Se il passato ti resta appiccicato addosso in un peso insostenibile è difficile vivere. Andare avanti. Costruirsi un’esistenza che non sia una continua macerazione nella sofferenza. Nicole è lacerata. La perdita dell’unico uomo mai amato l’ha lasciata sospesa in un vuoto che non riesce a colmare. Il dolore dell’assenza la perseguita, come l’incapacità di capire il perché sia accaduta quella tragedia.
Ha perso la sua adolescenza in quella notte di gennaio. Se stessa e la voglia di credere ancora nel futuro. Oltre a lui. Oltre a Paolo.
Martina, vent’anni e un’identità da scoprire, vorrebbe prenderla per mano, regalarle un sorriso vero e cancellare quel viso storto dal sarcasmo. Ma non può.
Stefano, invece, psicologo aggrappato a disperate illusioni, l’insegue per dieci anni. L’amore che l’ha legato a lei in giorni lontani non s’è mai affievolito e adesso tenta di ricostruire qualcosa che sa irrimediabilmente perduta.
Niente dura per sempre.
Ma si può far finta che lo sia.
La scrittura di Ilaria Giannini scivola leggera e poetica. Scava dentro l’animo umano e ne mostra i lati fragili. Le debolezze. Quel restarsene fermi ad ascoltare la tristezza mentre tutto il resto cammina, calpestando ciò che non sarà più e che forse non è stato mai.
È un viaggio alla ricerca di qualcosa. Il tentativo di comprendere chi si è. L’alternanza, in prima persona, delle voci dei singoli protagonisti, consente di entrare in contatto con la loro intima realtà.
Nel corso dei capitoli, brevi e a quadri staccati, viene composto il puzzle di esistenze devastate per ragioni diverse. “Facciamo finta che sia per sempre” dà la sensazione di assistere ad un film. E nei titoli di coda resta impressa una domanda alla quale nessuno sarà mai in grado di offrire una risposta. Perché ti ho dovuto perdere così?
La foto è la copertina del libro.Facciamo finta che sia per sempreIlaria GianniniIntermezzi Editore, 8,90 euro.