Faccia a faccia

Creato il 03 gennaio 2011 da Robydick
1967, Sergio Sollima.
Primo spaghetti-western per il mio blog, parto alla grandissima, con un film certo meno noto dei capolavori di Leone ma, garantisco, di grande fattura e con contenuti che mi hanno stupito.
Sono passati pochi anni dalla fine della "Guerra di secessione americana", al nord si vive già in modo diciamo "civile", il sud fatica ad uscire dal mito del far west e i neri vengono ancora chiamati schiavi anche se sono, al limite, servi ma liberi. Fletcher (Volonté), professore di storia dal carattere mite e riflessivo, dal nord va al sud per ragioni di salute. Qui incontrerà Beauregard (Milian), leader di una banda detta "Branco Selvaggio" che però è in disarmo, molti morti altri arrestati compreso lo stesso Beauregard, che si libererà e si porterà con sé Fletcher come ostaggio.
Fletcher dopo breve seguirà Beauregard non più come ostaggio ma come componente la banda stessa, e non solo, arriverà persino a metterne in discussione la leadership. Senza scendere in troppi dettagli per non rovinare la visione, si assisterà a 2 metamorfosi opposte: Fletcher che, pur mantenendo un suo stile da "intellettuale", saprà adeguarsi a modi e costumi da pistolero e rapinatore, e quando uno che delinque è anche intelligente ed istruito...; Beauregard, spesso pungolato all'inizio dal nuovo amico su questioni etiche (è giusto o meno rubare, in particolare a certa gente?), sarà progressivamente sempre meno freddo e spietato.
Al di là delle splendide scene, d'azione e non, della al solito ottima musica di Morricone, al di là persino dello stesso genere western, è un film che si pone e ci fa porre una serie di domande, e lo fa con una semplicità che è impossibile non porsele. Sono domande sulla interazione ambientale fondamentalmente, su quanto un contesto possa o meno influenzare una persona, la sua morale e i suoi comportamenti.
Il personaggio più inquietante è sicuramente l'istruito Fletcher, da professore illuminato che mai ha usato una pistola a rapinatore, assassino spietato e capo banda. Fa molto riflettere una sua frase, che copio comodamente da wiki: "Un violento, sì, è un fuorilegge; cento sono una banda, centomila un esercito... Bisogna superare il confine della violenza individuale che è crimine, per arrivare a quella di massa che è storia!". Si commenta da sé.
Il personaggio invece moralmente spiazzante è Beauregard per motivi opposti. E' realmente possibile una riscoperta di valori come amicizia, onore, sensibilità per vittime innocenti, in un uomo del genere? Non stiamo parlando di un anziano che si pente al termine della vita (un classico dell'ipocrisia umana: faccio ogni schifezza durante la vita e quando la morte s'avvicina penso a un posto in paradiso), qua parliamo di un uomo nel pieno delle sue forze e della sua attività criminale, il segno più importante della sua "conversione" sarà durante una rapina.
E' un faccia a faccia quindi di storie parallele in direzioni opposte, splendido nella fattura ed interessante nei contenuti. Ci sto ancora pensando su mentre scrivo, perché poi la bellezza di un film così, bello, dinamico, con una storia semplice e avventurosa, aiuta la memoria a lavorare su quello che ha rappresentato.
Ogni encomio possibile ai 2 attori protagonisti. Film tra i miei Cult.

addestramento


quando dirà quella frase citata sopra


giovanissima Carole Andrè, aveva 14 anni


stupendo finale


Film consigliatomi dall'amica Gloria, ottima interlocutrice cinefila, recensione quindi dedicata a lei. Ciao Gloria, grazie!

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