F1 | Storia: Sir Jack Brabham, autore e creatore dei suoi successi

Da Tony77g @antoniogranato

Cristian ButtazzoniF1Sport.it

13 aprile 2014 – Decima puntata (di recupero) della serie dedicata ai personaggi che hanno fatto la storia della Formula 1, dedicata a un personaggio molto particolare, messosi in luce come pilota e anche come costruttore, Sir Jack Brabham.

L’australiano è noto all’ambiente della Formula 1 per essere stato l’unico pilota al mondo a vincere un Campionato del mondo con una vettura da lui stesso progettata, ma la sua carriera non sarà così facile come potrebbe sembrare. Infatti, lui, figlio di emigranti inglesi in Australia, dopo aver assaggiato le 4 ruote con le Midget, categoria in cui il suo talento verrà subito alla luce. Ma inizialmente sembrava che questa avventura non dovesse nemmeno iniziare, visto che il giovane Jack era andato ad assistere a queste gare solo per trovare dei pezzi di ricambio da utilizzare nella propria officina di famiglia, le corse non gli interessavano proprio… O meglio, non gli interesserà guidare, perché fu Johnny Schonberg a lanciarlo nell’avventura, chiedendogli di costruirgli una vettura. Brabham non si tirò indietro e dette a Schonberg una vettura decisamente competitiva.

Poi, però, un bel giorno intervenne il fattore considerato croce e delizia per tutti i piloti, ossia le donne; a metterci lo zampino fu infatti la moglie di Schonberg, che decise di mettere la parola fine alla carriera del marito e l’ingrato compito di sostituirlo toccò al suo… meccanico, ossia a Jack Brabham. L’australiano vincerà per 4 anni (dal 1948 al 1951) il Campionato australiano delle midget, imponendosi anche in Sudafrica, vincerà alcune gare in salita e poi si buttò nel mondo delle monoposto. Personaggio abbastanza avversato nel mondo delle corse, soprannominato Black Jack per il suo carattere taciturno (e quando taceva metteva paura), Jack farà discutere per alcune decisioni, come quella di dipingere sulla sua auto i colori del suo sponsor petrolifero, che vennero fatte eliminare.

Brabham, grazie ai suoi risultati nelle midget e nelle corse in salita, si dedicherà alle monoposto e verrà convinto a cambiare continente, trasferendosi in Europa. Correrà le prime gare in Inghilterra, convinto da John Cooper a trasferirsi dall’Australia e il suo soggiorno in Europa avrebbe dovuto durare per non più di una stagione. Cercherà, senza successo, un volante presso Ferrari e Audi, che non saranno affatto convinte delle qualità dell’australiano, però John Cooper gli metterà a disposizione una vettura per consentirgli di correre nella categoria regina, la Formula 1.

Qui Brabham tentò una collaborazione tecnica con John Cooper, ma la cosa non ebbe il consenso del costruttore inglese, che però gli cedette una sua monoposto. Brabham la sviluppò anche grazie al suo amico progettista Ron Tauranac. Le prime stagioni furono abbastanza tribolate, costellate di problemi meccanici, come a Monaco nel 1957, quando dovette cedere il terzo posto per un guasto alla pompa della benzina. Nel 1958, però, vincerà la 1000 km del Nurburgring in coppia con il suo futuro rivale Stirling Moss. Ma quando tutto sembrava perduto, ecco che l’australiano sfodera i suoi artigli, imponendosi nel Mondiale 1959 dove non era favorito, battendo proprio Moss dopo una lunga battaglia durata sino a Monza. L’anno dopo, nonostante una squalifica a Montecarlo, riuscirà a imporsi ancora più facilmente, portando a casa ben 5 vittorie su 10 gare.

Ma Brabham, dopo una stagione 1961 avara, coltiverà il sogno di vincere il titolo con una propria vettura. Come al suo esordio in F.1, le prime stagioni  della Brabham si riveleranno difficoltose, anche se costellate da alcuni buoni risultati, ma come per magia anche il 1966 vedrà il non favorito Brabham battere mostri sacri come la Ferrari, orfana di Surtees che se ne andrà tra le polemiche, e favorita dall’aumento di cilindrata dei motori da 1500 a 3000 cc. Jack vince 4 gare consecutive delle prime 6 e si aggiudica il Mondiale a bordo della sua stessa vettura. E’ il primo e unico caso al mondo di un pilota che vince il titolo anche come costruttore, e per di più contemporaneamente.

Nel 1967, però, Brabham non riuscirà a ripetersi e a batterlo sarà il compagno di squadra neozelandese Dennis Hulme. Per Brabham non poteva esserci umiliazione peggiore e infatti caccerà Hulme dalla squadra. Il 1968 e 1969 saranno anni abbastanza tribolati per Brabham, che termineranno con il ritiro nel 1970.

Il team verrà lasciato a Ron Tauranac, che due anni più tardi lo venderà a Bernie Ecclestone. Il manager inglese sarà capace, di portare altri 2 Mondiali alla scuderia britannica nel 1981 e 18983, grazie a Nelson Piquet.

Brabham saprà trasmettere la sua grande passione ai 3 figli, Gary, Geoff e David. Quest’ultimo arriverà a correre in Formula 1, senza risultati di riilievo, ma riuscirà a portare a casa Brabham un altro prestigioso trofeo: la 24 Ore di Le Mans, che si aggiudicherà nel 2009, gara vinta anche dal fratello Geoff nel 1993, in entrambi i casi con un prototipo Peugeot. Geoff riuscirà anche a vincere la serie Can-Am nel 1981.

Ma la saga dei Brabham non finisce qui; infatti, anche il figlio di Geoff Brabham, Matthew, è in rampa di lancio nella carriera automobilistica, avendo già debuttato sui kart. Lo stesso David ha un figlio, Sam (che tra l’altro è nipote anche di Mike Thackwell), che corre nella Formula 2000 MRF inglese. Una passione che si trasmette in famiglia, capitanata da un uomo che si è messo in luce con il proprio genio e la propria creatività e che a 88 anni guarda orgogliosamente i risultati dei propri eredi.

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