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Facce da Harim #17: il fascino dei gioielli di Serena Barbagallo

Creato il 19 settembre 2011 da Harimag

Ha iniziato per gioco. Ben presto, però, i gioielli sono diventati la sua passione più grande. Parliamo di Serena Barbagallo, neodiplomata all’Accademia Euromediterranea che ha appena terminato un tirocinio di 6 mesi a Giarre presso Oromodel. L’abbiamo raggiunta al cellulare durante gli ultimi giorni di stage e lei, timida e dolce, si è concessa 5 minuti di pausa per rispondere alle nostre domande. Ecco a voi il nostro botta e risposta.

  • Iniziamo subito chiedendoti: come sta andando?

Sta andando bene. Per fortuna non ho fatto disastri eclatanti! Mi hanno messa subito a lavoro: infilare le pietre per realizzare delle collane. Detto così sembra una cosa semplice ma non lo è affatto, c’è un metodo ben preciso e grazie a questo stage ho avuto modo di impararlo. Inoltre sono stata a contatto con persone che lavorano in questo settore e questo è stato veramente molto stimolante, specialmente dal punto di vista creativo.

  • Ti abbiamo conosciuta nel 2009, quando hai presentato la tua collezione al MADEINMEDI. Ti va di raccontarcela in poche parole?

Al MADEINMEDI, attraverso la mia collezione Eco d’Oriente, ho voluto raccontare il Mediterraneo, in particolare la dominazione araba. Ho realizzato dei gioielli molto appariscenti. Ho pensato che, essendo per una sfilata, i miei gioielli dovessero essere molto grandi… per rimanere bene impressi, insomma! Oltretutto la mia collezione nasce da disegni artistici, non commerciabili, per questo mi sono sbizzarrita soprattutto nelle collane, i gioielli più visibili.

  •     Dopo il MADEINMEDI ti sei iscritta nuovamente all’Accademia per seguire un corso aggiuntivo ed è nata una nuova collezione.

Si. Durante il corso di Progettazione, la docente ci ha assegnato il compito di scegliere un’azienda e di proporgli dei nuovi prodotti, anche reinventando le loro collezioni. Io ho scelto Cartier e ho deciso di ispirarmi al pavone. E così è nata Paon Collection 2010, una collezione di cui sono particolarmente fiera perché la vedo un progetto realizzabile.

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  •   Adesso qualche curiosità. Qual è stato il primo gioiello che hai creato?

Il primo gioiello realizzato in Accademia è stato un ciondolo ovale con una pietra al centro, mentre il mio primo gioiello in assoluto è stato sempre un ciondolo ma con una farfalla stilizzata.

  • Qual è il gioiello che ti piace più creare e quali sono i tuoi materiali preferiti?

l gioielli che preferisco disegnare sono le collane mentre i miei materiali preferiti sono oro, argento, e qualche pietra, in particolare perla, acquamarina e zaffiro. Se parliamo di indossarli scelgo sicuramente gli orecchini. Anzi, stavo proprio pensando di creare un nuovo paio. Questa volta per me, però!

  • Tre designer e artisti a cui ti ispiri: secondo te cosa trasmettono di diverso rispetto agli altri?

Sicuramente Bruno Munari che mi ha trasmesso l’importanza della ricerca costante e di dare un ordine alle proprie idee. Tra i designer e artisti del settore invece mi ispiro molto a Cartier, di cui ammiro la signorilità e l’eleganza.

  • Una celebrity o un personaggio storico (del passato o del presente) per il quale ti
    piacerebbe creare un gioiello e di quale gioiello si tratta.

Se potessi, creerei un anello oppure una coroncina per qualche reale d’Inghilterra.

  • Quindi che gioiello avresti disegnato per Kate Middleton, da indossare durante il suo matrimonio con il principe William?

Avrei disegnato per lei una coroncina semplice, in oro bianco o platino e diamantini tutto intorno. Al centro, una perla a goccia, che scende sulla fronte.

  • Ultima domanda: adesso che hai concluso il tuo stage, che consigli daresti a chi sta per intraprenderne uno? Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Consiglio massima serietà, umiltà e molta pazienza. Si è in stage per apprendere e per mettere alla prova le proprie capacità, per questo non ci si deve scoraggiare se le cose non riescono al primo colpo! Per quanto riguarda il futuro ho intenzione di rimettermi immediatamente in marcia per trovare lavoro, magari in qualche laboratorio nelle vicinanze, anche se il mio sogno resta Roma…

 

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