Attinge a piene mani dalla realtà urbana il progetto Fabric Division, nato nel 2009 dalla collaborazione tra Enrico Assinelli e Linda Crivellari e giunto ormai alla sesta collezione stagionale. Tema ricorrente nelle collezioni Fabric Division è quello del riuso e dell’eco sostenibilità, sapientemente coniugato con un’estetica votata alla vestibilità. Capi di difficile realizzazione, dalle forme geometriche rigorose e minimali, in materiali tecnici che sposano appieno la causa dello streetwear, non mancando di innestarsi con la più classica delle maglierie, dimostrando che non esiste sperimentazione senza una solida tradizione alle spalle. Underwater Skating, la collezione Fall/Winter 2013-14 è un ulteriore passo avanti: un gioco di semplicità ed estrema ricchezza di dettagli che creano abiti dalle forme strutturate e confortevoli. Un immaginario ricco di simbologia che attinge alla realtà cittadina ma al contempo ne resta al margine.
Lo skating, sport nato in California negli anni Cinquanta, si rifà alla lunga tradizione del surf in acqua e nasce per permettere ai surfisti di praticare la disciplina anche in assenza di mare mosso. Una vera e propria cultura del mare che si innesta in città, modificandosi e adattandosi all’ambiente circostante. Una pratica che porta con sé il rito della vestizione ad hoc, finendo per influenzare massicciamente il modo di appartenere a quella subcultura. Underwater skating, dunque, coniuga entrambi gli aspetti di questa disciplina, unendo i rimandi ad immaginari naturali delle barriere coralline con i cieli malinconici della metropoli. Una collezione ibrida, le cui texture dense si contrappongono, mettendo su piani distinti ma inequivocabilmente sovrapposti la leggerezza del cady e della lycra, con la pesantezza avvolgente della lana mohair e dei tessuti hi-tech spalmati.
Una collezione, però, anche forte: pieghe e drappeggi vengono scolpiti con decisione, bloccati anche nei tessuti più fluidi. Fabric Division, inoltre, realizza all’interno del progetto “Laser engraving rocks” una mini serie di capi in cui le tavole realizzate a mano dall’artista Clio Casadei divengono caratterizzazione superficiale attraverso la tecnica dell’incisione laser. Ampie felpe dal rigoroso taglio maschile convivono con leggings blu oceano; la praticità di un marsupio diventa accessorio indispensabile per un outfit composto da dolcevita color pesca a collo alto e un morbido pantalone dal cavallo basso. Sono solo due esempi della donna Fabric Division, che femminilizza uno streetwear apparentemente ad uso e consumo esclusivo dell’uomo, non mancando di inserire nel proprio guardaroba la classica hoody con cappuccio, rivisitata al femminile, e divenuta in questa collezione capo versatile e senza orario.
Il viaggio nell’oceano della street fashion in cui ci caliamo per opera di Fabric Division ci fa emergere in scenari del tutto inediti, ricchi di suggestioni e significati nuovi. Ma non c’è senso di smarrimento, solo una vibrante e potente malinconia.
di Andrea Pesaola