Facce da Harim #19: Morena Cutello va ad Anversa

Creato il 19 novembre 2011 da Harimag

Quando uno lo sa, lo sa. E Morena Cutello, neodiplomata al corso quadriennale di Fashion Design dell’Accademia Euromediterranea, l’ha sempre saputo. Cosa? Ma che la moda sarebbe stata la sua strada! Così, dopo tanti sacrifici e tanto duro lavoro, ecco il premio finale: domani prenderà il volo, direzione Anversa, dove la aspetta uno stilista famoso e un grande sogno. Noi di Harim Network le facciamo un grandissimo in bocca a lupo e vi anticipiamo che sentirete presto parlare di lei… direttamente dalle Fiandre!

  • Morena, quando hai detto per la prima volta: “da grande farò la stilista”?

L’ho sempre saputo, fin da piccola! Ricordo che un giorno, alle scuole materne, la maestra disse a mia madre che avevo un modo di disegnare completamente diverso da quello di tutti gli altri bambini. Alle elementari, poi, ero sempre io quella che disegnava i cartelloni, le scenografie per le recite… ho conservato tutto. Senza parlare poi delle mie Barbie, che vestivo con stoffa, scotch e carta igienica. Il più bello era un vestito rosso di raso. Insomma, le usavo come manichini!

E adesso invece ti ritrovi a fare le valigie per Anversa. Ci racconti com’è andata?

Una volta diplomata, il servizio placement dell’Accademia mi ha proposto uno stage ad Anversa presso Cédric Jacquemyn, uno stilista giovanissimo ma già molto famoso a cui avrei dovuto fare da assistente personale-girovaga, seguendolo nei suoi viaggi. Ho googlato il suo nome e ho scoperto che Walter Van Beirendonck, uno dei più grandi fashion designer contemporanei, l’ha definito “sublime”. Sono assolutamente d’accordo con lui. Io ho visto il mio treno che passava e mi sono detta: ho il biglietto. Così, ovviamente, ho accettato subito!

  • Non hai un po’ paura? Come ti senti a pochi giorni dalla partenza?

Paura? Solo di perdermi dentro l’aeroporto! Scherzo! Mi sento confusa ma soddisfatta, sia per me che per i miei e per tutti quelli che hanno sempre creduto in me e dico: “alla faccia di chi dubitava che ce l’avrei fatta!”! E’ una scalinata, una rampa d’inizio ma a me sembra già di aver raggiunto un sogno. Adesso ripenso a quello che mi dicevano tutti i professori, specialmente Gabriella Ferrera, riguardo ai sacrifici che vengono sempre premiati. E’ proprio vero!

  • Per quanto tempo starai lì?

Non lo so! Intanto partiamo da 3 mesi… Ho solo delle belle sensazioni a riguardo ma se dovessi completare questa esperienza in breve tempo voglio tornare satura! Ogni giorno lo vedrò come una marcia in più per il futuro.

  • E come ti vedi in questo futuro?

Mi vedo fashion designer, mi vedo artista dell’abito. Voglio creare abiti che abbiano come chiave di lettura l’arte. Fondamentale per me è mixare la bellezza e l’armonia in un tutt’uno, un nuovo valore che non saprei nemmeno definire a parole ma che cerco con tutte le mie forze di trasporre nelle mie creazioni. Nel mio futuro non mi vedo qui, in Sicilia; non mi accontento della boutique sotto casa. Voglio qualcosa di più, non so ancora cosa ma so che quando l’avrò trovata sarò felice, entrerò da quella porta e me la chiuderò alle spalle.

Ti ispiri a qualcuno?

Non ho un mito in particolare, diciamo che prendo il bello e l’armonia che vedo intorno a me. Ti direi Armani, forse perché ha iniziato dal nulla e da vetrinista è diventato quell’imprenditore che tutti noi ammiriamo, in Italia e nel mondo.

  • Chi vorresti vedere con indosso i tuoi abiti?

Se dovessi immaginare il mio stile su qualcuno direi Uma Thurman, magari ad un party, circondata da personaggi di un certo spessore. Creo sempre per una donna che non passa mai inosservata.

  • Come definiresti il tuo stile?

Sai, non sono in grado di definirlo a parole. Diciamo un mix tra trasgressione e spirito artistico. Non riesco a fermarmi alle linee base, se mi chiedono di fare una maglia e un pantalone semplici non ce la faccio, devo sempre personalizzarli con uno strassino, una perlina cucita artigianalmente… io non vesto l’abito, ma la modella: una donna che quando passa con il mio abito tutti si girano a guardarla!

  • E tu sei così?

Diciamo di sì. Non passo inosservata, ma per il mio carattere. Spesso mi sento dire: “tu mi fai paura, sei troppo determinata”. Sono forte e creativa, lo sono sempre stata.

  • Quando crei? Hai qualche rito particolare?

Creo sempre, non c’è un momento particolare! Figurati che una volta ero a New York, al Central Park, e ho proprio sentito il bisogno di mettermi a disegnare, come fosse una medicina. Oppure il 31 Ottobre, per Halloween. Ero in un locale e, in mezzo a tutta quella gente e a quella musica, ho preso una penna dal bancone e ho iniziato a disegnare.

Al MADEINMEDI hai presentato Sevil, la tua prima collezione. Dato che lavorerai a quella nuova in Olanda ed tutto top secret, ci descrivi brevemente a cosa ti sei ispirata?

Il tema della mia collezione erano i 7 vizi capitali, un tema forte e forse un po’ inquietante. Sevil infatti è l’unione tra Devil e Seven. Il bello è che io sono una persona super solare, quindi la mia collezione mostra un’altra anima di Morena, quella più trasgressiva. Alla collezione nuova lavorerò ad Anversa, con i cartamodelli stesi sul tavolo della cucina. Posso dire soltanto che sarà più sensuale della prima ma avrà sempre lo stesso mix di trasgressione e armonia che identifica le mie creazioni.

  • Qual è stato il più bel complimento e la critica più brutta?

Ho ricevuto molti complimenti, anche da chi non mi aspettavo, ma la più bella soddisfazione è stata vedere mio padre piangere orgoglioso. Per quanto riguarda le critiche, quella più stupida era legata ai colori. Non hanno capito che per Sevil ho associato un colore ad ogni vizio. Non ho reagito male, comunque. Alla fine è frutto di un pensiero limitato, di qualcuno che non vede oltre… un po’ come quelli che guardano un’opera di Fontana e dicono: “ma è solo un taglio sulla tela!”

  • Se potessi tornare indietro?

Rifarei tutto allo stesso modo. La stessa collezione, gli stessi errori… e dormirei di nuovo poco!

Studiate! E poi disegnate, guardate il mondo con gli occhi di un artista. Non fermatevi al semaforo a 3 colori: ogni cosa può diventare qualcos’altro, può essere vista da un’altra prospettiva. Infine, sognate di notte ma di giorno non chiudete mai gli occhi!


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