PABLO PICASSO, I Venti poemi di Gongora, 1948, acquaforte e acquatinta allo zucchero, cm 37,5 x 27,5, serie pubblicata da Roger Lacourière, Parigi
Facce. Segni linee e textures per occhi nasi bocche… – la mostra resterà aperta fino al 1 aprile 2012 al Castello di san Michele di Cagliari (click:MAPPA) – è organizzata dal Consorzio Camù, e curata da Lidia Pacchiarotti e Carla Orrù, con i testi critici dello storico dell’arte Efisio Carbone. Raccoglie una selezione di 70 incisioni provenienti dalla collezione ArtCamù (http://www.artcamu.it/index.php), composta da più di 4000 opere d’arte grafica, con una cronologia ampia che parte dal Cinquecento e si spinge sino al contemporaneo americano. Recensione di Ivana Salis (corrispondente da Cagliari per Milano Arte Expo) >
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L’esposizione è aperta dal 17 gennaio presso le sale del Castello di San Michele a Cagliari (http://www.camuweb.it), struttura fortificata il cui impianto risale al X secolo, poi ampliata nel XIII con l’arrivo dei Pisani, sorta su uno dei colli che si affacciano verso la città, sviluppatasi lungo la fascia costiera.
Le opere sono state scelte seguendo un principio di significanza del segno grafico. La linea, che forma volti, profili, personaggi, è considerata nella sua valenza comunicativa ed emotiva. Un insieme di segni, ricavati dalle lastre metalliche, prevalentemente in bianco e nero, danno vita a sovrapposizioni, intersecazioni, punti di forza o debolezza, originando diverse espressioni e proiezioni di epoche storiche, luoghi, ruoli e modi d’essere, estrinsecando con il tratto grafico le peculiarità del volto, portale da cui emerge l’emotività del singolo.
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ANTOON VAN DYCK E ALLIEVI, Uomini e donne illustri, 1632-1641, acquaforte e acquatinta, cm 25 x 16,5
Al primo piano del Castello si trovano disposte incisioni ricavate da diverse tecniche, dalla litografia all’acquaforte e acquatinta allo zucchero, disposte in maniera leggibile secondo diversi punti di vista.
Lo sguardo spazia dai ritratti di Antoon Van Dyck (Anversa, 1599 – Londra 1641), in cui si leggono i tratti e le posture di personaggi importanti, come Ioannes e Petrus Breugel ed Erasmo da Rotterdam, caratterizzati da facce impostate di ¾, barbe e folti capelli, alla stilizzazione in pochi tratti dei volti di Jean Hans Arp (Strasburgo, 1887 – Basilea, 1966), che gioca sul positivo e negativo delle forme, per arrivare a delineare pieni e vuoti, luce e ombra, con immagini che possono essere lette assecondando il rimando dalla forma positiva a quella negativa.
Un gran numero di opere è dedicato alle incisioni di Pablo Picasso (Malaga, 1881 – Mougins, 1973), dalle quali si estrapola il senso del gesto e del tratto, percorrendo volti caratterizzati da grande linearità, nella serie del 1957 dedicata ai ritratti di Honoré de Balzac, per passare a una linea “decorativa” in cui il volto cubista è ricavato da vortici continui e piccoli tratti spezzati, cerchi e semicerchi, nella serie La Célestine del 1971, dedicata alla tragicommedia di Fernando de Rojas, fino alla serie di volti femminili con le opere selezionate da I Venti poemi poemi di Gongora del 1948, illustrazioni delle opere poetiche dello spagnolo Louis de Gongora, in cui traspare una forte raffinatezza e sensualità, con facce estrose, curiose, o compunte.
Importante è la forza del tratto, esplicita nelle dure, spesse e nette linee delle incisioni di Georges Rouault (Parigi, 1871-Parigi, 1958), dalla serie Misereredel 1948. Gli occhi dei personaggi ci guardano furtivi o pieni di sgomento, i sorrisi sono beffardi e da alcune bocche traspare l’attesa di parole di speranza.
HENRY MOORE, Selected poems of W. H. Auden, 1973, litografia, cm 64 x 51,5, edito a Petersburg, Londra
Ecco, appena girato l’angolo, apparire Henri Moore(Castleford, 1898-Perry Green 1986), con due litografie dalla serie dedicata a W. H. Auden, del 1973. Qui il segno si infittisce fino a costruire un reticolato stretto da cui filtra la luce di volti, che paiono maschere, provenienti da una lontana realtà di tratti tribali.
Su un’altra parete traspare un forte senso d’angoscia, nel volto frontale e di profilo dell’uomo di Alberto Giacometti (Borgonovo di Stampa 1901- Coira 1966), dalla serie Paris sans fin del 1966, accostato ad Albrecht Dürer (Norimberga 1471-1528), di cui è selezionata una serie di personaggi, tra cui prelati, statici nella loro posa da ritratto, fermi nell’attimo che porterà il ricordo della loro immagine lungo i secoli.
ALBERTO GIACOMETTI, Paris sans fin, 1969, litografia, stampa Mourlot, Parigi
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Proseguendo, lo sguardo è catturato dal magnetismo della Medusa di Salvador Dalì (Figueres, 1904-1989), unica litografia a colori. Un’opera drammatica, la cui faccia contratta nell’urlo spaventoso della morte, con la bocca rosso vermiglio, non ti lascia fino a quando non rivedi, al di fuori delle mura del Castello, il bellissimo paesaggio che si affaccia sul mare del Golfo degli Angeli, quasi a riportarti nella pace.
JOSE LUIS CUEVAS, Ritratti e Autoritratti, 1979, acquaforte e acquatinta a colori, cm 35 x 50, Stamperia d’arte l’Incisione, Corbetta
La giusta conclusione di un percorso emotivo si ha davanti alle opere dell’unico artista della selezione ancora in vita: Jose Luis Cuevas (Città del Messico, 1934) con quattro acqueforti di ritratti e autoritratti. I suoi sono uomini feroci, dai tratti somatici ferini, che ti guardano con intensità e ti sfidano per indurti a capire da quale punto, linea, segno vedono, respirano, sentono.
La mostra oltre ad essere un percorso interessante nello sviluppo dell’arte grafica e nell’evoluzione dei segni che portano alla costruzione di un viso, è nata con una forte valenza didattica, essendo destinata sia ai piccoli sia agli adulti, con una serie di attività individuali e di gruppo che permettono di giocare con i diversi volti proposti, e di creare, attraverso il collage, mille altre facce. Un’attività che unisce l’aspetto ludico a quello della lettura del segno, che ha in sé una variante di significati da scoprire e imparare a leggere attraverso le opere degli artisti che vi si sono dedicati proprio sviluppando la tecnica incisoria. - Testo di Ivana Salis
“Facce. Segni linee e textures per occhi nasi bocche…”
Cagliari, Castello di san Michele
17 gennaio – 1 aprile 2012
JEAN HANS ARP, Dreams and projects, 1951-1952, xylographic, cm 28,5 x 46, stamp Fequet et Baudier, Parigi
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Per informazioni e prenotazioni è possibile contattare il Castello San Michele: 070 500656 – 346 6673657 castellosanmichele@camuweb.it – didattica@camuweb.it
VIDEO a cura di: Ufficio stampa Consorzio Camù al link: http://www.youtube.com/watch?v=NANMplQ5kOE&feature=youtu.be