Facciamo squadra

Da Danielevecchiotti @danivecchiotti

Da vero appartenente alla triste, fastidiosa categoria degli a-calcistici che guardano una partita di pallone solo in occasione dei Mondiali o degli Europei, non posso certo dire di saper godere appieno per un assist di Cassano o di andare in brodo di giuggiole davanti a un cucchiaio perfetto.
No… la mia felicità nel veder vincere la nostra nazionale è tutta dovuta al sincero e spassionato piacere che provo a girovagare per la città nel pomeriggio precedente a un match importante, muovendomi alla ricerca di belle immagini come quella di un dehor di bar con le sedie disposte a platea davanti a uno schermo al plasma, o di un gruppo di uomini e donne che si dividono i compiti e il menù organizzando la soirée di cibo, birre e tensione sportiva.

E’ straordinario vedere come, di fronte a uno dei pochi – forse l’unico – obiettivi comuni rimasti alla popolazione del paese, gli italiani riescano a fare squadra meglio dei giocatori che li rappresentano, e a sentirsi parte di uno stesso progetto condiviso.
Il calcio ha ancora il potere di affratellarci tutti, e i tavolini fuori da un bar in una sera del giugno 2012, grazie a Balotelli, regalano per qualche ora l’atmosfera dell’utopia sociale realizzatasi.

Ma, visto che questo è un blog in cui ci si occupa di canzonette da Juke Box e di memorabilia estivi, lasciatemi ricordare quel 1982 in cui Vittorio Salvetti, volendo provare a riprodurre il meccanismo dei tornei calcistici e a trasferire l’idea del fare squadra in una manifestazione discografica, si inventò una gara musicale a gruppi che, come augurio rivolto al team di Enzo Bearzot in procinto di partire per i Mondiali di Spagna, decise di intitolare “Azzurro”.
Dal Teatro Petruzzelli di Bari, sette squadre di cantanti tutti con una hit per l’estate da lanciare – da Antonello Venditti a Rosanna Fratello, passando per Vasco Rossi, Loredana Bertè ed Eugenio Finardi, ma anche per Stella Carnacina, i Manuel Manù e Bruno Cheli – si sfidavano in diretta prima radiofonica poi televisiva preparando il pubblico a ciò che avrebbe gettonato mentre, da lì a qualche settimana, in centinaia di migliaia di locali pubblici e appartamenti privati si sarebbero allestiti i gruppi di ascolto in bilico tra ansioso mutismo e urla liberatorie davanti a una telecronaca di Nando Martellini.

Durò dieci anni, fino all’ultima edizione svoltasi nel 1991.
Il miracolo della vittoria finale degli Azzurri in campo non si ripeté più, dopo quel 1982, costringendo il patron a rivedere la sua teoria promozionale secondo cui la kermesse portava fortuna alla nostra nazionale.

Ebbene.. noi oggi ci riproviamo, e torniamo a crederci proprio come trent’anni fa.
In onore a Vittorio Salvetti e a tutti gli italiani – calcistici e a-calcistici – che, nella speranza di una serata di gioia comune a tutto il paese,  fanno squadra attorno al tavolo di un bar.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :