Fabi-Silvestri-Gazzè si esibiranno il 22 maggio all’Arena di Verona

Creato il 18 maggio 2015 da Giannig77

Condivido volentieri per i lettori del blog, il mio articolo su Fabi-Silvestri-Gazzè uscito per il sito di Troublezine, di cui lascio qui sotto il link

http://www.troublezine.it/columns/20079/fabigazzsilvestri-un-percorso-che-porta-in-arena-a-verona

In questi giorni abbiamo gestito, grazie ad Eventi Verona, un contest che ha visto una grande partecipazione, ovvero quello dedicato alla data di Fabi/Gazzè/Silvestri in Arena di Verona il 22 maggio. Gianni Gardon ci delinea un breve profilo della collaborazione (molto riuscita) fra questi tre artisti, culminata in un tour che ha raccolto numerosi consensi…

In dirittura d’arrivo il fortunato progetto artistico a nome “Fabi-Silvestri-Gazzè”, la cui onda lunga è partita l’anno scorso e ha bagnato i palchi di mezza Europa, dopo che la scintilla era partita in Africa. Tappa conclusiva di un percorso unico e assolutamente rilevante nell’ambito di un solido cantautorato italiano, sarà lo splendido scenario dell’Arena di Verona che ospiterà i tre 47enni artisti il 22 maggio.
Un sodalizio che, se da un punto di vista meramente professionale, potrebbe non avere un seguito a breve, data l’eccezionalità dell’esperienza, da quello personale e umano sembra in realtà lungi dallo spegnersi e perdere smalto, vista la consolidata, radicata e intensa amicizia che lega tre anime diverse, eppure simili, nel proporre una musica di spessore che vada al di là delle logiche commerciali.
I tre romani hanno rappresentato nel decennio dei ’90 e inizio del millennio forse il meglio ricavato dalla fertile scena della Capitale, e già nel corso degli anni avevano collaborato l’uno con l’altro. Addirittura si può dire che abbiano esordito negli stessi contesti, negli stessi locali (anzi, proprio al “Locale” di Roma) tanto da indurre più di un critico ad associare i loro nomi ben prima che uno sbocco discografico a tre fosse anche pensato. Tali erano le affinità – per un certo periodo anche stilistiche (basti pensare alle partecipazioni ad esempio di Gazzè come bassista nei dischi di Silvestri, o la hit estiva Vento d’estate, co-scritta e interpretata da Fabi e Gazzè in tempi non sospetti) – e i punti di incontro nelle loro musica che non era necessario fungere da “esperti” per pronosticare loro un grande futuro.

Tra esperienze mainstream (partecipazioni varie di tutti e tre a Sanremo così come al defunto Festivalbar), escursioni cinematografiche (in particolare la convincente prova attoriale di Max Gazzè in “Basilicata Coast to Coast” di Rocco Papaleo) o televisive (specie del più istrionico Daniele Silvestri), felici comparsate ai Concertoni del Primo Maggio e presenze in pratica fisse a rassegne come il Premio Tenco, nel corso di quasi 20 anni raramente hanno evidenziato cadute di tono, diventando veri punti di riferimento per tutta una serie di giovani cantautori venuti dopo.
Un disco a tre di questi tempi poteva risultare un azzardo, o apparire artificioso e costruito, ma in fondo basta aver dato un ascolto attento al disco “Il Padrone della Festa” per capire che si tratta di un’opera bellissima, ben congegnata, profonda ma allo stesso tempo non pesante o eccessivamente pensante, bensì frutto di una genuina voglia di sperimentare la forza e la potenza di una sinergia così particolare. Citiamo a esempio alcuni singoli tratti dal disco come l’apripista Life is sweet o L’amore non esiste, da subito apparsi degni dei più bei brani da loro editi nelle proprie carriere soliste.

Tre voci, tre teste, tre cuori e sul palco tutti a scambiarsi strumenti, microfoni, canzoni prese dai rispettivi repertori e eseguite da soli o in coppia, all’insegna di un perfetto equilibrio tra le parti. La cosa che maggiormente ha colpito è stato proprio vedere come ognuno abbia fatto un passo indietro affinchè il risultato fosse quello prestabilito, senza che emergesse una primadonna o che qualcuno venisse sacrificato. In questo modo l’arte di ognuno è stata salvaguardata e quale occasione migliore di andare a sentire una musica di così alta qualità se non all’Arena di Verona?


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