Fabio Pusterla ha vinto il Premio Ceppo di Pistoia

Creato il 31 marzo 2011 da Ellisse

Fabio Pusterla ha vinto il 55.mo Premio Internazionale Il Ceppo di Pistoia, assegnatogli (è una delle particolarità del Premio) dalla Giuria del Giovani Lettori, dai 16 ai 35 anni, che ha scelto nell’ambito della terna a cui abbiamo accennato nei post precedenti. Fabio Pusterla era stato selezionato “per aver posto l’accento in Corpo stellare (Marcos y Marcos, 2010) sulla profonda immedesimazione del corpo nella natura, fino a tendere verso un’unità androgina originaria. Il suo discorso poetico vola sopra l’aneddotico e l’immediato e diviene via via il racconto, il canto, la contestazione, la riflessione di una situazione drammaticamente umana" (dalla motivazione di Martha Canfield).

FABIO PUSTERLA

Corpo stellare

Mi segui con un pensiero, sei un pensiero

che non devo nemmeno pensare, come un brivido

mi strini piano la pelle, muovi gli occhi

verso un punto chiaro di luce. Sei un ricordo

perduto e luminoso, sei il mio sogno

senza sogno e senza ricordi, la porta che chiude

e apre sulla corrente di un fiume impetuoso. Sei una cosa

che nessuna parola può dire e che in ogni parola

risuona come l'eco di un lento respiro, sei il mio vento

di foglie e primavere, la voce che chiama

da un posto che non so e riconosco e che è mio.

Sei l'ululato di un lupo, la voce del cervo

vivo e ferito a morte. Il mio corpo stellare.

(da Corpo stellare, Marcos y Marcos, 2010)

Anche Fabio Pusterla, nel corso del recital tenuto dai vincitori del Premio, ha scelto di leggere uno dei suoi autori di riferimento. In questo caso Vittorio Sereni, poeta da cui forse ha preso la prima ispirazione, espressione di quella linea lombarda a cui talvolta lo stesso Pusterla viene accostato. Tutte le letture erano dedicate in questa edizione a testi degli anni Sessanta, un periodo particolarmente fecondo per la poesia italiana.

VITTORIO SERENI

La sonnambula

«Niente come l’inverno

di mezza montagna

dice che l’inverno finirà

niente come il gallo alpestre

nella voragine del canto

distanzia la città, propaga

di qui a laggiù un visibilio di valli.

Nel sonno dei corpi ti sento

avvicinarti al mio sonno:

nel tunnel smanioso prendi me,

ragazza viziata che tu salvi

sul punto di farti viziosa,

da ogni mio gesto per te, anche il più basso,

cogli su me queste rose di rupe.

Ci aspetta una città con la sua primavera.

Non sai che città,

che primavera ti preparo…»

(da Gli strumenti umani, Einaudi, 1965)

Fabio Pusterla (1957) insegna a Lugano, e vive tra la Svizzera italiana e il Nord Italia. Collabora a numerose riviste letterarie italiane, svizzere e francesi.

Attivo anche come saggista e ricercatore, ha pubblicato tra l'altro con Claudia Patocchi il volume Cultura e linguaggio della Valle Intelvi (1983, poi 2005); e ha curato l'edizione critica delle opere narrative di Vittorio Imbriani (3 voll., Milano, Longanesi/Guanda, 1992-94). Ha raccontato la sua esperienza di insegnante in Una goccia di splendore. Riflessioni sulla scuola, nonostante tutto (Casagrande, 2008). Il volume Il nervo di Arnold. Saggi e note sulla poesia contemporanea (ivi, 2007), raccoglie parte dei suoi interventi critici sulla poesia contemporanea.

Come traduttore si è occupato soprattutto di Philippe Jaccottet, traducendone numerose opere poetiche e in prosa, nonché dell'antologia di poesia francese contemporanea Nel pieno giorno dell'oscurità (Marcos y Marcos, 2000) e di svariati autori di lingua francese, e più raramente portoghese o tedesca.

È autore delle principali raccolte poetiche: Concessione all'inverno (Casagrande, 1985, poi 2001); Bocksten (Milano, Marcos y Marcos, 1989, poi 2003); Le cose senza storia (ivi, 1994, poi 2007); Pietra sangue (ivi, 1999); Folla sommersa (ivi, 2004), Corpo stellare (2010). Nel 2009 ha pubblicato nella collana bianca di Einaudi il volume antologico Le terre emerse. Poesie 1985-2008 . Numerose le plaquette e i libri d’arte realizzati con incisori, artisti e piccoli editori.

Il libro, recensito più volte su carta, finora ha avuto poche recensioni reperibili in rete. La più articolata è quella di Pierre Lepori su Le Culturactif Suisse (v. qui) a cui rimando