mai nei garage della F1. Caratteristiche che gli hanno permesso di definirsi il campione dei due mondi ma anche che lo hanno allontanato dall’ultimo team, la Ferrari, in grado di poterle dare una macchina vincente. Ha corso nell’epoca più pericolosa della storia delle corse e la sua poca fiducia negli altri gli ha salvato la vita ai tempi della Honda. Paradosso, allora, è il fatto che suo figlio Henry sia morto in una gara di F2 nel 2009, quando le corse (in teoria) non erano meno pericolose. La morte con cui lui ha giocato per quasi 30 anni, le ha tolto una delle cose più care che si possono avere nella vita ma non è riuscito a scalfirlo. Happy Birthday Big John.
F1| Storia: John Surtees, Il campione dei due mondiF1Sport.it - F1 Formula 1 F1 Tecnica F1 News Team Analisi