«C'è chi sostiene che negli anni il gruppo torinese abbia ottenuto dai governi qualcosa come 200 mila miliardi di lire: un conto difficile da accertare. È sicuro che il contratto di programma del 1988 riversò nelle sue casse oltre 6 mila miliardi di lire sotto forma di contributi in conto capitale e in conto interessi, mentre nell'ultimo decennio del secolo scorso arrivarono a Torino altri 2 mila 500 miliardi di lire sotto forma di esenzione di imposte, cassa integrazione, prepensionamenti e mobilità.»E penso, a fronte della dichiarazione del presidente del consiglio Monti [«Chi gestisce la Fiat ha il diritto ed il dovere di scegliere per i suoi investimenti le localizzazioni più convenienti»], che se la Fiat ha questo diritto-dovere, altrettanto ce lo avrebbe avuto lo Stato italiano se esso, all'epoca, in cambio di tutti quei soldi pubblici regalati a iosa, si fosse fatto dare delle azioni della Fabbrica Italiana Automobili Torino. (o anche avesse preteso fino all'ultimo centesimo i soldi per la vendita dell'Alfa Romeo). Giacché i contributi statali che hanno consentito alla Fiat di sopravvivere sono tali e tanti che l'azienda di Torino avrebbe dovuto davvero diventare un'azienda a partecipazione statale, almeno quanto lo è la Renault in Francia. Chissà, se fosse andata veramente così, ci sarebbe stato anche più orgoglio a comprare italiano.Ma a parte questo, fa davvero molta rabbia constatare che tutta la quantità di ore lavoro, che generazioni di operai e impiegati hanno consumato in fabbrica in cambio della sopravvivenza e poco altro necessario, siano così insignificanti e inutili, gettate via come spazzatura e bruciate nell'inceneritore del capitale.
Sono sempre più convinto che, superato un certo limite, la proprietà privata non abbia più senso di essere. Che senso ha che gli Agnelli siano ancora i proprietari di una cosa che, di fatto, è (dovrebb'essere) pubblica... Andrebbero sbarbati da quelle poltrone, e lasciati ammuffire nei loro palazzi e ville confortevoli, altro che sedere, ancora, nei consigli di amministrazione.